Lite sfociò in tentato omicidio: chiuse le indagini per 8 persone - Live Sicilia

La lite sfociò in tentato omicidio| Chiuse le indagini per otto persone

Il caso a Palma di Montechiaro, due le vittime.
NELL'AGRIGENTINO
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AGRIGENTO – Il sostituto procuratore della Repubblica Alessandra Russo ha notificato l’avviso di conclusione indagini nei confronti di otto persone coinvolte a vario titolo nel doppio tentato omicidio avvenuto nel giugno 2018 a Palma di Montechiaro quando, secondo la ricostruzione, una banale lite sfociò prima in un agguato e successivamente nel ferimento per errore di un 25enne. Protagonisti della vicenda sono Francesco Gueli, 44 anni, e Giuseppe Incardona, 64 anni: quest’ultimo nei pressi di un bar avrebbe sparato addosso al Gueli che, per vendicarsi, sarebbe corso in casa per armarsi e rispondere al fuoco. Nel tentativo di convincerlo a desistere Gueli fece partire un colpo che prese nell’addome il cugino Leandro Onolfo che rimase vivo ma dopo un intervento di asportazione della milza.

La svolta nelle indagini in un clima di omertà assoluta fu la presenza di una cimice posizionata dalla Squadra Mobile di Agrigento (che stava indagando su altre cose) che però registrò tutta le fase della “faida.” A più di un anno dai fatti la Procura di Agrigento ha chiuso le indagini. Otto gli indagati: per Gueli e Incardona le ipotesi di reato contestate sono tentato omicidio, detenzione di arma clandestina e ricettazione. Per altri cinque – Gianmarco Onolfo, 29 anni; Leandro Onolfo, 27 anni; Calogero Onolfo, 59 anni; Elisa Conti, 24 anni; Gioacchino Ingiaimo, 49 anni – l’ipotesi di reato è favoreggiamento per non aver collaborato in fase di indagine. Secondo gli inquirenti, invece, Alessandro Gueli, 35 anni, è colui il quale avrebbe fatto sparire una calibro 45 con matricola abrasa usata da Francesco Gueli. Quest’ultimo ha sempre dichiarato di non voler uccidere il cugino ma che il colpo sarebbe partito per sbaglio nel tentativo del giovane di disarmarlo. Nell’aprile scorso a Gueli è stata sostituita la misura degli arresti domiciliari con quella del divieto di dimora a Palma di Montechiaro per permettergli di lavorare. Gli indagati adesso avranno venti giorni di tempo per presentare tramite i loro avvocati – fra gli altri Giovanni Castronovo, Antonini Gaziano, Santo Lucia, Francesco Scopelliti – memorie difensive o chiedere di farsi sentire.


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