Missione, prove di normalità "Preoccupati per Fratel Biagio"

Missione, prove di normalità|”Preoccupati per Fratel Biagio”

Il missionario laico marcia per arrivare in Svezia. Nel Centro 'zona rossa' si prega per lui. Atteso un nuovo messaggio.
CORONAVIRUS A PALERMO
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PALERMO – Dopo la tensione dei giorni scorsi, la Missione ‘Speranza e Carità’ di via Decollati prova a vivere ore un po’ più normali e meno cariche d’angoscia, anche se non è semplice. Da quando è stato dichiarato ‘zona rossa’, in quel ricovero che accoglie i poveri nel cuore della Palermo poverissima, le notizie che lo riguardano si sono susseguite velocemente. Ci sono state proteste, da parte di alcuni ospiti insofferenti alla quarantena, ma nessuna ‘rivolta’. Molti sono migranti, dunque possono sorgere problemi di incomprensione per chi non parla l’italiano. Sono stati messi a disposizione dei mediatori per tentare di appianare le asperità di linguaggi diversi, mentre è scattato il piano per rendere l’area più funzionale.

La divisione in ‘zone’

I tecnici dell’Asp, che hanno portato via i rifiuti (nella foto), sono anche impegnati per la sanificazione della Missione di via Decollati, nota come ‘Cittadella del povero e della speranza’, prima della ripartizione in zone che permetteranno una maggiore sicurezza. Una zona dove sistemare i contagiati, un’altra per chi è risultato negativo al tampone, come anticipato da LiveSicilia.it. Nei giorni scorsi si era pensato a una terza ‘zona grigia’ per le persone che non volevano sottoporsi al tampone, ma non ce ne sarà bisogno. Praticamente tutti gli ospiti non si sottraggono al test. E ci sarà un riparo neutro per quelli che vogliono essere accolti o rientrare con gradualità. Fondamentale l’intervento della Protezione Civile che sta piazzando cartelli segnaletici per suddividere gli spazi e facilitare i percorsi.

La tensione e la reazione

Intanto, sono accadute delle cose che, chi le narra, dall’interno, giudica ‘importantissime’. La comunità ghanese, la più numerosa all’interno di via Decollati, sta cercando di riportare la calma e di ‘isolare’ chi è stato protagonista di intemperanze dovute all’esasperazione. Uno degli ospiti, mentre gli uomini dell’Asp erano intenti a sanificare, ha afferrato un sacco di rifiuti con l’intenzione di scagliarlo. E’ stato bloccato dagli altri che – secondo il racconto – gli hanno intimato di fermarsi. Riccardo Rossi, portavoce della Missione e di Biagio Conte, dice: “Le forze dell’ordine, i medici, tutti quelli che stanno lavorando con noi, sono anche loro nostri fratelli. Ci stiamo conoscendo meglio e li ringraziamo per la loro azione”.

“Preoccupati per Fratello Biagio, ma…”

Intanto, il fondatore delle Missioni, Biagio Conte è in Scozia, dove sta proseguendo il suo pellegrinaggio. E pare che intenda continuare fino alla Svezia, dove ha fissato il traguardo della sua predicazione. A breve è atteso un nuovo video-messaggio.

“Biagio segue un cammino speciale, non sempre valutabile con le logiche cosiddette normali – dice Francesco Russo, che tutti chiamano ‘Ciccio’, il medico della Missione -. Sarà il suo cuore a dirgli cosa fare e quale decisione prendere. Intanto, Davide, il fratello che lo accompagna, è nel viaggio di ritorno. Così hanno deciso insieme. Certo, siamo un po’ preoccupati per Fratel Biagio perché con l’aumentare dei contagi anche dove è lui crescono le restrizioni, è più difficile essere accolti, trovare un posto per la notte, ed è più facile, purtroppo, dormire per strada. E comunque la pandemia non può lasciarci tranquilli. Noi preghiamo”.

Ciccio sa di cosa parla. E’ con i volontari da tantissimi anni, senza che sia mai mancata, neanche per un giorno, la sua disponibilità. L’anno scorso, in occasione della visita in Missione del suo omonimo Papa Francesco, Francesco il medico raccontava l’incontro della vita: “Ero uno studente di Medicina. Mi dissero: c’è un certo Biagio Conte in aula magna. Lo ascoltai. Poi mi recai ai suoi momenti di preghiera alla stazione, tra mille pericoli. C’era una pace… E sono qui da trent’anni”.

Trent’anni bastano per conoscersi? Chissà. Sono, tuttavia, sufficienti per capirsi e per comprendere quello che i volontari della Missione intendono quando si riferiscono a un ‘cammino speciale’. Si tratta della strada che un figlio della buona borghesia palermitana, Biagio Conte, prese molto tempo fa. Ci furono molti passi, molte rinunce, molte notti sotto le stelle. E poi diventò Fratel Biagio.


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