"Pogliese deve dimettersi|Catania torni al voto" - Live Sicilia

“Pogliese deve dimettersi|Catania torni al voto”

Il neo segretario provinciale del Pd, Angelo Villari, a tutto campo.
L'INTERVISTA
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5 min di lettura

CATANIA – Angelo Villari mette in moto la macchina del “nuovo corso” dem. “Evitando le buche più dure, gentilmente senza strappi al motore”, direbbe Lucio Battisti. Il percorso, tuttavia, è abbastanza accidentato. Villari si dice tranquillo dopo la bufera legata alle intercettazioni emerse dall’inchiesta “Malupassu” e deciso a lavorare alla creazione di un Pd inclusivo e vincente.

Segretario, leviamoci subito questo dente. Dalle intercettazioni emerse nell’inchiesta “Malupassu” la sua posizione, che non ha rilevanza a livello penale, non crea imbarazzo a livello politico?

“No. Lo dico con estrema franchezza come ho già dichiarato non sono assolutamente coinvolto, non sono indagato e sono assolutamente estraneo a tutto. La mia caratura morale è indiscutibile. Chiaramente la vicenda mi ha colpito pur non essendo coinvolto è stato come ricevere un pugno allo stomaco. Io sono certo di non avere nessun rapporto con mondi che non siano quelli normali delle forze sociali e della società civile. Sono sicuro di me. Più che imbarazzo parlerei di dolore perché so chi sono, cosa ho fatto nella mia vita e come tutti mi percepiscono. Voglio parlare di politica e del Partito Democratico.”

Va bene. Secondo lei sindacato e partito sono sufficientemente autonomi nelle rispettive aree di competenza?

“Assolutamente autonome. Le strutture sono assolutamente autonome, ciascuno però individualmente è ovvio ha il diritto come ogni cittadino di fare attività diverse ma avere simpatia per le scelte politiche che si fanno dentro un partito o altre organizzazioni. C’è un’assoluta autonomia, io non sono nella Cgil da sette anni poi ho scelto di rappresentare la sinistra dentro il Partito Democratico senza nessuna commistione né con la Cgil né con altre organizzazioni sindacali con le quali ho ovviamente rapporti personali e di ottimo livello”.

Parliamo un po’ della nuova segreteria provinciale.

“Così come detto nelle dichiarazioni programmatiche ho posto tre indirizzi per la nuova era del Pd, questo nuovo partito che stiamo provando a mettere in campo con grande difficoltà. La prima è un patto tra le generazioni e uno di genere. E questo si vede plasticamente nella composizione della segreteria costituita da donne e giovani. La seconda riguarda l’unità interna del Pd, un partito non più litigioso e una posizione unica sulle cose. Insomma, un partito che vuole rinnovarsi puntando su militanti e dirigenti che negli anni passati non sono sempre stati tenuti in considerazione. E poi un progetto politico con un tipo di società da costruire come indicato a livello nazionale e regionale. Un progetto forte di rilancio del partito in provincia, in contrasto al centrodestra e ai suoi valori. Questo progetto va discusso con le forze sociali, produttive e con la società civile. Ma anche con i movimenti, penso ai Cinquestelle e alle Sardine. Ma anche con le forze democratiche, più moderate, pronte a costruire un fronte alternativo al centrodestra che sta facendo male in Sicilie e anche a Catania”.

A proposito di Catania. E’ opportuno che il sindaco Salvo Pogliese si dimetta?

“Ho detto più volte che il problema non è un fatto personale. Non ho mai pensato alle questioni politiche come questioni personali. Sul piano personale abbiamo sempre avuto rapporti cordiali. Il punto è politico. Una grande città non può essere governata per interposta persona. La sospensione di diciotto mesi è troppo lunga e i catanesi non possono sopportare un governo che può soltanto occuparsi di normale amministrazione quando servono tantissime altre cose. Basti guardare a quello che accade nel mondo dei servizi sociali e sui temi che attengono alla ricostruzione di un tessuto che faccia sentire i catanesi orgogliosi della loro amministrazione. Alla luce di questo non si può bloccare l’amministrazione di Catania. Abbiamo chiesto al sindaco di dimettersi e fare un passo indietro per consentire ai cittadini di eleggere democraticamente il nuovo sindaco.  E vorrei aggiungere una cosa”.

Prego.

“Noi non pensiamo che ci sia già un nome per il prossimo candidato sindaco di Catania. Si porterà avanti un percorso collettivo. In tanti mi chiedono se siamo pronti per elezioni. Io ribadisco che noi non ragioniamo sulla base del nostro interesse, noi vogliamo dare la parola ai cittadini catanesi. Chiaramente costruiremo un percorso di confronto con altre forze politiche”.

Quale schema metterete in campo per le amministrative in provincia di Catania. Le liste riporteranno il simbolo del Pd a differenza di quanto è accaduto negli ultimi anni?

“Le imminenti elezioni del 4 e del 5 ottobre hanno già visto una discussione dei gruppi dirigenti locali e io non voglio cambiare tutto con un colpo di spugna. Si devono ricostruire un percorso e un progetto. Detto questo: non è ammissibile che il Pd si debba nascondere nel momento elettorale. Il Pd in tutte le città grandi e medie nelle quali si vota con il doppio turno deve presentare la propria lista. Dove c’è il maggioritario, invece, decideremo caso per caso”.

Il senatore renziano Davide Faraone ha lanciato la proposta di creare un cantiere dei riformisti alternativo alla coalizione Pd-M5S per le prossime regionali. Voi come rispondete? Che schema immaginate?

“Se vuole creare un’alternativa a Pd e Cinquestelle chiaramente non ci troverà d’accordo anche perché ricordo che Italia Viva e Leu stanno governando con noi il Paese. E devo dire anche molto bene. Noi, invece, immaginiamo un accordo di centrosinistra ampio che non escluda nessuno, nemmeno i Cinquestelle se ci vogliono stare e se superano le loro contraddizioni capendo da che parte stare. Ma noi vogliamo dialogare con tutti per creare uno schieramento largo che ci consenta di andare avanti e sconfiggere il centrodestra. Chiediamo a Faraone di rivedere la sua posizione, noi crediamo che anche Italia Viva debba stare dentro un progetto di alternativa al centrodestra”.


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