L’ergastolano Carmelo Terranova, 72 anni, di Siracusa, è morto nel centro clinico del carcere di Parma dove era tornato il primo giugno scorso dopo un mese trascorso ai domiciliari. La Procura ha aperto un’inchiesta e disposto l’autopsia.
Il suo nome faceva parte della lista dei detenuti a cui era stata concessa la detenzione domiciliare per motivi di salute. Una lista che tante polemiche e indignazioni aveva sollevato nei mesi scorsi. Era un soggetto a rischio per un pregresso infarto e per problemi respiratori. Affetto da uno scompenso polmonare viveva con la mascherina per l’ossigeno 24 ore su 24. Un eventuale contagio da Coronavirus sarebbe stato fatale.
Mandato a casa il 30 aprile dal Tribunale di sorveglianza di Bari, il primo giugno era stato riportato in cella a Parma, una struttura che ospita un centro clinico dove Terranova è stato ricoverato il 14 agosto. Prima è rimasto nel carcere Cavadonna di Siracusa, dopo che un medico ha rivalutato le sue condizioni cliniche inizialmente giudicate incompatibili con il carcere. Una rivalutazione prevista da due decreti del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, seguiti alle polemiche per le scarcerazioni.
Ecco perché il suo legale, l’avvocato Antonio Meduri, parla di “decisione politica e non giudiziaria, presa sull’onda delle pressioni mediatiche. Non si comprende quale potesse essere la pericolosità di un uomo gravemente malato. Mi limito a riportare le parole che lo stesso Terranova mi ha ripetuto: ‘Stanno facendo la guerra a quattro vecchietti'”.
Cosa farà adesso il legale? “Al momento nulla, attendiamo l’esito dell’autopsia per capire le cause del decesso”.
