"Molti ricoveri e meno gravi|Ma attenti all'inverno..." - Live Sicilia

“Molti ricoveri e meno gravi|Ma attenti all’inverno…”

Qual è la situazione del Coronavirus a Palermo? Il punto al 'Cervello'.
IL CORONAVIRUS A PALERMO
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PALERMO- “Abbiamo molti ricoveri, ma con sintomi meno gravi, perché adesso i pazienti li intercettiamo prima che il Coronavirus renda le loro condizioni pericolosissime. Sì, arrivano prima”.

Tiziana Maniscalchi, direttore facente funzione del pronto soccorso dell’ospedale ‘Cervello’, dove, a Palermo, vengono convogliati i casi sospetti o conclamati di Covid, affronta il momento con pragmatismo. Lei e i suoi colleghi sono rimasti dove li avevamo lasciati, con la semplicità del coraggio, nella trincea di tutti. Siamo in una fase estremamente delicata per la pandemia, nel cuore di settimane cruciali. Tra gli ultimi ricoverati, ci sono due ospiti della ‘Missione Speranza e Carità’ di Biagio Conte. Si trovano, in condizioni stabili, al reparto di Malattie infettive.

Vediamo molti malati con il virus perché, come sappiamo, il ‘Cervello è Covid Hospital. Tante cose utili si stanno facendo per la sanità sul territorio, l’organizzazione va bene. Molto dipenderà dal numero dei focolai”. Così dice la dottoressa Tiziana. Che spiega il punto: “E’ chiaro che si presentano diverse persone in più rispetto al lockdown, perché le aperture, giocoforza, provocano un aumento di casi. E i focolai tendono a crescere. Credo che la partita si giocherà sulla nostra capacità di tracciamento e di isolamento. Ma se i focolai si allargheranno troppo, tutto diventerà molto più difficile e complicato”.

Il numero dei ricoverati, insomma, non è una cattiva notizia in senso assoluto: “Perché – dice la dottoressa – adesso anche le persone vanno prima in ospedale. C’è una maggiore sensibilizzazione. Ci sono più diagnosi precoci. Pure noi abbiamo una esperienza diversa che ci aiuta nella sfida. Oltretutto, moltissimi pazienti vengono mandati a casa celermente, il turnover funziona”.

Ma c’è una strada che porta verso un potenziale imbuto in inverno. “Dobbiamo stare attenti, perché, verosimilmente, potrebbe andare peggio. Le condizioni ambientali dell’estate ci hanno dato una mano e l’avvento del freddo non sarà un vantaggio. Ci si ammalerà più facilmente, stando al chiuso e ci saranno i sintomi dell’influenza”. Cosa fare? La dottoressa Maniscalchi non ha dubbi: “Sarà decisivo vaccinarsi in massa per l’influenza stagionale e continuare a mantenere le precauzioni”.


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