Enna sfida Goethe| Idee, progetti e cantieri - Live Sicilia

Enna sfida Goethe| Idee, progetti e cantieri

I numeri e i nodi irrisolti della città.

Ogni attore politico guarda la città allo stesso modo in cui Vitangelo Moscarda, protagonista del romanzo pirandelliano “Uno, nessuno e centomila”, guardava il proprio naso: ciascuno dalla propria prospettiva, diversa da quella altrui. Lo stesso può dirsi per l’operato della giunta Dipietro che gli ennesi verranno chiamati a giudicare il 4 e il 5 ottobre.

Una visione della città: amministrare non basta

 Asserragliato nel suo fortino (anche elettorale) a Enna Bassa, nei locali dell’Università rumena di medicina, Mirello Crisafulli, ennese dop famoso in tutto il mondo come il piacentino e memoria storica della sinistra isolana, esterna un commento amaro. “In città stanno chiudendo tante attività commerciali e c’è una guerra, un’ostilità di principio dell’amministrazione contro l’Università. A Enna alta il corso principale ha più della metà  delle saracinesche chiuse, magari le strade sono asfaltate ma sembrano vie di fuga per consentire di andare via velocemente”, racconta tra una boccata di fumo e una battuta al vetriolo. “Gli ennesi vanno via, in cinque anni abbiamo perso circa duemila residenti: l’amministrazione non ha saputo costruire un’idea per lo sviluppo di questa città che poteva lavorare sull’Università”, dice e poi racconta un aneddoto. “Quando chiesero di spostare un corso a Enna alta non crearono le condizioni, mi fu risposto che i locali erano destinati ad altro”, ricorda l’ex Senatore. “Oggi facciamo una campagna elettorale goliardica”, dice sorridendo il candidato di centrosinistra Dario Cardaci. Munito di mascherina distribuisce volantini con alcuni volontari a Enna Alta a ridosso della scalinata della Madonnina deturpata dalle erbacce. “Questa scala significa rappresenta per noi l’anormalità. Nel senso che la città è sempre stata ordinata e sicura, in un’altra città questo non farebbe scandalo ma da noi sì”. E continua: “All’amministrazione uscente rimprovero la mancanza di una visione: la città è stata amministrata, ma non è stata governata”, ruggisce. ”Asfaltare le strade principali ma lasciare nel degrado le stradelle rurali e l’avere isolato la città dal resto della provincia e delle grandi realtà regionali è un controsenso”, denuncia Cardaci. Poi sciorina il suo programma alternativo. “Oggi per creare sviluppo bisogna creare una rete consortile soprattutto per quanto riguarda le aree interne. Gli interventi comunitari andranno alle realtà territoriali, allora se abbiamo il problema delle aree interne non possiamo pensare di non dialogare con le realtà vicine, come Caltanissetta, per creare una piccola realtà metropolitana delle aree interne, altrimenti gli interventi comunitari andranno tutti a Catania, Messina e Palermo: questa è politica”, spiega. “Se ci limitiamo a una normale conduzione perdiamo di vista la visione di una città del futuro. Noi siamo 27000, con quello che abbiamo potremmo vivere agiatamente, abbiamo una grande università, un grande autodromo, beni monumentali di pregio, un ospedale che potrebbe diventare policlinico, una industria latteo casearia di avanguardia  nella quale produciamo il piacentino dop, venduto in tutta Europa, e basterebbe questo. Le industrie agricole si stanno attrezzando per diventare agroalimentari: il Comune deve aiutarli, veicolando l’immagine della città e delle sue produzioni in giro per il mondo partecipando alle fiere”, dice.

Cardaci e i suoi sostenitori

Non fare un torto a Goethe  

A pochi passi dalla scalinata c’è la sede dell’Asp. Uno scatto immortala la candidata pentastellata Cinzia Amato e il senatore Fabrizio Trentacoste in uno dei luoghi simbolo di questa contesa elettorale, condotta un po’ in sordina a causa del post pandemia come conferma la responsabile della comunicazione Loredana Latragna. “Quest’anno chiaramente la campagna elettorale è stata molto condizionata dall’emergenza Covid. Sono stati limitati assembramenti e riunioni, assemblee, gazebo in piazza e quindi abbiamo puntato su una campagna social, video nei quali spieghiamo il nostro programma o affrontiamo criticità particolari della città”, spiega. “Il nostro programma si chiama Programmazione e Sviluppo perché per noi è fondamentale una programmazione di tutta l’azione amministrativa e non di un singolo ambito. Sviluppo perché Enna negli ultimi anni ha subito uno spopolamento eccessivo, uno svuotamento del centro storico ed è fondamentale migliorare i servizi che non funzionano bene: rifiuti e acqua”, racconta. “C’è poi la nostra battaglia storica: quella della discarica di Cozzo Voturo che vorremmo venisse delocalizzata perché si trova a meno di cinque km dai centri urbani di Enna e Calascibetta; gli studi dimostrano che questo comporta problemi di salute per la popolazione”, continua.  Il Senatore Trentacoste recupera dai cassetti della memoria una storia molto evocativa dal punto di vista simbolico. “Alla fine del 700 Goethe fa il viaggio in Italia per completare la formazione umanistica, che era requisito fondamentale per vivere in società, e giunto in Sicilia si rende conto che l’isola ha delle caratteristiche molto particolari. Ogni città siciliana ha goduto della sua visita e vanta lapidi e targhe che lo ricordano”, spiega. “Enna non può vantarlo perché, fatta una deviazione al suo percorso per venire qui nella città del mito, Goethe viene ospitato in una stanza squallida le cui finestre non avevano i vetri. Quel giorno c’era cattivo tempo e aveva due alternative: aprire le finestre e beccarsi la pioggia o stare al buio”, continua. “Lui disse ‘mai più cambieremo i nostri programmi di viaggio per inseguire un mito perché a Enna ci siamo trovati malissimo’. Questo fatto continua tristemente ad avere un riscontro nella incapacità degli ennesi nel fare sistema, nel fare del turismo un settore veramente organizzato” argomenta. 

Amato e Trentacoste davanti alla sede Asp

Finanziamenti e opere pubbliche

Inerpicandosi tra le salite ripide delle strade cittadine si arriva in pieno centro. A pochi passi dal Teatro Garibaldi c’è il comitato del sindaco uscente Maurizio Dipietro. A presidiarlo ci sono tre volti della squadra di governo: gli assessori Francesco Colianni e Giovanni Contino e la consigliera comunale Rosalinda Campanile. Il giovane lombardiano Colianni non ha dubbi sul positivo cambiamento di rotta impresso dalla giunta Dipietro. E parte da lontano, spiegando le ragioni di un “assembramento” trasversale legato a un preciso progetto politico. “Siamo partiti da una vicenda che racchiude il senso politico dello stare insieme: il sistema dei rifiuti. Enna ha ereditato un sistema con un buco che oscilla dai 100 milioni ai 150 milioni di euro di cui i nostri avversari sono stati autorevoli protagonisti”, racconta. “Quel mondo ha prodotto immondizia per le strade. Enna è sempre stata una città pulita poi il sistema degli Ato ha portato esclusivamente un buco certificato e una gestione discutibile. Il sindaco Dipietro ha riportato il servizio dal privato al pubblico: abbiamo portato la differenziata dal 2% al 60% con una società municipalizzata che chiude i bilanci in pareggio. Abbiamo prodotto milioni di euro di interventi sui beni monumentali. Entro fine mese inauguriamo il museo del mito che ha avuto un’eco nazionale, a breve apriremo il convento dei cappuccini chiuso da una quarantina di anni”, continua. Poi rivendica altri traguardi. “Questa classe dirigente nervosa non ha pensato a un banale ticket per i beni monumentali. Noi lo abbiamo fatto.   

Andando ai numeri: abbiamo avuto un incremento turistico importante, in percentuale Enna è stato il secondo capoluogo di provincia, dopo Ragusa, a crescere” spiega. “Come non parlare, della nostra stagione teatrale diretta da un grande artista, Mario Incudine: sono stati anni dedicati al rilancio della cultura” argomenta. Gli fa eco l’assessore all’urbanistica, Giovanni Contino. “Abbiamo cercato finanziamenti e realizzato opere pubbliche: piazza Duomo, piazza Mazzini, i Cappuccini, gli impianti sportivi, abbiamo riaperto una scuola chiusa da più di vent’anni”, spiega e attacca gli ex compagni del centrosinistra. “Questo brucia a qualcuno. Loro hanno avuto la capacità di reperire somme ma senza ottenere ricadute sul territorio. Noi abbiamo ottenuto più di 30 milioni di euro e abbiamo realizzato le opere, sono visibili. Dicono che non assecondiamo le esigenze dell’Università, non è vero. La governance dell’università, molto legata al Pd ennese, voleva costruire uno studentato nel centro di Enna Bassa, ma non era possibile a livello urbanistico rispetto agli standard previsti”, attacca Contino.

Giovanni Contino

Libertà è partecipazione

Continuando a percorrere le vie del centro si arriva in piazza Duomo. Le auto parcheggiate, che ostruivano l’ingresso, non ci sono più. Un risultato dell’amministrazione uscente che un avversario (ed ex compagno di strada) come Maurizio Bruno non ha problemi a riconoscere. “Questa l’amministrazione ha fatto tanto. Ha cambiato il volto di piazza Duomo, ad esempio. Ha realizzato Bambinopoli, pensiline, strade asfaltata è stata data un’impronta all’economia delle casse comunali istallando impianti per l’efficientamento energetico  nelle scuole”, racconta sorseggiando un caffè. “I cittadini se ne accorgono perché prima si faceva molto poco”, ammette. “Con l’istituzione della società comunale dei rifiuti ha attivato la differenziata perché c’erano le condizioni per farlo, ma i problemi veri della città non sono stati risolti: i giovani se ne vanno, adesso vanno via anche le famiglie. Non c’è lavoro, non perché debba darlo il comune, però la classe politica che governa deve porsi il problema per attivare tutte le strategie possibili perché con i giovani si instauri un rapporto a tu per tu con la classe dirigente”, argomenta. “Gli strumenti ci sono: le start up, l’avvio del prestito d’onore a fondo perduto o una convenzione con i proprietari degli immobili del centro storico garantendo una riduzione dei tributi locali per chi li mette a disposizione dei giovani a canoni bassi per creare attività”, propone il candidato civico. E avanza qualche idea. “La città ha una centralità geografica che non è sfruttata, molti vengo a Enna per incontrarsi a livello regionale, chi ha mai pensato di fare diventare Enna una città congressuale?” si chiede “Non ci sono strutture, questo stimolerebbe l’indotto, il turismo e un continuo via via di persone che fanno girare l’economia. I settori trainanti sono agricoltura e artigianato, ma la vocazione agroalimentare è fondamentale”, continua. Poi volge lo sguardo indietro. “Si è tentato di creare una cattedrale nel deserto creando l’area di sviluppo industriale a Dittaino, ma è fallita non c’è più niente. Abbiamo eccellenze artigianali perché non farne una risorsa?”. Poi una parentesi sul celebratissimo mito di Cerere. “Non solo, sul piano culturale Enna è depositaria del mito di Cerere. Qualsiasi altra città del mondo ne avrebbe fatto l’attrazione principale. Questa amministrazione dopo 5 anni ha pensato bene di istituire il museo multimediale del mito sotto la rocca di Cerere, un posto isolato. L’idea è apprezzabile ma arriva tardi e ci sono tutta una serie di criticità”, accusa.

Maurizio Bruno

La rivoluzione della normalità

Giuseppe Savoca, il candidato della Lega Salvini Premier, risponde al telefono puntualizzando che il suo “porta a porta” si ferma soltanto quando il meteo è avverso. L’ex consigliere comunale dice la sua sulla giunta uscente ma soprattutto espone il suo programma. “L’amministrazione ha fatto tante cose e molte sono state votate anche da noi in consiglio perché bisogna sempre fare il bene della comunità. Abbiamo votato le azioni ritenute da noi valide come il bilancio. Abbiamo fatto un’opposizione diversa, partendo dalla coerenza nei confronti della nostra terra”, racconta. Poi precisa: “Noi però abbiamo una visione diversa dello sviluppo della città”. “Partiamo da un concetto semplicissimo. Abbiamo la necessità di ripristinare il concetto della normalità. Ci sono cose in apparenza semplici che però mettono in difficoltà il vissuto quotidiano dei cittadini. In una città normale un cittadino non deve ricorrere alla stampa o a una petizione per fare ripristinare un tratto d’illuminazione pubblica: quello è un dovere del comune nei confronti della comunità”, asserisce Savoca. “Lo stesso vale per la manutenzione delle strade. Se un disabile vuole visitare il castello di Lombardia per usufruire di un servizio pubblico deve farsi prendere in braccio per entrare a causa delle barriere architettoniche. Vogliamo ripristinare la normalità. Abbiamo un centro storico bellissimo che sta attraversando un periodo buio e sono state poche le misure concrete messe in campo come la cifra irrisoria pensata come rimborso per i commercianti per la chiusura durante emergenza Covid”, spiega.  

Giuseppe Savoca
Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI