Inchiesta dopo il suicidio in carcere Tensioni tra la polizia penitenziaria

Inchiesta dopo il suicidio in carcere: tensioni tra la polizia

Proclamato lo stato di agitazione degli agenti che lavorano nel carcere di Caltagirone.

Gli agenti della Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Contrada Noce di Caltagirone hanno proclamato lo stato di agitazione.

Le indagini dopo il suicidio


La presa di posizione del sindacato arriva dopo l’iscrizione nel registro degli indagati di quattro agenti a seguito del suicidio in carcere di Giuseppe Randazzo, l’uomo che lo scorso 13 agosto a Caltagirone, dopo una lite ha ucciso la moglie Caterina Di Stefano.

Il suicidio non sarebbe ascrivibile secondo il sindaco SiNAPPE “a condotte omissive nel controllo del detenuto. Su di lui non sarebbe stata prevista alcuna sorveglianza a vista dagli uffici di competenza”.

“Mancanza di personale”

Angelo Allegra segretario provinciale SiNAPPE è perentorio: “Mancano più di 40 unità sui diversi ruoli, abbiamo turni che vanno da 8 a 10 ore, nonostante l’accordo quadro ne preveda al massimo 6 e gli stessi sono coperti sotto i livelli minimi di sicurezza. L’amministrazione centrale di Roma e anche di Palermo non rispondono alle richieste, c’è un grave rischio di sicurezza e ordine all’interno del carcere. Le condizioni di stress del personale sono elevatissime”.

“Numeri e condizioni del carcere”

I detenuti ospitati nel carcere di contrada da Noce sono di media sicurezza, sono oltre cinquecento e da circa cinque anni si attende la chiusura dei blocchi 50 e 25, le cui condizioni di vivibilità sono considerate dal sindacato “deplorevoli”, per lavori di ristrutturazione ed ammodernamento, promessi ma ancora non ancora iniziati. 

Famiglie dei detenuti sotto la pioggia o il sole battente


Le famiglie che vanno in visita ai parenti detenuti in carcere non hanno un luogo dove sostare prima della visita, non esistono locali idonei, ne sale d’attesa ne sevizi igienici.

Il carcere ricade in una contrada a 7 km dal centro abitato ed in tutta l’area è impossibile anche comprare una bottiglia d’acqua a meno di risalire nel centro abitato.

Oltre cento persone al giorno attendono dentro le auto, sotto la pioggia o sotto il sole battente di poter varcare i cancelli senza alcun supporto esterno. Bambini e neonati seguono la sorte degli adulti anche per ore. 

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