Caos-M5s, le contraddizioni| della democrazia diretta

Caos-M5s, le contraddizioni| della democrazia diretta

Continuano le liti tra i pentastellati
SEMAFORO RUSSO
di
3 min di lettura

Emerge una contraddizione stridente guardando alle liti sempre più accese nel M5S, una contraddizione che mette in discussione l’amore sperticato del fondatore, Beppe Grillo, per la democrazia diretta, un amore che in lui arriva fino al punto di auspicare il sorteggio per comporre Camera e Senato secondo i nuovi numeri dopo la modifica degli articoli 56 e 57 della Costituzione. Faccio prima, però, una doverosa premessa: ritengo un danno rilevante lo spappolamanto e la paventata dissoluzione del movimento “grillino” perché pur con i limiti noti ha reintrodotto in politica valori perduti e certamente rappresentato una speranza concreta al rinnovamento della politica per milioni di cittadini.

Ciò premesso torniamo alla contraddizione, che poi è implicita in una semplice domanda. Com’è possibile che il soggetto politico che fa della democrazia diretta, attraverso la consultazione online dei propri iscritti su ogni scelta importante da compiere, è lo stesso che nell’ampio scenario dei partiti, da destra a sinistra, risulta il più rissoso e destinato, in assenza di vistosi cambiamenti di rotta, a ridursi progressivamente? Perché risulta difficile abbandonarsi fiduciosi a qualcuno che solletica la tua legittima voglia di partecipazione, in un mondo in cui decidono ormai solo le nomenclature e le segreterie di partito, quando dentro casa sua regna il caos totale, la minaccia ricorrente di espulsioni e lo scontro permanente tra fazioni.

Nemmeno nel PD, che io abbandonai esattamente a causa dell’elevata litigiosità tra le correnti, si è mai arrivati a tanto. In soldoni, se la democrazia diretta non sembra bastare per rendere compatto il movimento che la propugna chi crederà mai che è la via maestra per guidare un Paese verso un miglior funzionamento delle istituzioni e un maggiore e proficuo rapporto tra cittadini e parlamentari? Delle due l’una allora: o si prosegue sulla strada della democrazia diretta e ogni scelta determinata dalla piattaforma Rosseau non potrà essere messa in discussione da nessun dirigente, si chiami Di Maio, Di Battista o Crimi, pro o anti governo Conte, oppure, cari “grillini”, adottate le regole dei partiti e con un congresso ponete fine alla questione della leadership e della vostra collocazione. Insomma, non mi pare una contraddizione da poco, anzi, è il punto dirimente di ogni discussione che si sta sviluppando all’interno del M5S. La verità è che mai il modo può sostituirsi alla sostanza.

Ecco perché a mio sommesso giudizio, è un appello il mio, dovete affrettarvi a fornirvi di un orizzonte progettuale-programmatico – nell’alveo dei principi fondamentali della nostra Costituzione – e politico in senso stretto rispetto alle alleanze. Un tema, quello delle alleanze, che deve andare a braccetto con il consolidamento di una precisa identità politica. Ammettere, per esempio, che l’accordo con la Lega fu un errore, dovuto all’inaspettata e ghiotta prospettiva di andare finalmente al governo. Del resto eravate avversari irriducibili, quindi sarebbe un ritorno alla coerenza. Adesso potete rimediare alla sciagura dei decreti sicurezza che tanta insicurezza e violazione di diritti e trattati internazionali hanno determinato, senza minimamente scalfire il problema dell’immigrazione irregolare.

Se, girando pagina, l’alleanza con il PD lì dove vi siete candidati uniti non ha funzionato come sperato è proprio per l’incertezza di fondo dimostrata con il candidarsi divisi altrove. Non potete pretendere di convincere l’elettore della bontà di un matrimonio se per primi non ne siete convinti voi; l’elettore percepisce l’ambiguità e, alla fine, non si fida. In ultimo, un’annotazione. Ci ha insegnato il “Divo Giulio”, nonché 7 volte presidente del Consiglio di prima repubblicana memoria, che il potere logora chi non ce l’ha. Voi pentastellati, che al potere ci state da qualche anno, siete riusciti a smentire tale dogma finora da molti ritenuto indiscutibile. Curioso, no?

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