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LiveSicilia.it / Cronaca / Ladri d’auto e raffica di furti Escalation dopo il lockdown

Ladri d’auto e raffica di furti
Escalation dopo il lockdown

Almeno un ladro su tre in azione durante la quarantena, boom di furti da maggio a luglio
PALERMO
di Monica Panzica
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PALERMO – Più di tremila i furti d’auto registrati lo scorso anno a Palermo e sono centinaia quelli già denunciati da gennaio ad oggi nel capoluogo siciliano, nonostante il lungo lockdown. Già, perché nel corso dell’emergenza sanitaria il numero di colpi si è notevolmente ridotto, ma i ladri d’auto – si stima almeno uno su tre – hanno continuato a mettere a segno i furti mentre i proprietari dei mezzi si trovavano a casa. Il fenomeno è poi nuovamente cresciuto, in modo repentino, dal mese di maggio in poi: basti pensare che in quel periodo i colpi sono quasi triplicati a livello nazionale. In città e in provincia, da gennaio alla fine di luglio, i carabinieri hanno già registrato quasi ottocento furti d’auto, mentre sono più di 450 quelli che riguardano ciclomotori e motocicli. I ladri sono quindi tornati in azione a pieno regime e i dati venuti a galla dalla statistica effettuata come ogni anno da LoJack – la società internazionale in prima linea nella lotta contro la criminalità organizzata legata ai furti delle auto, potrebbero essere riconfermati alla fine del 2020.

Un fenomeno dilagante in tutta Italia e che in base ai dati diffusi della società vedono il capoluogo siciliano tra le dieci città più bersagliate, sfiorando i dieci furti al giorno e con ladri sempre più ‘hi-tech’. utilizzerebbero sistemi tecnologicamente sempre più avanzati per rubare utilitarie e suv, dei quali spesso si perdono le tracce. E infatti, a livello nazionale, si assiste a un tasso di recupero dei mezzi rubati molto basso: è del 36 per cento rispetto al 40 per cento dell’anno precedente. Anche a Palermo, la media delle auto ritrovate dopo il furto è di una su tre, le altre spariscono letteralmente. “Tra le tecniche ‘classiche’ dei professionisti del furto – spiegano gli esperti – c’è la riprogrammazione della chiave, così da creare una copia clandestina e accedere senza problemi. Il secondo metodo preferito consiste nel ‘craccare’ l’immobilizer, ovvero il sistema che riconosce la chiave dell’auto e fare in modo che solo quella la possa aprire. Ci sono poi sistemi ancora più complessi, come l’hackeraggio che sfrutta la connessione web dell’auto o il posizionamento di un ricevitore che intercetta il “dialogo” tra chiave ed auto e ne copia i codici (relay attack). In tutta la Sicilia lo scorso anno i colpi sono stati complessivamente 13.178, un dato che fa piazzare l’Isola al quarto posto tra le regioni più colpite. E a Palermo una delle zone ‘più calde’ sarebbe quella compresa tra piazza Sturzo e la stazione centrale, vie del centro storico comprese.

Ma dove finiscono i mezzi rubati? Secondo la società che ha diffuso i dati “la maggior parte dei veicoli rubati viene esportata, con targa rimossa e telaio rinumerato, operazione che in gergo automobilistico viene chiamata “ripunzonatura”. Rivendute, principalmente in Est Europa o Nord Africa, contribuiscono ad un business da diversi milioni di euro, mentre alcune tornano nel nostro Paese.  Sorte diversa tocca ai modelli infarciti di una gran quantità di optional, come Bmw o altri brand premium tedeschi. La rivendita infatti non avviene per l’auto intera, che viene invece smontata pezzo per pezzo per andare a rimpolpare il mercato dei ricambi online, o tramite mercato nero. Ma non solo ricettazione: i mezzi rubati si trasformano spesso in strumento per mettere in atto una estorsione, come è emerso anche pochi giorni fa con l’operazione dei carabinieri “Safe Houses”, che ha condotto a tre arresti nella zona di Misilmeri, nel Palermitano. La banda, dedita a furti e rapine, non si era fatta sfuggire l’occasione di ‘ricattare’ un commerciante dopo aver rubato il suo furgone. Per riaverlo indietro, la vittima avrebbe dovuto sborsare trecento euro. 

Ed ecco la ‘classifica’ dei modelli che più farebbero gola ai ladri: al primo posto c’è la Fiat Panda, al secondo la Fiat 500, al terzo la Fiat Punto, al quarto la Lanci Ypsilon, al quinto, la Renault Clio, al sesto la Ford Fiesta, seguita da Fiat 500 X, Fiat 500 L e Smart For two.

Pubblicato il 9 Agosto 2020, 05:549 Agosto 2020, 20:02
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Commenti
  1. Maria Grazia 5 mesi fa

    Ma come? Quando si trattava di limitare la libertà di movimento di cittadini liberi e garantiti dalla Costituzione, non mancavano droni in spiaggia e forze dell’ordine a ogni angolo. Per la criminalità invece si torna alla cronica “mancanza di risorse”?

    Rispondi
  2. Francesco 5 mesi fa

    I primi quattro posti sono occupati da auto del gruppo FCA. Direi che a fronte del calo delle immatricolazioni e della feroce concorrenza almeno da questo punto di vista alla FCA non possono lamentarsi, anzi potrebbero pure sfruttare la notizia scrivendo nella loro pubblicità: “le nostre sono auto che vanno a ruba”.

    Rispondi

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