Spaccio, due clan alla sbarra Tutte le richieste di pena

Spaccio, due clan alla sbarra|Tutte le richieste di pena

INCHIESTA TRICOLORE
Sotto scacco i Cappello-Carateddi e i Cursoti-Milanesi. 37 imputati. TUTTI I NOMI.
INCHIESTA TRICOLORE
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CATANIA. Le bandiere per dividersi la piazza di spaccio. Sventolavano i colori degli Stati Uniti d’America per i Cappello-Carateddi, mentre era stato issato il “vessillo” del Milan (una scelta fin troppo banale) per i Cursoti-Milanesi.

La spartizione tra clan

A San Berillo Nuovo, tra Corso Indipendenza e San Leone, la mafia ha deciso nel 2017 di mettere un marchio in un territorio per tracciare i confini geografici di un clan, che fa “presidio” militare attraverso lo smercio di droga. Una strategia che non è passata inosservata alla Squadra Mobile di Catania, che sotto il coordinamento della Dda etnea, ha prima indagato e poi fatto scattare le manette a oltre 40 persone.

L’inchiesta Tricolore

Il blitz Tricolore che è scattato, esattamente un anno fa, ha messo fine agli affari di stupefacenti dei due clan criminali. Da una parte i Cappello-Carateddi, la cui ‘gestione’ della piazza di Corso Indipendenza con angolo via La Marmora sarebbe stata affidata – da l’ex capo dei Carateddi in persona (ora pentito) Salvuccio Bonaccorsi, a Christian Monaco.

Al suo fianco avrebbe “operato” il cugino del collaboratore del pentito, Concetto Bonaccorsi, figlio del famigerato Ignazio (arrestato negli anni 90 a Napoli con il padrino Turi Cappello). Ma alla corte di Monaco sono arrivati anche Giuseppe La Placa, ‘u sfregiato e Giuseppe Ruscica, Banana, “migrati’ dalle fila dei Cursoti Milanesi.

In Via San Leone, invece, avrebbero creato il loro supermarket degli stupefacenti gli ‘eredi’ di Jimmy Miano (il primo capo storico, ormai scomparso, del clan). Per essere precisi, però, la zona di spaccio avrebbe fatto riferimento alla corrente collegata a Rosario Pitarà, detto Saretto U Furasteri.

La casa di Matteo Piterà (fratello di Rosario, ma con un cognome diverso per un errore all’anagrafe) sarebbe stata trasformata in un fortino-indoor della droga. 

Il processo abbreviato

Il processo, stralcio abbreviato, è arrivato ieri al giro di boa. I pm Tiziana Laudani e Alfio Gabriele Fragalà – nell’aula bunker di Bicocca – hanno sviscerato pezzo per pezzo i fascicoli dell’inchiesta che aveva in qualche modo ‘documentato’ un armistizio tra i Milanesi e i Cappello, dopo scontri infuocati anche fermati dalla polizia.

Una fotografia che contrasta con quanto accaduto appena un mese e mezzo fa a Librino: la guerra però in quel caso è scaturita tra altre ‘frange’ dei due clan. I due magistrati della Dda al termine della requisitoria hanno chiesto al Gup la condanna dei 37 imputati. Le richieste di pena sono pesanti. Anzi pesantissime considerando lo sconto nel ‘calcolo’. 

Le richieste di pena

Lorenzo Cristian Monaco, 20 anni, Giuseppe La Placa, 20 anni, Samuel Giovanni Linguanti, 12 anni e 8 mesi, Rosario Zito, 8 anni e 4 mesi, Antonio Graziano Pirrello, 20 anni, Massimo Gulisano, 10 anni, Ivan Torrisi, 11 anni e 4 mesi, Gaetano Spampinato, 15 anni, 1 mese e 10 giorni, Gianluca Sciuto, 8 anni, Alessandro Russo, 12 anni e 8 mesi, Giuseppe Ruscica, 20 anni, Gianluca Caruso, 8 anni, Giuseppe Donato Campagna, 15 anni, 1 mese e 10 giorni, Concetto Bonaccorsi, 20 anni, Giovanni Ivan Sangiorgio, 9anni e 4 mesi, Iulian Marian Pintilie, 8 anni, Salvatore D’Ambra, 9 anni e 4 mesi e 28 mila euro di multa, Damiano Pergolizzi, 6 anni e 8 mesi e 20 mila euro di multa, Roberto Pietro Bua, 8 anni, Germain Saverio D’Orta, 8 anni, Biagio Andrea Giuffrida, 8 anni, Sebastian Guardo, 9 anni e 4 mesi e 30 mila euro di multa, Orazio Fuselli, 13 anni e 4 mesi, Giuseppe Licciardello, 8 anni, Edoardo Perciabosco, 8 anni, Giuseppe Piterà, 13 anni e 4 mesi, Antonio Piterà, 13 anni e 4 mesi, Gabriele Giuseppe Piterà, 20 anni, Matteo Piterà, 13 anni e 4 mesi, Marco Andrea Santagati, 8 anni, Pio Giuseppe Scardaci, 20 anni, Giordano Scuto, 6 anni e 20 mila euro di multa, Mario Sicali, 8 anni, Alfio Siriano, 14 anni, 1 mese e 10 giorni, Alessandro Scalia, 5 anni e 4 mesi e  20 mila euro di multa, Salvatore Strazzanti, 5 anni e 4 mesi e  20 mila euro di multa, Maria Barbara Gangemi, 5 anni e 4 mesi e 20 mila euro di multa.

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