Claudio Fava: "Disponibile a correre per un campo largo" - Live Sicilia

“Campo largo di alternativa?|Disponibile a guidarlo”

Claudio Fava risponde all'appello del Pd: "Io come Conte? Se ci fossero le condizioni politiche sì"
L'INTERVISTA
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3 min di lettura

L’ipotesi di un campo largo del centrosinistra, lanciata dal segretario del Pd Anthony Barbagallo, incassa un convinto sì da parte di Claudio Fava e del movimento ‘I Cento Passi’. Per metterla insieme serve però totale discontinuità dall’esperienza di governo Musumeci. Così il deputato regionale dà il via libera e si dice disponibile, in caso di condizioni politiche favorevoli, anche a guidare la coalizione. La cosa giallo-rossa potrebbe avere già un Giuseppe Conte siciliano.  

Il segretario del Pd, Anthony Barbagallo, ha lanciato la proposta di un campo largo che comprenda le forze che governano insieme a Roma per le prossime lezioni regionali siciliane. I Cento Passi rispondono all’appello?

“Assolutamente sì. Per altro abbiamo lavorato in questi anni insieme alle altre forze di opposizione in Sicilia non solo per fare un fronte anti Musumeci, ma anche per proporre una visione politica che mette al centro le priorità del tutto diversa da quella del governo. Quindi c’è un merito politico sul quale ci siamo incontrati e spesso trovati. Si tratta adesso di riportarlo a sintesi”.

Su quali programmi immagina di costruire una coalizione realmente alternativa a quella che governa attualmente la Sicilia?

“Serve una coalizione che sappia mettere un’idea di sviluppo della Sicilia al centro del programma di governo e che abbia soprattutto una pratica di governo libera da lacci e lacciuoli: che non debba obbedire a nessun grande elettore, che si ritenga libera di potere avviare le grandi riforme che aspetta la Sicilia senza chiedere permesso a nessuno, cosa alla quale invece questo governo è costretto. Penso al tema dei rifiuti, al tema della viabilità e delle opere pubbliche, alla necessità di una Sicilia che esca dagli stereotipi ai quali il governo Musumeci ha lavorato in questi anni. Penso a tutto quello che può produrre non solo consenso, ma condivisione e ricchezza”.

Lei vestirebbe i panni di un Giuseppe Conte siciliano? Sarebbe disponibile insomma a guidare questa coalizione?

“Se ci fossero le condizioni non soltanto politiche ma anche umane, cioè di condivisione profonda di una sfida di questo tipo, sì”.

Qualcuno sostiene che le amministrative potevano essere un banco di prova per lanciare questa coalizione, ma non sempre sarà così. I Cento passi come si sta muovendo in vista del voto di ottobre?

“Con uno spirito sempre unitario che va in questa direzione e naturalmente anche ascoltando le storie che ciascun territorio propone. Le formule di governo non si possono applicare come se fossero delle aspirine sui territori a prescindere da quello che è accaduto nei territori nel corso degli anni. Però abbiamo dato un contributo perché in alcuni comuni, determinanti anche alla luce della storia recente, ci fosse questo sforzo unitario: penso a Barcellona, Termini Imerese e Marsala. Su questo credo che abbiamo dato prova in Sicilia di maggiore senso di responsabilità e unità rispetto a quanto stia accadendo nelle altre regioni italiane”.

Nel Catanese, invece, quali sono i rapporti con i potenziali alleati?

“Rapporti ottimi come nel resto della Sicilia. Non ci sono grandi comuni che vanno al voto in provincia di Catania e questo l’ha lasciata più in disparte rispetto alla ricerca di una strategia comune. Ma a Catania ci sono vicende politiche che su questo pretenderanno che le forze di opposizione si ritrovino con una strategia condivisa. Il fatto che l’amministrazione comunale sia sull’orlo di colare a picco, nelle condizioni in cui si trova il sindaco, pretende non soltanto un tempo di attesa verso le nuove elezioni ma anche la capacità di anticipare un’azione politica che cerchi di mettere in campo un’idea di governo totalmente alternativa a quella che abbiamo conosciuto negli ultimi anni, costruita non in occasione di una campagna elettorale ma approfittando di un tempo in cui il governo della città ha messo il pilota automatico e si sta occupando dell’ordinaria amministrazione come in un qualsiasi condominio: una città come Catania abbia diritto a una visione un po’ più articolata e ambiziosa di questa amministrazione condominiale”.


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