Sulla 'Allegra' i 263 della Open Arms La Ong: "Troppa attesa, diritti violati"

Sulla ‘Allegra’ i 263 della Open Arms|La Ong: “Troppa attesa, diritti violati”

Foto Open Arms
Ok al trasbordo sulla nave-quarantena di Gnv

PALERMO – Si è conclusa positivamente, ma con una coda polemica, la vicenda dei migranti che da dieci giorni erano a bordo della nave Open Arms, dopo il salvataggio nelle acque del Canale di Sicilia. Via libera dal governo al trasbordo sulla nave-quarantena ‘Allegra’ di Gnv. Un ok sofferto, atteso due lunghi giorni durante i quali la tensione a bordo della imbarcazione della Ong spagnola Proactiva Open Arms è salita abbondantemente.

Prima i 75 migranti tuffatisi giovedì in mare per colmare a nuoto i 1.500 metri che li separavano dalla terraferma, poi il secondo tentativo di questa mattina: altri 48 profughi giù dalla Open Arms e il fondatore della Ong, Oscar Camps, che si rivolgeva con termini durissimi nei confronti del governo italiano: “Pur sapendo che la situazione di a bordo è al limite, l’Italia ci abbandona senza alcuna soluzione né informazione. Le sofferenze a bordo aumentano incessantemente, sia per i migranti che per l’equipaggio”. Un tentativo di alzare i toni che ha avuto l’effetto sperato e così nel pomeriggio l’ok al trasbordo.

Le operazioni si sono appena concluse: i 140 migranti che erano rimasti sulla Open Arms ora sono a bordo della ‘Allegra’ e lì trascorreranno il periodo di quaranrtena necessario prima che le autorità possano esaminare la loro posizione. Sulla ‘Allegra’ anche le 123 persone che negli ultimi due giorni si erano buttate in mare. Si conclude così, dopo 22 giorni, la missione 76 di Open Arms ed Emergency, che dall’8 settembre ha soccorso 276 naufraghi in tre operazioni distinte, due in Sar maltese e una in Sar libica.

I naufraghi, secondo lo staff medico di Emergency, “erano estremamente provati dal viaggio e dalle condizioni di vita, e spesso di detenzione, precedenti”. Open Arms ed Emergency, però, sottolineano: “Far attendere così a lungo un porto sicuro a persone già vittime di violenze, abusi e viaggi lunghissimi alla ricerca di un futuro migliore è una violazione dei diritti umani fondamentali, dei diritti del mare e delle nostre costituzioni democratiche”, dichiarano congiuntamente.

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