Si conclude "Isola senza catene"| La campagna proseguirà in autunno - Live Sicilia

Si conclude “Isola senza catene”| La campagna proseguirà in autunno

I dettagli.
L'INIZIATIVA
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CATANIA – “Isola senza catene”, la campagna contro il caporalato e il lavoro nero ideata da Cgil Sicilia, ha chiuso la sua prima fase di iniziative martedì sera con un incontro pubblico tenutosi al Chiostro di via Crociferi,  ma proseguirà in autunno con nuovi eventi. Sono stati sei gli appuntamenti sul territorio organizzati dalla Camera del lavoro insieme a Filcams, Fillea e Flai di Catania, che hanno promosso volantinaggi e contatti a tu per tu con i lavoratori dentro  i luoghi di lavoro – in particolare quelli che operano in contesti agricoli, di commercio e servizi o legati all’edilizia- a rischio di sfruttamento a vari livelli.  All’iniziativa di martedì sera sono intervenuti il segretario generale della Cgil di Catania, Giacomo Rota, che ha spiegato come la campagna abbia perseguito l’intento di “alzare il livello di visibilità rispetto al lavoro che il sindacato compie ogni giorno, per tutelare tutti quei cittadini che rischiano o che sono già nelle condizioni di essere sottopagati e sfruttati”; i tre segretari generali delle categorie che hanno promosso l’iniziativa nel territorio e cioè Davide Foti (Filcams), che ha sottolineato come “non tutto ciò che dall’esterno dei centri commerciali percepiamo come legale lo è davvero. Al contrario, spesso i contratti dei lavoratori nascondono dietro una formula part time, turni di 14 ore al giorno. E ciò vale anche per il mondo di colf e badanti. È bene che tutto questo sia chiaro ai cittadini ed alle istituzioni”;  Giovanni Pistorio (Fillea) che ha spiegato come “oramai il caporalato sia una realtà anche nel settore edile, fenomeno che in Sicilia sembra iniziato da poco. Ma i lavoratori non sono ancora pronti a denunciare i caporali come avviene in altri comparti. Noi li invitiamo a denunciare anche pressioni per la sottoscrizione di verbali di conciliazione irregolari. È venuto il momento di incoraggiare questi lavoratori”.
E ancora Pino Mandrà (Flai)  che ha aggiunto: “Se da un lato è probabile che gli sfruttatori di braccia come quelli che agiscono nei comuni agrumetati di Paternò o Adrano cercheranno di resistere ancora, dall’altro non possiamo ignorare i grandi passi avanti, come avere portato alla luce la legge 199 di cui anche questo governo nazionale, diverso da quello che ha votato la legge, mantiene alto l’interesse. Chiediamo infine una modifica del mercato del lavoro in agricoltura: il collocamento deve avvenire in un luogo pubblico, sperimentando le liste di prenotazioni”.
Grande spazio è stato dato alla testimonianza diretta di lavoratori impegnati in prima linea nella difesa sindacale dei loro colleghi, come Leni Vallejo (colf e badanti) e Annalisa Strano (commercio) o di mediatori culturali come Sonia Alóm (comunità bengalese). Oltre al segretario generale di Flai Sicilia, Tonino Russo, e ai video interventi dei segretari generali nazionali di FLAI, Giovanni Mininni, di FILCAMS, Maria Grazia Gabrielli, di FILLEA, Alessandro Genovesi (tutti hanno riconosciuto i risultati di “Isola senza catene” e sembra prendere piede l’ipotesi  che altre regioni possano replicarne il modello), è intervenuto il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino: “Non è stata una campagna portata avanti con ordinari convegni ma una vera e propria vertenza che affronteremo corpo a corpo insieme alle lavoratrici e ai lavoratori contro lo sfruttamento, il caporalato e il lavoro nero. È stato come fare una fotografia alla condizione di lavoro irregolare nel nostro territorio; l’obiettivo adesso è fare in modo che abbia rilevanza in più livelli della società siciliana affinché siano presi i giusti provvedimenti”.
I lavori sono stati chiusi in video conferenza dal segretario nazionale Giuseppe Massafra, responsabile immigrazione del sindacato, con l’ augurio “che  abbia fine questo sistema che lascia spazio alla lotta degli ultimi contro i penultimi. Quando la paura accomuna una moltitudine di individui, la politica non fa altro che cannibalizzare se stessa cedendo a pulsioni populiste e sovraniste. Il sindacato oggi deve fare i conti con una politica che non è mai “pro” qualcosa ma sempre “contro”. 

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