Teatro Stabile, su il sipario. Presentata la stagione

Teatro Stabile, su il sipario|Presentata la stagione

Il programma del Verga.

CATANIA – Il teatro Stabile riparte. Non che si sia mai fermato in questi lunghi mesi, ma adesso si riparte con il pubblico. Stamani, all’interno della sala di via Fava, la direttrice Laura Sicignano, accompagnata dall’intero CdA – presenti sul palco il presidente Carlo Saggio, la vicepresidente Lina Scalisi e gli assessori alla Cultura della Regione, Manlio Messina, e del Comune, Barbara Mirabella – ha presentato la stagione del teatro Verga di Catania. Un cartellone ricco di nomi che proverà a far dimenticare il lungo periodo di sofferenza dovuto all’emergenza Covid 19.

I vertici del Teatro Stabile di Catania riaprono finalmente le porte del Verga alla città, con una nuova Stagione che non a caso si chiama Energie, «perché di molta energia abbiamo bisogno per procedere come funamboli nella tempesta, ma al tempo stesso è energia quella che vogliamo trasmettere al pubblico».

La responsabilità

Ha parlato di responsabilità il presidente Carlo Saggio. Responsabilità nell’aver interrotto i lavori in occasione dell’emergenza sanitaria, proprio per garantire la salute pubblica, e responsabilità nel tornare operativi. “Il teatro deve essere presente nelle condizioni che ci sono date – ha affermato – ma ritornando a farle nel miglior modo possibile. Noi ci sentiamo ragionevolmente di trasmettere la voglia di fare le cose di riaprire, rafforzando il ruolo del teatro nel rapporto con la città, con cultura e nella valorizzazione del nostro territorio”.

La ripartenza

L’emergenza sanitaria ha interrotto un percorso che il teatro Stabile aveva intrapreso con successo, dopo il lungo periodo di crisi economica. Come sottolineato dalla direttrice Sicignano che ha evidenziato la forza e l’energia nel riprendere il filo del discorso. “Ora il teatro Stabile si cimenta in una stagione che vuole scavalcare le montagne, come fa la perseveranza dell’artista – ha detto. Nonostante la miseria, nonostante la peste, nonostante la guerra, il teatro si è sempre fatto e voglio pensare che sempre si farà. Perché c’è sempre qualcuno che sente il bisogno di raccontare una storia ad un altro che sente il bisogno di ascoltarla.

Innovazione

Un momento, quello attuale, che ha spinto i protagonisti del teatro a ripensarsi, sperimentando nuove modalità.  “Se dovremo lavorare in digitale, sperimenteremo nuovi linguaggi espressivi – ha assicurato ancora la direttrice. Ci accingiamo a riaprire le porte del Verga con l’incertezza del futuro, la consapevolezza più acuta della nostra fragilità, un senso più solido di responsabilità verso il pubblico, a cui è dedicato il nostro lavoro. Il teatro è morto? È moribondo? È sopravvissuto lungo duemila anni. Per sopravvivere bisogna passare attraverso profonde mutazioni: Dioniso, il dio del teatro, è anche il dio delle metamorfosi”.

Il cartellone

La struttura stessa della Stagione asseconda questo processo di metamorfosi, con una suddivisione in due parti.

Da ottobre a dicembre ci saranno spettacoli più agili, per una più facile convivenza con la capienza ridotta del teatro e per incoraggiare il recupero da parte del pubblico degli spettacoli perduti in primavera: si comincerà con Tina&Alfonsina di Claudio Fava che aprirà il 3 novembre, e Le 5 rose di Jennifer con Daniele Russo che arriverà a dicembre.

Da gennaio a maggio sarà ripristinata la tradizionale proposta in abbonamento, con il recupero de La Gioia di e con Pippo Delbono (originariamente previsto lo scorso marzo) e molti significativi filoni che attraverseranno il cartellone: molte icone femminili, come Iréne Nèmirovsky con Jezabel, nell’interpretazione di Elena Ghiaurov, e Frida Khalo, nel Viva la vida di Pamela Villoresi; tanti riferimenti al cinema, come con La pazza di Chaillot qui interpretata da Manuela Mandracchia, e La grande abbuffata diretta da Michele Sinisi; e uno zoccolo duro di grandi classici, come La favola del principe Amleto prodotta dal Teatro nazionale di Genova e La notte dell’Innominato con Eros Pagni.

Le produzioni

Oltre a Tina&Alfonsina, dal 12 gennaio andrà in scena Baccanti diretto da Laura Sicignano con dieci straordinari interpreti tra cui Vincenzo Pirrotta, che prosegue il cammino iniziato con Antigone dedicato al tema femminile come elemento di eversione nella tragedia classica, ma nel corso della Stagione ci saranno anche altre tre prestigiose co-produzioni: Diplomazia, con Elio De Capitani e Ferdinando Bruni, in co-produzione con il Teatro dell’Elfo e Lac Lugano; Servo di scena, in collaborazione con Gitiesse artisti riuniti, diretto da Guglielmo Ferro nell’ambito delle celebrazioni per il centenario di Turi Ferro; e Il filo di Mezzogiorno, omaggio a Goliarda Sapienza con Donatella Finocchiaro, realizzato insieme ai teatri nazionali di Torino, Roma, Napoli.

La situazione economica

L’emergenza sanitaria ha interrotto un percorso di risanamento, lungo ma efficace, di cui ha parlato il presidente Saggio. “Abbiamo già saldato circa 4 milioni e 250 cinquantamila euro dei 7 milioni e 430 mila del debito certificato dal Tribunale di Catania, assicurando il controllo costante dei bilanci e la regolarità nei pagamenti al personale e ai fornitori. Abbiamo ottenuto un aumento significativo del pubblico e riposizionato il TSC nel panorama italiano, attraverso tournée importanti e rassegne stampa nazionali. Abbiamo fatto circa 200 provini finalizzati al coinvolgimento di decine e decine di artisti, oltre il 90% dei quali sono siciliani. All’interno della struttura abbiamo fatto massicci investimenti nella formazione del personale, avviato dei lavori di ristrutturazione della sala Verga e riattivato il laboratorio di scenografia. Se gli Enti Locali soci del teatro non faranno mancare le risorse garantite da statuto, il Teatro Stabile di Catania potrà proseguire il suo antico cammino con modalità e linguaggi adatti al presente”..

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