Ma che succede se si 'blocca'| il reddito di cittadinanza? - Live Sicilia

Ma che succede se si ‘blocca’| il reddito di cittadinanza?

A ottobre scadono i primi diciotto mesi per tanti siciliani. Ecco lo scenario. L'impegno dell'assessore.

Ma che succede se si ‘blocca’ temporaneamente il reddito di cittadinanza? Sì, proprio quel provvedimento contestato da tanti perché ci sarebbero storture (probabile) e costituirebbe, soprattutto, un incentivo all’ozio (in qualche caso possibile). Un feticcio, da una parte e dall’altra di visioni politiche contrapposte.

Ma che accade se l’erogazione viene, concretamente, sospesa in attesa di verifiche, nuove domande e controlli, come previsto dalla normativa? A nessuno viene il dubbio che forse quel meccanismo pensato dai grillini – specialmente al tempo del Covid – rappresenti la salvezza di molte persone? E che abbia già tolto a tanti la crudele necessità di rovistare nei cassonetti per cercare cibo? I beneficiari in Sicilia ammontano a 560 mila, un popolo. Cosa accadrebbe con l’erogazione ‘tagliata’, a ottobre, senza la certezza assoluta di vederla riattivata subito?

Cosa succede in Sicilia

Ecco lo scenario nazionale che chiama in causa subito circa centomila siciliani, tra i primi a usufruire dell’allora nascente appiglio. Il Rdc (l’acronimo) è stato previsto, se sussistono le condizioni, per un periodo massimo di trentasei mesi, diviso in due tranche da diciotto. Dopo il primo step, trascorsi diciotto mesi, è necessario ripresentare la domanda, sottoporsi a verifica e passare tutta la trafila burocratica del caso. Per almeno un mese i soldi non arriveranno, poi, se non ci sono ‘incidenti’, si riprenderà il percorso.

Una tempistica che ‘impatta’ con il ‘fattore Covid’. Molte famiglie non possono permettersi di saltare nemmeno un giorno di contributo. Cosa faranno con lo stop, in un frangente economicamente complicatissimo? Quale sarà il ritmo di smaltimento delle pratiche degli uffici, considerando che la nuova domanda non potrà essere comunque inoltrata prima di un mese dall’ultimo assegno percepito? Tra casi positivi e altri problemi burocratici, siamo sicuri che l’attesa non si allungherà ben oltre la capacità di sopportazione?

La preoccupazione dell’assessore

L’assessore regionale al Lavoro, Antonio Scavone, è legittimamente preoccupato a riguardo. Perché sa che, in Sicilia, i disagi, spesso, vengono moltiplicati all’infinito. Perciò si sta adoperando per dipanare l’intricata matassa. Ha parlato al telefono con la siciliana Nunzia Catalfo, grillina e ministro del Lavoro. E le ha espresso l’auspicio che ci sia una accelerazione della macchina, per evitare l’agonia di troppi conterranei. In tempi di pandemia ogni ritardo potrebbe essere un colpo pesantissimo. Ha ragione l’assessore: è un rischio che non si può correre.


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