Scomparso il boss Calogero Conti Vietati i funerali pubblici

Scomparso il boss Calogero Conti|Vietati i funerali pubblici

Negli anni 70 e 80 è stato il capo della famiglia di Ramacca. (Ha collaborato Francesco Scollo)
IL PROVVEDIMENTO DEL QUESTORE
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L’ultimo che aveva pronunciato il suo nome è stato il pentito Francesco Di Carlo l’anno scorso nel corso di un’udienza al Tribunale di Catania. il boss di Altofonte, recentemente scorparso a causa del Covid-19, ha raccontato ai magistrati le sue conoscenze nella mafia catanese e tra i tanti personaggi c’era anche Calogero Conti. Il vecchio boss di Ramacca è deceduto per cause naturali nella sua casa di Ramacca lo scorso 4 settembre. Aveva 95 anni. 

Il Questore di Catania – per motivi di ordine pubblico e sicurezza e per evitare azioni eclatanti di cordoglio – ha vietato i funerali pubblici e ha disposto che le esequie, che si sono svolte in forma privata sabato scorso alle 11 nella chiesta di San Giuseppe a Ramacca, senza corteo o alcuna manifestazione esterna.

Il rito funebre ha visto la partecipazione di qualche decine di persone si è svolto nel pieno rispetto delle disposizioni del Questore. L’attività di osservazione è stata espletata dai carabinieri. 

Calogero Conti è lontano dalla cronache giudiziarie già da tempo. Solo qualche riferimento, ma sempre legato a un lontano passato criminale, di qualche collaboratore di giustizia. Uno dei primi pentiti a parlare di lui è stato oltre trenta anni fa Antonio Calderone, fratello del padrino (poi ucciso) Pippo cannarozzo d’argento.

In un verbale rarissimo della primavera del 1986 del Tribunale penale di Marsiglia, recuperato da LiveSicilia, Calderone – davanti ai giudici istruttori Giovanni Falcone e Gioacchino Natoli, al sostituto procuratore a Palermo Giuseppe Sciacchitano e al vice questore aggiunto Antonio Manganelli- descriveva “Calogero Conti come il capo della famiglia di Ramacca ed era anche il vice-rappresentante della provincia di Catania”.

Secondo i racconti lucidissimi di Calderone – dalle cui rivelazioni si è per la prima volta scoperto il peso della mafia catanese – Conti sarebbe stata una persona vicina ai Corleonesi, in particolare “a Leggio, Riina e Provenzano.

Su Luciano Leggio aveva anche degli aneddoti particolari: “Faccio presente che intorno al 1972, Conti curò l’acquisto di un terreno per conto di Leggio a Vaccarizzo. Su questo terreno Leggio fece costruire una villa nella quale, penso, sono stati ricavati dei locali per custodire i sequestrati”. 

Calogero Conti dopo il suo arresto perse potere. Il baricentro della mafia calatina si spostò a San Michele di Ganzeria con Ciccio La Rocca, capo della famiglia di Caltagirone. Il vecchio padrino durante l’emergenza covid è stato scarcerato per motivi di salute durante. Negli ultimi mesi ha trascorso diversi periodi in ospedale. Le sue condizioni, infatti, sono critiche.  

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