+++Calcio, ancora scandali NOMI+++ Atletico Catania: 11 indagati

Calcio, pioggia di avvisi| Atletico Catania: 11 indagati

Un'inchiesta complessa, curata dal Pm Marco Bisogni e da Magda Guarnaccia. La parte lesa è l'ex presidente Giancarlo Travagin.
PROCURA DELLA REPUBBLICA
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CATANIA – La Procura di Catania ha chiuso le indagini sulla gestione dell’Atletico Catania, notificando gli avvisi a indagati eccellenti. Ci sono un noto avvocato, un banchiere, alcuni imprenditori e noti personaggi del mondo sportivo.

L’indagine

Un’inchiesta complessa, curata dal Pm Marco Bisogni e da Magda Guarnaccia. La parte lesa è l’ex presidente Giancarlo Travagin, difeso dall’avvocato Ivan Maravigna, che sarebbe stato letteralmente truffato grazie a falsi verbali assembleari. Le indagini sono state chiuse e gli indagati avranno modo per dimostrare la propria estraneità alle accuse.

“Finti amministratori”

Mirko Stefio, Gianluca Barbagallo, Erasmo Vecchio e Francesco Paradiso sono accusati di concorso in falso e truffa “allo scopo di figurare quali amministratori e dirigenti dell’Usd Atletico Catania” e gestire “gli interessi della squadra”. Gli indagati, a vario titolo, si sarebbero accreditati all’Agenzia delle Entrate per operare sul conto corrente aperto da Giancarlo Travagin alla Credem, “redigendo” un “falso verbale” dell’assemblea dell’Atletico Catania. Un’assemblea falsa, secondo la Procura, “costituita da soggetti senza titolo”.

Diffamazione

Mirko Stefio è accusato di diffamazione ai danni di Giancarlo Travagin, nel 2018 presidente dell’Atletico Catania. Su facebook, Stefio ha usato parole dure, parlando di “lestofanti e delinquenti di polli, che Catania non è nata per essere truffata, soprattutto se chi volesse fosse un pulentun della peggiore razza di porci…”

Falso verbale

Stefio, Barbagallo e Paradiso sono accusati di aver predisposto un “falso verbale” dell’assemblea dell’atletico Catania, nominando illegittimamente come presidente Mirko Stefio”.

Inoltre c’è un capo d’indagine per un altro “falso verbale” che avrebbe portato alla nomina di Vincenzo Drago.

L’avvocato presidente

“Pur sapendolo innocente”, scrive la Procura, l’avvocato Vincenzo Drago avrebbe “denunciato falsamente Giancarlo Travagin”, accusandolo di aver “indebitamente trattenuto la documentazione e il denaro per conto della squadra”. A contraddire il contenuto della denuncia, sarebbe stato lo stesso Drago, durante due interrogatori.

Il bancario

Tra gli indagati anche Carmelo Massimiliano Torre, direttore della filiale Credem di via Crispi, accusato di concorso con Vincenzo Drago nel reato di appropriazione indebita. La somma contestata è 63mila euro, “che erano stati personalmente versati da Travagin quale legittimo presidente dell’Atletito Catania”.

Gli “Atletisti”

Per diffamazione, è indagato anche Gianluca Salvatore Barbagallo, che avrebbe utilizzato la chat Atletisti su whatsapp per diffamare Travagin

Il presidente

C’è un altro indagato eccellente, Santino Lo Presti, presidente del comitato regionale della FIGC, che sarebbe stato “consapevole dell’illegittimità delle delibere assembleari dell’Atletico Catania, in contrasto con i provvedimenti emessi dal tribunale federale sportivo”.

Inoltre, Lo Presti avrebbe “autorizzato l’illegittima compagine sociale” a continuare “a disputare le partite del campionato in corso”. A questo si aggiunge che Lo Presti avrebbe attribuito a Stefio e Drago le credenziali per accedere al portale della squadra, e avrebbe consentito a “soggetti non legittimati” di gestire “il titolo sportivo dell’Atletico del valore di 150mila euro”. I reati contestati vanno dal 2018 al 2020.

L’ultimo “presidente”

Un capo d’indagine riguarda anche la nomina di Arturo Barbagallo come presidente, sempre grazie a una falsa attestazione.

Assegni scoperti

In una posizione marginale, poi, è indagato anche Travagin e Domenico Gagliano, direttore generale dell’Atletico: avrebbero emesso due assegni scoperti di poco più di 3mila euro per pagare un magazziniere e un preparatore.

Il commento

“Finalmente – dice a LiveSicilia l’avvocato Ivan Maravigna, difensore di Travagin – va verso la definizione questa incredibile vicenda che rappresenta la punta dell’iceberg di un mondo, quello del calcio dilettantistico siciliano, in cui qualcuno ha ritenuto di potere gestire una funzione delicata e prestigiosa quale la Lega Calcio come fosse il proprio garage”. “Avevamo già vinto – aggiunge il penalista catanese – dinanzi alla giustizia sportiva e davanti a quella bancaria. C’era chi si sentiva così potente da considerare la propria impunità’ come fatto dovuto. Ci costituiremo parte civile – continua – nei confronti di tutti quegli indagati che dovessero essere rinviati o citati a giudizio”.

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