Micciché: "Il governo ascolti l'Assemblea, Musumeci rispetti i partiti" -

“Il governo ascolti l’Assemblea|Il rimpasto? Si farà di sicuro”

Gianfranco Miccichè: "Dialogo coi moderati di centrosinistra? Disponibile a spendermi".
L'INTERVISTA
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6 min di lettura

Presidente Gianfranco Micciché, in Europa il fronte composto da popolari, socialisti e liberali ha inferto un colpo ai sovranisti approvando i Recovery fund. E in Sicilia Davide Faraone parla di collaborazione tra i riformisti e i moderati per tagliare fuori i populisti nei prossimi appuntamenti elettorali a Palermo e alle Regionali. Sono temi di cui qualche tempo fa la sentivamo parlare spesso. Oggi che ne pensa?

“Non sono certamente cose vietate. Ma questo tipo di ragionamento va fatto, fin qui si è andati per annunci. Bisogna capire quali sono le basi programmatiche. Noi abbiamo una visione dell’immigrazione assolutamente favorevole al fatto che bisogna fare vincere l’umanità ma con regole molto precise. Oggi c’è una parte della sinistra disponibile a ragionare su una cosa del genere? Secondo: il centrodestra ha deciso di fare una rivoluzione amministrativa vera, l’ho lanciata io. Questa parte della sinistra, i moderati della sinistra sono disponibili a fare un’operazione di questo genere? Se su alcune cose si possono trovare strade comuni perché non rafforzare il fronte moderato?”.

La coalizione di governo ha varato il decreto Semplificazioni.

“Una pigghiata pi fissa (una presa in giro, ndr). Una semplificazione di un errore è sempre un errore. Bisogna superare il sistema dell’autorizzazione preventiva. O si ha il coraggio di fare una vera rivoluzione o niente. L’unico sistema è adeguarsi al resto del mondo. È l’unico modo per velocizzare i Paesi, ci sono Paesi africani più veloci di noi. Ovviamente sono cose che discute il mio partito e non io soltanto, ma se ci fosse attenzione su questi temi sarei disponibile a spendermi perché il mio partito possa accettare una proposta di questo genere. Stiamo parlando di mettere insieme i moderati, non fascisti e comunisti”.

C’è un’area moderata che tra Forza Italia, Azione, +Europa e Italia viva già oggi viaggia nei sondaggi sul 15 per cento, ve ne siete accorti?

“Nell’area moderata metterei anche altri partiti. Io ho conosciuto la Lega in Parlamento e fondamentalmente era una forza moderata. Non è una forza di destra, lo è solo sull’immigrazione”.

E sul sovranismo? Sull’antieuropeismo? Sulla sicurezza? Non è di destra neanche su questo?

“Ma chi è europeista oggi?”.

Voi, ad esempio…

“Così com’è l’Europa non piace a nessuno. Tutti la vogliono cambiare”.

Sì, ma ad esempio, sul Mes. Berlusconi dice che va usato, Salvini è contrario, tanto per fare un esempio concreto…

“Sono fatti squisitamente tecnici. Non è un fatto ideologico, è un fatto di utilità, di salvaguardia del nostro Paese”.

Il senatore Candiani della Lega ad esempio ha proposto di abolire le preferenze alle Regionali. Lei su questo è d’accordo?

“Lo abbiamo fatto in alcune elezioni, alle nazionali ad esempio. Ma abbiamo scoperto che non è che eliminando le preferenze i partiti mettono i migliori. Non mi sembra che i partiti ci siano riusciti”.

Anzi, magari sono andati avanti gli yesmen…

“Anche. Se si trovasse un meccanismo per fare andare avanti i migliori l’eliminazione delle preferenze sarebbe benedetta”.

Tornando alla domanda di partenza, sull’ipotesi di dialogo con forze centriste estranee al centrodestra lei apre, abbiamo inteso bene?

“Assolutamente sì, sennò manderei a mare quello che ho detto per tutta la vita”.

Come va il rapporto tra l’Assembla regionale che lei presiede e il governo?

“Devo dire che per quanto mi riguarda, la presidenza dell’Assemblea ha sempre aiutato molto questo governo, anche con qualche piccola forzatura. Ma devo dire anche che il governo ascolta molto poco l’Assemblea. Specialmente sui fatti economici. Se l’ultima finanziaria è stata approvata dal Consiglio dei ministri senza impugnative è perché l’Assemblea l’ha cambiata. Se il governo avesse più serenità ad ascoltare l’Assemblea anziché considerarne i consigli quasi un’offesa, il rapporto sarebbe migliore. Questo non è avvenuto”.

Avete dato una strigliata alla Regione per i ritardi nel presentare le relazioni tecniche, ritardi che paralizzano i disegni di legge in commissione Bilancio.

“Questa è stata un’altra cosa. Siamo stati rimproverati perché le leggi stanno a lungo in commissione. Poi scopriamo che stanno lì perché manca la relazione tecnica del governo, allora è chiaro che uno si arrabbia pure. Siete venuti in Aula a farci una ramanzina e poi l’Ars aspetta gli uffici? Però si sappia che la mia ferma intenzione dal primo giorno è di andare d’accordo col governo: mi sembra che il governo abbia fatto di tutto per evitarlo”.

Questo doveva essere l’anno del rimpasto. Alla fine è stato solo l’anno dell’ingresso di un leghista in giunta. È finita qui?

“No, no, il rimpasto si farà sicuramente. È un fatto che non si discute nemmeno. Avevamo un appuntamento con il presidente Musumeci e ho dovuto rinunciare perché ho avuto un incidente. Formalmente io non ho chiesto a lui il rimpasto, non posso colpevolizzarlo su nulla. Ne parleremo. Ogni partito deve poter avere la libertà di avere le proprie strategie specialmente nella seconda parte del mandato. È matematico e sicuro che nella seconda parte della legislatura mi occuperò di più del partito con una composizione del governo che pensi a Forza Italia. Non che gli assessori in carica fino a oggi non l’abbiano fatto, ma sono stati ‘dipendenti’ del governo, non del partito”.

Chi deciderà chi farà l’assessore?

“Io non prendo decisioni da solo, mi confronto nel partito”.

Su questo punto è stato criticato. A proposito, come sta Forza Italia?

“Che all’interno di un partito ci siano anime diverse, specialmente in un partito grande, è normale. Ovviamente quelli che hanno lamentato qualcosa lasciano il tempo che trovano. È stato preso un partito che alle comunali, in 40 Comuni non aveva preso un solo consigliere. Lo abbiamo portato nel giro di tre-quattro anni a vincere le Regionali, ad avere un risultato delle Politiche superiore al 20 per cento molto sopra la media nazionale, abbiamo fatto il 17 per cento alle Europee quando la media nazionale era del 6. Abbiamo rimesso in piedi un centrodestra che non c’era più. E all’inizio ho fatto tutto senza essere deputato, senza rimborsi, tutto a spese mie. Non so come ci possa essere una lamentela, perché? Perché è andato via Scoma?”.

Sono andati via in tanti, veramente.

“Tranne la Cannata, caso che non riguarda certamente me, nessuno ha lasciato il partito a livello regionale. Sono andate via le prone che si erano candidate con noi e non erano di Forza Italia, come Genovese, Lentini, Caronia. Persone a cui voglio comunque molto bene, magari li ricandiderei, ma che non facevano parte di Forza Italia”.

Però Minardo, Scoma e Germanà facevano parte di Forza Italia.

“A livello nazionale ci sono motivazioni che vanno al di là, che riguardano le future candidature. C’è stato un momento in cui Forza Italia rischiava di non arrivare al 5 per cento e qualcuno si è guardato attorno. Non credo che dipenda dalla gestione siciliana del partito. Ma mi dispiace per quelli che sono andati via e non ci sono rapporti negativi con loro”.

Però lei ha detto poco fa che si dedicherà di più al partito.

“Mi dedicherò di più a vincere le prossime elezioni”.

Con Nello Musumeci candidato?

“È una decisione che prenderà lui per primo e la coalizione poi Non c’è dubbio che oggi come oggi avremmo bisogno di un presidente che abbia qualche atteggiamento diverso”.

Tipo?

“Un maggiore rispetto per i partiti. Credo che una delle mancanze di questo governo sono state le riunioni di maggioranza, ce ne sono state due o tre, troppo poche, quelle sono la vita di una coalizione. Un errore molto grosso: la coalizione vive di rapporti. Io da ministro ho partecipato costantemente a riunioni di maggioranza. Musumeci sta governando certamente meglio di come è stato fatto in precedenza, l’operazione Covid l’ha gestita al meglio, forse con un po’ di coraggio si poteva cercare un po di campo nei confronti del Paese e dell’Europa. Ora piuttosto spero che si evitino gli allarmismi. Ho il terrore che si possa immaginare di tornare a chiudere tutto, sarebbe un dramma vero. Non mi è stato fornito un solo elemento che mi possa fare preoccupare di un nuovo attacco della pandemia”.


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