L'Italia, il Paese che sopravvive nel segreto - Live Sicilia

L’Italia, il Paese che sopravvive nel segreto

"A questa idea, molto italiana, ho pensato in queste ore in cui si commemora una delle più gravi stragi che la nostra storia ricordi: Bologna, 2 agosto 1980"
IL COMMENTO
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2 min di lettura

“Ciò che ci è sconosciuto governa il mondo”
(Eraclito)

Meraviglioso Paese, l’Italia.
Il suo segreto? Quello di sapere sopravvivere nel segreto.
In fondo ciò che ci è sconosciuto governa il mondo e, quindi, perché svelare i segreti se questi ci consentono di (sopra)vivere? A questa idea, molto italiana, ho pensato in queste ore in cui si commemora una delle più gravi stragi che la nostra storia ricordi: Bologna, 2 agosto 1980.
Quaranta anni trascorsi senza mai comprendere il movente di un atto che uccise gli innocenti e inginocchiò le coscienze al loro dolore.
Adesso ascolto più di un’autorevole voce invocare una risolutiva Verità.
Strana l’idea di “Verità” della politica italiana perché Giulio Andreotti assumeva che questa dovesse essere conosciuta solo da coloro che ne avessero titolo.
Avete letto bene.
Udii personalmente questa sua affermazione e posso, quindi, trascriverla. Il contesto era proprio quello del dibattito in Commissione Stragi. La questione afferiva ai segreti di Stato opposti all’attività inquirente della Commissione e alla necessità di rimuoverli per giungere alla Verità.
Il primo di essi era stato dichiarato il 28 agosto 1984 ed atteneva ai rapporti intrattenuti dal responsabile dei Servizi italiani in Libano (Col. Stefano Giovannone, uomo di Moro) con i vertici palestinesi in relazione all’uccisione e all’occultamento del cadavere dei due giornalisti, Italo Toni e Graziella De Palo, giunti in medio-oriente nei primi giorni del mese di settembre 1980. I giornalisti stavano effettuando un approfondimento relativo proprio alla strage di Bologna.
Il secondo era stato dichiarato il 25 giugno 1988 in relazione alla fornitura di armi alle Brigate Rosse da parte dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina. Avrebbe chiarito tante cose solo accennate da Aldo Moro nelle sue ultime e disperate lettere dalla prigionia.
Il terzo era stato apposto il 28 dicembre 1988 in relazione all’abbattimento dell’aereo italiano (nome in codice “Argo 16”), da parte degli israeliani del Mossad. L’aereo era stato usato dai Servizi per espatriare in Libia i terroristi arabi fermati ad Ostia nel settembre 1973. Si assume che per le stragi non possa essere opposto il segreto di Stato. Ed infatti il segreto fu apposto non sulla strage, ma sulle circostanze che avrebbero fatto comprendere il perché di un’azione così ferocemente impietosa contro l’Italia e, soprattutto, contro coloro che l’avevano governata fino a quel momento.
Tre misteri, nemmeno fossimo a Fatima…
“Tempo di Verità” – si assume da qualcuno.
Esatto.
Cominciamo (anche) da queste…

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