"Popolo di Vizzini" VIDEO Tendopoli, la rivolta "verista" M5S

“Popolo di Vizzini”, VIDEO| Tendopoli, rivolta “verista” M5S

Nome in codice “Ture Follia”, all'anagrafe Salvatore Ferraro: è il grillino per eccellenza del Calatino, candidato sindaco del M5S alle ultime comunali.

VIZZINI (CT) – “Popolo di Vizzini, sono stato molto combattuto perché non sapevo se esternare quello che penso”. Barba folta, sul profilo la foto con Luigi Di Mario, a destra l’hashtag #ilmiovotoconta con tanto di foto seduto su un water, al centro di una discarica. Nome in codice “Ture Follia”, all’anagrafe Salvatore Ferraro: è il grillino per eccellenza del Calatino, candidato sindaco del M5S alle ultime comunali. Tutti lo conoscono: è la rivisitazione pentastellata di Jeli il Pastore, che vive isolato nella splendida terra di Verga, illibata, ma oggi “minacciata” da una tendopoli da 300 posti destinata ai migranti in quarantena. Adoratore di Grillo e di Di Maio, Jeli “Ture Follia”, ha preferito la webcam e i comizi a braccio alla vita dei campi, ma non ha rinnegato, nella patria del verismo, la sua natura di “cane senza padrone”.

Il profilo di Salvatore Ferraro, candidato sindaco M5S alle amministrative 2017 di Vizzini

“Folle”, ma ossequioso

“Ture” ha lanciato la prima manifestazione – già stoppata dalla Prefettura – contro la tendopoli in costruzione per ospitare i richiedenti asilo in un’area militare dismessa. A firmare il decreto è stato, in emergenza, il ministero dell’Interno, col placet del governo Pd – M5S. Ed è qui che l’ex aspirante sindaco entra ed esce dalle pagine di Verga. Jeli il Pastore, infatti, aveva un puledro, che non a caso si chiamava “Stellato”, gli morì e fu licenziato. Ferraro, consapevole che rischia di perdere le “stellette”, incita alla rivolta col rispetto del regolamento Rousseau. Non fa nomi, infatti, non addita Di Maio o Grillo, ma si limita a parlare di “qualcuno”. Qualcuno chi? Ufficialmente nessuno potrebbe espellerlo dal Movimento 5 Stelle.

Rivolta con garbo

Dopo il richiamo al “popolo di Vizzini”, Ture Follia tenta di tenere a bada il suo istinto e si calma, una calma apparente, ma garbata: “Abbiamo appreso che l’ex deposito dell’aeronautica potrebbe anche diventare un centro di prima accoglienza per i migranti che tendenzialmente potrebbero anche essere positivi al Covid e di fronte a una scelta del genere non posso che dire NO”.

Lo stellato battagliero sottolinea di non condividere “le scelte fatte da “qualcuno” e non sono razzista nel dire questo”. Ferraro ricorda che bisogna combattere “il mostro” Covid, possibilmente con le navi, “ma non sono d’accordo di allestire dei centri di accoglienza che potrebbero essere delle bombe che si potrebbero riversare nell’intero territorio e distruggere i sacrifici fatti dai cittadini”.

L’interfaccia

“Stiamo lottando e ci stiamo interfacciando con i nostri esponenti regionali e nazionali, parliamo del mostro Covid, che è sempre lì, pronto a lasciare il segno”. Poi un nuovo video, direttamente in macchina, dove Ferraro comunica ufficialmente che la manifestazione è stata rinviata.

Sale la tensione

Ferraro raccoglie l’abbraccio del suo popolo, la tensione sale attimo dopo attimo a Vizzini e nel circondario. “Grande Ture! – scrive Franca su facebook – sempre in prima linea! Bisogna salvaguardare la nostra salute!”. “Come rimaniamo? – chiede Roberto – Noi ci siamo”.

Jeli Ture Follia è combattuto tra il suo rispetto e “l’atavico senso di giustizia e di vendetta”, per dirla come gli studiosi del personaggio verista. Forse lo “stellato” ha sopportato fin troppo quello che è accaduto attorno a sé e il finale, che sarà raccontato nei prossimi giorni, potrebbe essere tipico di una novella verghiana.

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