"Innocente dopo il calvario|Mio padre non l'ha saputo" - Live Sicilia

“Innocente dopo il calvario|Mio padre non l’ha saputo”

Tangenti, la sentenza in appello è ribaltata. Parla uno dei protagonisti.
L'INTERVISTA A MARIO BONOMO
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3 min di lettura

PALERMO- “E’ stata come un’ondata terribile, un calvario. Io rappresentavo il territorio di Siracusa ed era come se i miei elettori avessero votato un malfattore”. Mario Bonomo parla dopo la sentenza che l’ha visto protagonista con Gaspare Vitrano. L’abbiamo raccontata in una precedente cronaca. ‘Tutti assolti: gli ex deputati regionale Gaspare Vitrano e Mario Bonomo e il nipote di quest’ultimo Marco Sammatrice. La Corte di appello di Palermo, presieduta da Fabio Marino, ha ribaltato la sentenza di primo grado. Ed era stata una sentenza durissima: sette anni a Vitrano e sei anni e sei i mesi per l’ex deputato regionale Mario Bonomo e quattro anni e sei mesi per Sammatrice. Cinque anni dopo, l’assoluzione. (QUI TUTTA LA STORIA) L’accusa era “induzione indebita a dare o promettere utilità”. Si tratta di un reato introdotto nel 2012 con l’articolo 319 quater che si configura quando “il privato soddisfa la pretesa del pubblico ufficiale, la cui richiesta è assistita da una pressione più contenuta, per ottenere un indebito beneficio”’.ù

Mario Bonomo quando era deputato all’Ars

Bonomo, il suo primo commento?
“Quello che è accaduto fa giustizia, giustizia vera. Io, dopo l’accaduto, mi sono dovuto reinventare. Ho ricominciato lavorando come lavapiatti. Poi, ho rilevato il ristorante, perché se uno ha la capacità…”.

Perché proprio il lavapiatti?
“Perché la cucina è sempre stata la mia passione. Ho fatto degli stage con il grandissimo Gualtiero Marchesi e lui mi ha chiamato per alcune serate. Poi, ho aperto il ristorante a Ortigia. L’ho ceduto e adesso ce n’è un altro. Cucinare rispecchia la vita. Occorrono rigore morale, una impostazione militare e la fantasia, ma la fantasia, da sola, non basta. Mi piace molto Cannavacciuolo, un genio”.

Come ha preso la notizia dell’assoluzione?
“Come una bomba che ti scoppia dentro. Rivivi tutta la sofferenza, i silenzi, il malumore, il dolore dei tuoi cari. Mio padre è morto la settimana scorsa. Ho pensato: non l’ha saputo. Adesso penso che sia stato il regista buono della mia vita, fino all’ultimo”.

L’intervista si interrompe frequentemente. Mario Bonomo si allontana dal telefono, lo senti piangere, poi si riavvicina e mormora: “Scusami…”.

Prego. Chi le è stato più vicino?
“Mio papà Salvatore, come dicevo, e i miei figli. Erano a scuola e hanno subito l’onta. Hanno sofferto moltissimo”.

Cosa pensa della giustizia?
“La ringrazio, il sistema regge, nonostante gli imprevisti e i fraintendimenti. C’è il secondo grado, c’è la Cassazione che aveva già respinto la richiesta d’arresto, entrando del merito, spiegando che questo reato non esiste. Io ho sempre fatto impresa sana che nella mia famiglia è cultura. Ho fatto politica sana, mi sono opposto allo scempio dei termovalorizzatori, ho portato avanti battaglie difficili… Ora aspetto una sentenza che passi in giudicato e che sancisca che sono una persona perbene”.

Chi si è allontanato da lei?
“L’animo umano è caduco. Si sono allontanati quelli che mi stavano intorno per interesse ed erano tanti, ma non provo rancore, ho sentimenti di comprensione. Sono meno comprensivo con certi amici che fanno politica e che hanno mormorato alle mie spalle. Alcuni hanno scambiato il mio silenzio per paura ed era rispetto per le istituzioni. Ringrazio Francesco Rutelli per la sua amicizia e vicinanza. Devo la mia sopravvivenza psicologica e umana a Raffaele Lombardo. Non mi ha mai abbandonato. Dopo la sentenza di primo grado mi ha invitato a pranzo. Stasera vado a trovarlo in campagna”.

Uno pensa alla campagna elettorale.
“No, una campagna vera, con le arance e i mandarini”.

Lei tornerà in politica?
“Sì”.

Sì?
“Lo devo ai miei figli”.


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