+++"Forestali stagionali a casa"+++ Lo scandalo nella Sicilia che brucia

“Forestali stagionali a casa” |Mentre la Sicilia va a fuoco

La replica di Toto Cordaro, assessore all'Ambiente: "I ritardi sono stati causati dal Covid". I PARTICOLARI
L'APPROFONDIMENTO
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CATANIA – “Ogni giorno di agosto, mentre la Sicilia bruciava, 10mila forestali addetti alla manutenzione erano a casa licenziati”. E restando sul divano, il loro costo complessivo, 200milioni di euro l’anno, non cambiava. Sono le parole di Alfio Di Vincenzo, per 35 anni forestale, oggi rappresentante del sindacato Sifus, noto per aver denunciato Crocetta ed essere in prima linea nel nuovo braccio di ferro con Nello Musumeci.

Alla denuncia di Di Vincenzo, si è aggiunta quella di Uil e Uila, che dopo l’incendio che ha lambito Altofonte, hanno annunciato battaglia: “Altofonte brucia, la Sicilia brucia – hanno detto Claudio Barone e Nino Marino, segretari generali di Uil e Uila Sicilia – la Regione intanto resta colpevolmente inerte di fronte alla devastazione del territorio che minaccia cittadini e comunità per mancanza di prevenzione e di squadre antincendio” .

Ma l’assessore al Territorio e Ambiente Totò Cordaro rivendica il lavoro portato avanti: “Ho visto i sindaci piangere e ringraziarci per quello che abbiamo fatto, i sindacati sanno benissimo che la stagione di prevenzione è partita in ritardo solo a causa del Covid”.

Di Vincenzo però è determinato e chiede, al governo Musumeci: “Perché avete lasciato a casa i forestali manutentori ad agosto licenziandoli?”.

Il rischio

“Colpa della pandemia” secondo l’assessore Cordaro, “colpa del governo Musumeci che ha lasciato a casa gli addetti alla manutenzione”, secondo il Sifus. In Sicilia, la prevenzione antincendio e la manutenzione dei boschi rischiano di essere fatte con l’arrivo delle prime piogge, o, addirittura, come è accaduto in passato, alle prime nevicate in alta quota. Al contrario, però, la stagione più calda è trascorsa con una terribile mattanza di boschi e parchi distrutti dal fuoco. “Ci sono 10mila addetti alla manutenzione e 8mila all’antincendio”, spiega Di Vincenzo, “i primi hanno un compito importantissimo, prevenire gli incendi realizzando la pulizia dei boschi e i viali parafuoco”. Opere fondamentali che, però, sono iniziate in ritardo “e all’improvviso sono state arrestate”. Questo ha finito per mettere in crisi il sistema di prevenzione.

Scarsa prevenzione

Realizzare i viali parafuoco vuol dire arrestare gli eventuali incendi, contenerli evitando che vadano in fumo centinaia di ettari, con rischi elevati anche per le persone. “Parliamo di un esercito di stagionali che sa lavorare ma che è stato tenuto a casa – incalza Di Vincenzo – e così, mentre i boschi rischiavano di bruciare, nel momento più caldo dell’anno, il 3 e il 4 agosto, i forestali addetti alla manutenzione venivano licenziati nell’attesa di essere riassunti a settembre o ottobre”.

Addirittura, quest’anno, alcuni gruppi di forestali 51unisti, cioè coloro che fanno 51 giornate di lavoro a stagione, hanno iniziato a operare “tra il 15 e il 20 giugno”.

La pandemia

“La prevenzione – sottolinea l’assessore all’ambiente Totò Cordaro – si fa da gennaio a maggio, perché l’antincendio parte il 15 giugno. A febbraio avevamo approvato la finanziaria, dal 23 è iniziato il lockdown e l’attività preparatoria non si è potuta fare anche perché tra i codici Ateco per la riapertura, il governo Conte aveva dimenticato l’attività di silvicoltura”.

Continua Cordaro: “Eravamo già a fine aprile e il governo intervenne immediatamente. Questi tre mesi non li potevamo recuperare, il gap di prevenzione è stato questo consentendo a quegli assassini di appiccare il fuoco”. L’assessore diventa furioso quando ascolta le critiche del Sifus: “Ma con 216 incendi in un giorno e 44 fuochi appiccati contemporaneamente cosa avremmo dovuto fare? Di cosa parla il Sifus? Per il licenziamento degli addetti alla manutenzione chiedete agli uffici competenti. Mi sento solo di ringraziare – conclude l’assessore – donne e uomini che hanno messo a rischio la loro incolumità. Abbiamo rischiato che il comune di Altofonte andasse in fumo”.

Gli anziani

Al contingente si aggiungono anche i forestali addetti allo spegnimento dei fuochi. Età media “60 anni, pochissimi dispositivi di protezione e mezzi quasi sempre fatiscenti”, ricorda il sindacalista Di Vincenzo. A Messina, in molti piangono per il forestale scomparso tragicamente durante un intervento: aveva 67 anni. Cordaro, però, assicura che è in itinere la nuova gara da 24milioni di euro per i mezzi destinati ai forestali.

I dati

A conti fatti, al momento, i 101unisti “hanno lavorato 42 giorni, i 151unisti 60 giorni e siamo a settembre”, tuona il leader del Sifus.

Inoltre, non è ancora chiaro quando completeranno la stagione i forestali. “Per i 78isti e i 101isti non sappiamo niente – conclude Di Vincenzo, il lavoro grosso l’ha fatto il fuoco, purtroppo”.

Scontro politico

Da Ignazio Corrao del M5S ai sindacati, dall’ex assessore Antonello Cracolici ai sindaci dei territori danneggiati dagli incendi, tutti sul piede di guerra. La tensione sale anche tra le fila dell’esercito di forestali, da sempre utilizzato come serbatoio di voti dalla politica. Gli stagionali sono una delle spine nel fianco del governo Musumeci. Edy Bandiera, con delega all’Agricoltura e l’assessore Totò Cordaro con delega all’Ambiente, lavorano alla nuova riforma.

Bandiera, attraverso il suo staff, contattato da LiveSicilia preferisce non entrare nel merito e non rispondere alle critiche degli ultimi giorni. Tra i nodi da sciogliere ci sono le mansioni e la carenza di personale dei forestali in divisa, che spesso controllano territori vasti ad altissimo rischio: sono 500 in tutta la Sicilia, ma dal prossimo anno scenderanno a 400. Un numero che si contrappone allo sterminato elenco di stagionali.

“Al lavoro per migliorare il sistema”

Toto Cordaro, assessore all’Ambiente, assicura l’impegno del governo Musumeci sul fronte dei forestali, compresi quelli in divisa: “Gli agenti sono 400 su un organico di 1.200, ma questa eredità ce la siamo trovata in ragione del fatto che il governo Crocetta aveva bloccato il turnover, e abbiamo dovuto ridisegnare il fabbisogno su un decreto del 2001. Abbiamo approvato una legge che fa ripartire i concorsi nel corpo forestale. Abbiamo fatto quello che era necessario fare da tempo”.

Il governo Musumeci deve confrontarsi con la difficoltà di rendere operativa una macchina costosa e, spesso, scarsamente produttiva. Tra i nodi anche quello delle risorse. Ma bisogna fare presto, perché la stagione estiva, che non si è ancora conclusa, è stata molto difficile.


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