I 5 Stelle siciliani allo scoperto: "Conte mandi a casa Lamorgese" - Live Sicilia

I 5 Stelle siciliani allo scoperto: “Conte mandi a casa Lamorgese”

Parte l'attacco finale al ministro-tecnico del Viminale dopo i disastri siciliani.
IMMIGRAZIONE
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E alla fine il Movimento 5 Stelle uscì allo scoperto. Con un comunicato che chiede a chiare lettere la testa (politica, sui intende) di Luciana Lamorgese. Hanno pazientato finché non c’è scappato il morto, ma alla fine i pentastellati si sono fatti sentire con chiarezza, chiedendo a Giuseppe Conte di valutare un passo indietro della prefetta piazzata al Viminale. Da quella poltrona, dopo i tweet e il populismo da spiaggia di Matteo Salvini, la “tecnica” Lamorgese ha gestito il dossier immigrazione con sobrietà, ma quando ha fatto irruzione l’emergenza Covid che si è intrecciata col tema dei migranti, il ministro e il ministero sono andati in tilt. La gestione della situazione in Sicilia è stata disastrosa e ha permesso a Nello Musumeci di vincere facile, con quell’ordinanza improbabile che è sembrata scritta apposta per farsela impugnare e che però ha “alzato la voce” mettendo in qualche modo con le spalle al muro Roma che ha annunciato interventi che appaiono tardivi.

E adesso si fanno sentire con una sola voce i deputati regionali dei 5 Stelle. “Strutture di accoglienza totalmente insicure e inadeguate, non all’altezza di un Paese civile: Conte valuti se chiedere alla Lamorgese di mettersi da parte”. Questo il titolo del comunicato lanciato dopo la tragedia di Siculiana, dove un migrante in fuga è morto investito e tre poliziotti sono rimasti feriti.

“La misura è colma”

“Da tempo – affermano i deputati – chiediamo al ministro e alla Regione un cambio di passo nella gestione del fenomeno. Al premier Conte, che sta operando benissimo in tantissime direzioni e in un contesto storico difficilissimo, il nostro incondizionato appoggio, ma anche un messaggio: il delicatissimo ruolo al Viminale, specie in un frangente delicato come questo, non può essere affidato ad un tecnico. La misura è colma, non è possibile che fatti come quello di Siculiana accadano o, peggio, si ripetano: il Viminale va affidato a chi ha la forza di prendere decisioni e non lascia tutto in balia degli eventi”.

“Musumeci – continuano i deputati – non si faccia comunque illusioni: la gestione del fenomeno da parte della Regione non solo è totalmente fallimentare, ma anche ipocrita e populista. Non sono certo le inutili ordinanze scritte in favore di telecamere a risolvere un problema complesso, come quello dei migranti, specie, poi, se le comunicazioni importanti vengono fantozzianamente inoltrate ad indirizzi di posta elettronica fantasma”.

Verso il rimpasto

D’altronde già nelle settimane scorse la gestione del Viminale era stata criticata dal sindaco grillino di Caltanissetta Roberto Gambino, dopo la prima fuga di massa dal Cara. Difficile immaginare che un’uscita di quel tipo non fosse stata per lo meno comunicata ai vertici del Movimento. Che si prepara al rimpasto nell’aria dopo le Regionali (se non arriverà una batosta tale da far saltare definitivamente il governo) e ha puntato il bersaglio del Viminale. Dove in effetti è difficile immaginare che un politico, anche il più sprovveduto, avrebbe potuto gestire così la pratica. Per lo meno avrebbe dichiarato lo stato d’emergenza a Lampedusa o avrebb messo in campo gesti anche simbolici che avrebbero bagnato le polveri del populismo di destra, forte di più di una buona ragione nel denunciare le disfunzioni nei centri. Non è accaduto, e adesso, dopo la tragedia, i pentastellati siciliani accendono la miccia per la resa dei conti nella fragile maggioranza giallorossa. E la tempestiva difesa del ministro da parte diun sindaco del Pd, Roberto Ammatuna di Pozzallo (“Non posso minimamente condividere la presa di posizione dei deputati del Movimento 5 Stelle all’Assemblea regionale siciliana che chiedono un passo indietro al ministro dell’Interno. Nel vuoto istituzionale dello Stato e della Regione Sicilia sul problema immigrazione, ci mancherebbe soltanto che fosse sostituita l’unica persona, il ministro Lamorgese, che insieme alla prefettura è stata un referente istituzionale affidabile e concreto in questa emergenza”) è indicativa.

LEGGI ANCHE: Le sette domande al governo Conte su Covid e immigrazione.

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