In Sicilia altri 108 casi e un decesso. Più di 7 mila tamponi+++- Live Sicilia

Covid, in Sicilia altri 108 casi| Più di 7 mila tamponi, un morto

Tutti i dati regionali e nazionali aggiornati. "Over 65 e under 25 più a rischio"

Nel giro di 24 ore in Sicilia sono stati registrati 108 casi in più di Covid-19. 224 persone sono ricoverate con sintomi, 15 si trovano nei reparti di terapia intensiva. 2151 pazienti sono isolamento domiciliare, mentre gli attuali positivi nell’Isola sono ormai 2390. Tra i nuovi positivi ci sono cinque ospiti della Missione Speranza e Carità di Biagio Conte a Palermo. Aumenta leivemente il numero dei decessi, con uno in più rispetto a ieri: il numero sale così a 300. Dati che fanno superare i seimila casi totali in tutta la regione dall’inizio della pandemia, ovvero 6145. E oggi è record di tamponi: come viene precisato nel bollettino quotidiano sull’emergenza sanitaria diffuso dal Ministero della Salute, quelli effettuati nelle ultime 24 ore in Sicilia sono 7008.

I dati nazionali

Nel resto d’Italia il numero di contagi per il Covid resta stabile: nell’ultimo giorno i nuovi casi sono stati 1.392 a fronte dei 1.350 del giorno precedente. In lieve calo il numero dei decessi, 14 morti nell’ultimo giorno rispetto alle 17 vittime di ieri. Il totale delle vittime è 35.738. Sono stati 87.303 i tamponi effettuati, circa 31400 in più di ieri. Il Lazio è l’unica regione che supera i 200 nuovi casi (+238), seguita dalla Lombardia (+182) e Campania (+156).

Sono però in aumento i posti occupati in terapia intensiva, complessivamente 239, sette in più nelle ultime 24 ore. Continuano a salire i pazienti ricoverati anche negli altri reparti: sono 2.604 (+129 rispetto a ieri). Cresce ancora, seppure con un tasso di aumento più basso, il numero delle persone in isolamento domiciliare, sono 42.646 (+274) e nel complesso arrivano a 45.489 (+410) gli attualmente positivi. I dimessi e i guariti sono 219.670 (+967). E’ quanto emerge dal bollettino del ministero della Salute

Superati i 300 mila contagi in Italia

Sono stati superati in Italia i 300mila contagi per il Covid dall’inizio dell’emergenza. E’ quanto emerge dal bollettino del ministero della Salute, secondo cui complessivamente – comprese le vittime e i guariti – i contagi nel Paese sono stati finora 300.897

Le fasce d’età più a rischio

Intanto nuovi studi mettono in guardia sulle fasce d’età più a rischio durante la seconda ondata della pandemia. Sarebbero le persone con più di 65 anni e i giovani sotto i 25 le categorie sociali più fragili e più a rischio nei prossimi mesi. E’ quanto emerge da uno studio condotto dalle ricercatrici Chiara Cerami, dello Iuss (Scuola universitaria superiore) di Pavia, e Chiara Crespi, dell’Ateneo pavese, che hanno valutato il profilo di fragilità e di vulnerabilità sociale in una popolazione di 1258 Italiani intervistati durante il lockdown (tra il 14 e il 31 marzo scorsi). “Confrontando i due indici, tenendo conto del genere e delle diverse fasce di età (dai più giovani agli over 65) – si legge in una nota -, è emerso che, mentre la fragilità fisica come prevedibile aumenta linearmente con l’età ed è maggiore nelle donne che nei maschi, gli individui più giovani e gli anziani presentano una maggiore vulnerabilità sociale rispetto alla fascia di individui di mezza età. Inoltre gli uomini sono più vulnerabili rispetto alle donne. Sia la fragilità fisica che la vulnerabilità sociale contribuiscono a spiegare la percezione individuale dell’impatto dell’emergenza Covid-19 sulla salute, che è diversamente modulata da atteggiamenti e comportamenti proattivi e dall’isolamento sociale”.

L’isolamento e l’effetto psicosociale

“L’isolamento sociale e la solitudine percepita in seguito all’epidemia di Covid-19 sono in grado di esercitare effetti psicosociali drammatici nella popolazione generale – sottolineano le ricercatrici di Iuss e Università di Pavia -. Al pari della fragilità fisica correlata all’età e/o alla presenza di patologie pregresse, la vulnerabilità psicosociale rappresenta un fattore di rischio in grado di determinare, in caso di infezione, un esito più grave, interagendo anche sull’efficienza del sistema immunitario. L’individuazione precoce di categorie vulnerabili, a rischio di ammalarsi e di sviluppare cambiamenti duraturi dello stato di salute, rappresenta una sfida per i prossimi mesi al fine di prevenire le conseguenze sul benessere generale, destinando risorse a interventi mirati di gestione del disagio psicosociale e aumentando la resilienza di giovani adulti e anziani nei confronti della crisi post Covid-19″.


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