"Ecco chi ha finanziato la latitanza del boss in Toscana"

“Ecco chi ha finanziato|la latitanza del boss in Toscana”

I verbali che svelano i retroscena della fuga nel 2016 di Concetto Bonaccorsi, oggi pentito.
DAL MENSILE S
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Mario Strano e il killer Concetto Bonaccorsi, fratello di Ignazio (l’uomo che fu arrestato decenni fa a Napoli insieme al capomafia Turi Cappello), avrebbero avuto un “rapporto privilegiato”. ‘U carateddu, questo il nome mafioso del collaboratore di giustizia, sarebbe stato addirittura “finanziato” dall’ex boss di Cosa nostra nel corso della sua latitanza. La rivelazione arriva dai verbali che sono finiti nelle carte dell’inchiesta Camaleonte. Verbali integralmente pubblicati sul Mensile S in edicola.

Nel 2016, infatti, Concetto Bonaccorsi non rientrò in carcere dopo un permesso premio e grazie alla ‘copertura’ di diversi fiancheggiatori riuscì a rifugiarsi in Toscana, nelle campagne pistoiesi, dove poi è stato catturato ad aprile 2017. Pochi mesi dopo la decisione di vuotare il sacco alla magistratura. E in quelle confessioni c’è anche il nome di Mario Strano.

Durante la latitanza Concetto Bonaccorsi sarebbe riuscito addirittura a fare brevi soste a Catania. E in una di queste visite ‘mordi e fuggi’ avrebbe incontrato personalmente  Acchiana e scinni (nomignolo di Mario Strano).

Il collaboratore traccia anche un profilo criminale, sia a livello di ruolo all’interno del clan, sia di personalità. Strano avrebbe avuto “un ruolo di rappresentanza” del sodalizio, sia, per così dire, “interna, in occasione di incontri volti a dirimere controversie insorte – scrive il giudice per le indagini preliminari Pietro Currò – tra appartenenti al medesimo sodalizio, sia “esterna” allorquando era necessario “regolare” i rapporti con altre consorterie”.

E inoltre “l’indagato è stato indicato come un lucido “stratega” mosso dall’intento di raggiungere l’obiettivo della massimizzazione del proprio interesse”. 

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