Il Kouros ritrovato|in mostra a Siracusa - Live Sicilia

Il Kouros ritrovato|in mostra a Siracusa

Fino al 7 marzo 2021
AL MUSEO PAOLO ORSI
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3 min di lettura

Il torso del Kouros di Lentini e la Testa Biscari , finalmente ricongiunti, saranno in mostra a Siracusa nella prestigiosa sala centrale del Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi, dall’9 settembre 2020 al 7 marzo 2021. L’iniziativa è stata promossa dalla Regione Siciliana, dal Comune di Catania (Assessorato alle Attività e beni culturali) e dalla Fondazione Sicilia, in collaborazione con il Dipartimento ai BB.CC. AA. e dell’Identità siciliana e con l’Associazione LapiS La “Testa apollinea” rinvenuta nel Settecento da Ignazio Paternò Castello, principe di Biscari, e appartenente al Museo di Castello Ursino, si ricongiunge con il torso acefalo di efebo acquisito nel 1904 da Paolo Orsi e appartenente al Museo Archeologico di Siracusa che porta il suo nome. L’idea lanciata dal critico d’arte Vittorio Sgarbi e dal Sindaco di Catania, si è concretizzata grazie al sostegno della Fondazione Sicilia che ha incaricato Sebastiano Tusa del coordinamento tecnico-scientifico ed esecutivo. L’opera, dopo il restauro eseguito dalla ditta Siqilliya, è stata presentata per la prima volta l’11 novembre 2018 a Palermo nella sala della Cavallerizza di Palazzo Branciforte, sede della Fondazione. Protetta da un basamento in acciaio che funge da dissuasore, poggia su un supporto espositivo realizzato dallo scultore palermitano Giacomo Rizzo. Sebastiano Tusa, prima della tragica scomparsa, ha mirato a restituire integrità alla statua, risolvendo la querelle che per anni ha impegnato la comunità scientifica in supposizioni e ipotesi sull’effettiva pertinenza dei due reperti a unica scultura di età arcaica. Determinante presupposto per l’iniziativa di ricongiungimento sono state le indagini petrografiche e geochimiche promosse dall’associazione LapiS (Lapidei Siciliani) già nel 2011 e integrate nel 2019, grazie alle quali è possibile affermare in maniera univoca che testa e collo del giovinetto sono parti della stessa opera scolpita in un blocco di marmo, prelevato nell’isola greca di Paros.

Per l’assemblaggio reversibile dei due reperti si è utilizzato il foro già esistente alla base della testa, troncata nettamente nel Settecento, colmando “la brevissima lacuna” con una protesi in materiale plastico ad alta resistenza, appositamente progettata e prototipata. Un intervento di pulitura eseguito da Siqillija srl nei laboratori del Centro Regionale Progettazione e Restauro ha inoltre permesso la rimozione dei depositi e delle incrostazioni che occultavano la superficie marmorea della parte posteriore e dei fianchi del torso, per un riequilibrio delle variazioni tonali che permette di apprezzarne pienamente i valori materici . Una nuova opera si aggiunge così al catalogo della statuaria della Sicilia greca: il Kouros di Leontinoi . Sebastiano Tusa ha definito il ricongiungimento delle due parti anatomiche dell’opera un vero e proprio nuovo ritrovamento archeologico , e quale Assessore Regionale ai beni Culturali ha deciso che dopo l’esposizione a Palermo, Catania e Siracusa, l’opera continuerà a essere intesa come una realtà unitaria e non più come due distinti reperti conservati in musei diversi, come spiega nel breve video che introduce il visitatore alla mostra. Il “ Kouros ritrovato” sarà quindi condiviso dai due musei proprietari con periodi di esposizione che l’accordo di partenariato prevede durino almeno un anno. Il progetto di allestimento della mostra , ideato dall’architetto Francesco Mannuccia, è stato adattato alle esigenze degli spazi espositivi del Museo Paolo Orsi di Siracusa seguendo le puntuali indicazioni del compianto direttore Calogero Rizzuto. L’organizzazione e la produzione della mostra sono state affidate a Civita Sicilia.

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