Chiara e la Sicilia 'nascosta'|"Così mi batto per la bellezza" - Live Sicilia

Chiara e la Sicilia ‘nascosta’|”Così mi batto per la bellezza”

Un viaggio per riscoprire quello che spesso non vediamo.
IL PERSONAGGIO
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3 min di lettura

PALERMO- La bellezza è una relazione; ha bisogno di un occhio che la guardi, di una parola che la sveli. Altrimenti diventa il più cocente dei rimpianti. In Sicilia la bellezza è una relazione complicata. Forse, anche, per colpa di chi la abita, distrattamente. Ci soffermiamo sulle cartoline, bloccati, spesso, all’involucro di un legame con la nostra terra che non comprendiamo. Oppure ci crogioliamo in un racconto perfido di noi stessi che può servire da alibi per sentire meno il rimorso. Ecco perché la bellezza, in Sicilia, appartiene soprattutto a coloro che la scelgono, non a coloro che, semplicemente, sono nati qui.

Chiara Modica Donà Dalle Rose ha un curriculum interminabile: avvocato, mecenate, combattente di mille battaglie. Veneziana d’origine, con più di un doge nella genealogia familiare, è contessa di quella nobiltà che non si è mai fermata allo stemma araldico. Aristocrazia, in questo caso, è un affare che riguarda il cuore e l’intelletto messi a servizio della comunità. Con la sua Bias, la biennale artistica in cui ‘S’ sta per ‘Sacra’ e per ‘Sicilia’, termini indistinguibili di un identico discorso, porta avanti e indietro la narrazione di una identità nascosta ai siciliani. Che si meravigliano nello scoprirsi passeggeri accanto a cocci di luce, nello scoprirsi, essi stessi, compartecipi e azionisti di una ignota meraviglia.

La Bias è mecenatismo per talenti e artisti, con una serie di iniziative che possono essere rintracciate nel sito istituzionale. Stasera, per esempio, una compagnia di poeti girovaghi sarà a Catania, a piazza Bellini, per una tappa di ‘The game of time – viaggiando con Ulisse’ (qui tutti i dettagli). Coinvolti nell’impresa: Mario Bajardi, Giuseppe Cimarosa, Claudia Ceraulo, Chiara Mariele, Michele Piccione e Salvo Piparo. Il resto sarà svelato a chi andrà.

“Sì, sono innamorata della bellezza dalla Sicilia da quando, come avvocato, l’ho scoperta per questioni di lavoro, tanti anni fa – racconta Chiara Modica Donà Dalle Rose -. Ci sono cose indimenticabili e la gente di qui parla specialmente dei suoi aspetti negativi, a cominciare dalla mafia. Che esiste ed è una terribile piaga, ma c’è anche molto altro da guardare. Sono nata a Venezia, poi ho messo su uno studio qui e ho scoperto, lentamente, l’altra faccia della Sicilia. Mi sono occupata di salvaguardia ambientale, di territorio. Ho conosciuto il compianto Sebastiano Tusa, una persona indimenticabile, di rara sensibilità. C’è, alle volte, un certo compiacimento deteriore e se provi a ribattere, magari ti dicono: ‘Non sei siciliana, non puoi capire’. Ho capito, invece, e sto dedicando a questa terra tutta me stessa”.

Il complicato discorso sulla bellezza va avanti: “Adoro la Sicilia, che è la culla dell’Europa. Per me è come come un grande occhio che sa guardare lontano. Cosa vorrei? Che ci fosse una maggiore consapevolezza e che, fra molti anni, si pensi alla Biennale come un dono e un appuntamento, a prescindere da me”. Una strada impegnativa e non semplice, verrebbe, chissà, la voglia di metterla da parte nell’ingombro di ostacoli e inciampi, ma non si può, quando la strada coincide con te e con una missione, nonostante la seduzione della sosta.
“Bello è il bosco, scuro e avvolgente. Ma io ho promesse da mantenere. Miglia da fare, prima di dormire. Miglia da fare, prima di dormire”.

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