Caporalato e Covid, Mannino:|"A rischio i lavoratori" - Live Sicilia

Caporalato e Covid, Mannino:|”A rischio i lavoratori”

Il segretario regionale spiega la campagna "L'Isola senza catene".

CATANIA – “La crisi economica a seguito dell’emergenza Covid rischia di far scivolare ancor di più verso il basso le condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici. Per questo nelle prossime settimane batteremo a tappeto le campagne e i luoghi dello sfruttamento, per dare un segnale forte della nostra presenza”. Alfio Mannino,  segretario regionale Cgil siciliana, lancia l’allarme parlando a margine dell’incontro  di ieri al Chiostro di via Crociferi, storica sede catanese del sindacato confederale, dal titolo “L’Isola senza catene”.

Il nome fa il paio con la campagna  promossa dalla stessa Cgil e Flai per contrastare il lavoro nero nell’Isola. Avrebbe dovuto concludere l’incontro Maurizio Landini, ma i tavoli di lavoro con il governo lo hanno tenuto lontano dall’iniziativa. 

La campagna

“Stiamo tentando di mettere in campo una modalità innovativa d’intervento  – spiega ancora Mannino –  Questa campagna si concluderà con un docufilm che servirà a fare emergere qual è la condizione vera di sottosalariato e lavoro nero nell’Isola e che tocca vasti strati del tessuto produttivo della nostra Regione. Parliamo di agricoltura, edilizia, servizi, turismo, commercio”. Tra i partecipanti all’incontro di ieri anche Giacomo Rota (segretario catanese della Cgil), Davide Foti (Filcams), Giovanni Pistorio (Fillea) e Pino Mandrà (Flai).

In Sicilia il lavoro nero grava come un macigno sullo sviluppo della regione. “La nostra condizione – spiega Alfio Mannino – è stata fotografata di recente dall’Istat: in Sicilia abbia uno scarto di cinque punti percentuali di lavoro nero in più rispetto al resto del Paese. Stiamo parlando del 40% in agricoltura, del 25% in edilizia, 20% nei servizi. È chiaro che ciò rischia di far scivolare verso il basso il nostro sistema economico. È una condizione, quindi, di grande preoccupazione”.

Oltre l’analisi, il sindacato è lì a segnalare talune anomalie del sistema Italia e dei suoi organi di controllo. “Anche l’Inps deve fare la sua parte – continua Alfio Mannino – cosa che finora non ha fatto, a partire dall’agricoltura, realtà dove il lavoro nero ha più aderenza. Riteniamo che sull’edilizia vadano ristabiliti i turni per congruità, soltanto così si potrà far emergere i lavoro nero nel mondo degli appalti e dei sub appalti”. 

Le proposte

Dalla Cgil arrivano intanto le proposte. “È necessario aggredire il problema attraverso tre linee guida – spiega il segretario della Cgil siciliano – Pensiamo prima di tutto che vada riformato il mercato del lavoro in Sicilia. Il rapporto tra domanda e offerta non può più avvenire, come avviene oggi, nelle piazze o nelle mani dei caporali. L’incrocio tra domanda e offerta deve avvenire in un luogo pubblico, dando un ruolo alla funzione degli uffici di collocamento”. 

Spiega ancora Mannino: “Seconda cosa: dobbiamo rimpolpare gli organi ispettivi in Sicilia, perché quelli esistenti sono praticamente smantellati. A Palermo ci sono cinque ispettori per tutta la provincia, a Ragusa uno, mentre a Catania sono tra gli otto e i nove. Terza cosa: abbiamo la necessità di istituire localmente un osservatorio regionale sul lavoro nero”. 


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