Orlando, vincitori e sconfitti. Ma Palermo è al capolinea - Live Sicilia

Orlando, vincitori e sconfitti|Ma Palermo è al capolinea

I palermitani sono stanchi di una condizione di disagio permanente che dimostra l'assenza di una buona amministrazione.

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha commentato con toni trionfalistici il superamento dell’ordalia della mozione di sfiducia: “Questo governo è una unione di minoranze, in cui nessuno ha la maggioranza. Solo io, perché sono riuscito a mettere insieme queste minoranze, ma questo perché avere una visione finisce con l’unirle”. E’ un ritornello tipico della narrazione orlandiana: presentarsi come la soluzione, sempre e comunque, come l’unico demiurgo in grado di risolvere, armonizzare e indicare un orizzonte. Visto il consenso, è un’operazione sicuramente riuscita. Intanto, però, oltre le schermaglie del Palazzo, Palermo è una città al capolinea.

Palermo è una città al capolinea: basterebbe l’immagine di sfacelo proposta dai suoi cumuli di immondizia. E’ vero, l’emergenza Coronavirus ha complicato la raccolta. Ma, in altre occasioni, quando la pandemia era un esito imprevedibile, quegli stessi assembramenti di munnizza hanno comunicato ai cittadini un identico senso di disfacimento. E periodicamente ritornano come un simbolo angosciante di incapacità.

Palermo è una città al capolinea nella sua mobilità caotica, perlopiù affrontata in termini ideologici e non pragmatici, a colpi di limitazioni e piste ciclabili che non sembrano sostenute da una visione coerente con le caratteristiche della comunità che le subisce.

Intendiamoci, è giusto, anzi sacrosanto, il concetto della riduzione delle auto, tuttavia, in cambio, ai residenti devono essere offerte soluzioni alternative che, al momento, non ci sono o appaiono minime. L’automobilista locale viene descritto, in questa o in quella rappresentazione, come un dinosauro di cui accelerare l’estinzione. Ma dove sono i rimedi che consentirebbero a molti, se non a tutti, di vivere la propria vita, lasciando la macchina parcheggiata in garage?

Palermo è una città al capolinea nella cancrena, vedi lo scandalo delle bare accatastate ai ‘Rotoli’, di questioni che non vengono sanate. E si potrebbero inanellare mille esempi. L’arte dell’annuncio ormai non funziona nemmeno come suggestione. I palermitani sono stanchi di una condizione di invivibilità permanente che dimostra l’assenza di una buona amministrazione. E non è un giudizio che nasce dalla partigianeria, perché lo spettacolo triste di una capitale in disarmo colpisce al cuore ogni giorno.

Palermo è una città al capolinea anche come proposta politica. L’amministrazione fa acqua. Ma se il livello politico dell’alternativa è quello mostrato da un’opposizione che non ha saputo fare di meglio che presentare una mozione di sfiducia raccogliticcia e dall’esito scontato, soltanto per lucrare lo strapuntino di qualche battimani in più, c’è davvero da preoccuparsi.

Il sindaco, dal suo punto di vista, ha di che rallegrarsi dello scampato pericolo. Eppure, sarebbe richiesto un atteggiamento più umile e più concreto. Se c’è una squadra di assessori che non funziona, si cambi. Se ci sono delle rivoluzioni da compiere, si compiano. Subito. Palermo al capolinea non può aspettare più.


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