Burocrazia, l'ultimo capolavoro: Caputo "sequestrato" per un refuso

Burocrazia, l’ultimo capolavoro|“Sequestrato” per un refuso

Il caso del presidente del Parco dell'Etna Carlo Caputo, funzionario dell'ufficio di Gabinetto di Musumeci.
L'approfondimento
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CATANIA – Quanto tempo ci vorrebbe per percorrere 15 chilometri tra due palazzi della Regione, se a farlo dovesse essere la stessa persona nominata in due enti diversi? Risposta. A causa di un refuso, il tempo necessario potrebbe essere infinito o, almeno, pari a due mesi.

Il caso

Carlo Caputo, presidente del Parco dell’Etna, con sede a Nicolosi, è stato “sequestrato” nel palazzo della Regione di Catania, dove è funzionario del Gabinetto di Musumeci. Tutto questo – come ha verificato LiveSicilia – per 60 giorni a causa di un refuso.

Un errore contenuto in un parere dell’ufficio legale gli ha impedito di assentarsi dal lavoro (ufficio di Gabinetto), per andare a presiedere il Parco dell’Etna. Proprio Caputo che si è distinto per il suo attivismo amministrativo conseguendo il massimo indice di gradimento durante la guida di Belpasso.

Dal punto di vista pratico Caputo non poteva uscire dall’ufficio regionale di Catania e recarsi in quello di Nicolosi dove era stato nominato l’11 maggio.

Il pastrocchio

Il 15 giugno, l’ufficio Legislativo regionale emette un parere sostenendo che, nel caso di Caputo, “troverebbe applicazione l’articolo 79, comma 1, del decreto legislativo 267/2000”.

Su queste basi, Caputo ha potuto raggiungere la sede regionale di Nicolosi solo quando non era in servizio nell’ufficio di Gabinetto di Catania.

Il refuso

Il 3 agosto, l’ufficio Legislativo emette un nuovo parere, ammettendo che “il riferimento al comma 1…deve considerarsi quale refuso da cassare”.

Risultato: adesso Caputo è stato “dissequestrato” dalla burocrazia.

Potrà fruire “del sistema di permessi e licenze”, disciplinati dalle leggi. Due mesi ci sono voluti. Meglio tardi che mai.

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