Il blitz dei carabinieri svelò i furti di gasolio alla Rap: tutti sotto processo

“Gasolio rubato alla Rap”|In 19 sotto processo

Il giudice dà il via libera al giudizio immediato

PALERMO – Dipendenti Rap, titolari di pompe di benzina, piccoli operai e autotrasportatori: per gli imputati, accusati di avere rubato il carburante della Rap, arriva il giudizio immediato.

Il processo inizierà il prossimo 12 gennaio davanti alla quarta sezione del Tribunale. A stabilire che la prova è evidente è stato il giudice per le indagini preliminari Annalisa Tesoriere che ha accolto la richiesta di processo immediato avanzata dai pubblici ministeri Maria Pia Ticino ed Enrico Bologna.

L’elenco degli imputati

Finiscono sotto processo: Giuseppe Cocuzza, 56 anni, Marco Corona, 47 anni, Rosario Di Maggio, 62 anni, Francesco e Gaspare Inzerillo, di 29 e 36 anni, Salvatore Lullo, 38 anni, Benedetto Scariano, 54 anni, Piero Giorgio Schirò, 48 anni, Alberto Bologna, 37 anni, Vincenzo D’Aleo, 46 anni, Cristoforo Di Caccamo, 38 anni, Filippo Martelli, 36 anni, Giovanni Puglisi, 23 anni, Pietro Riggio, 41 anni, Giovanni Spatola, 59 anni, Calogero Di Maggio, 34 anni, Francesco Di Maggio, 52 anni, Alessio Grifò, 33 anni, Francesco Lo Cicero, 53 anni. GUARDA LE FOTO

Altri indagati avevano già patteggiato, fra Ciro Aurelio, Francesco Lopitale e Alessandro Milazzo.

I ruoli

Il capo dell’associazione a delinquere sarebbe stato Giovanni Calò, dipendente Rap, con la funzione di addetto al movimento terra. L’anno scorso era stato fermato su un autocompattatore all’esterno della discarica di Bellolampo con 1.700 euro in contanti e un block notes con cifre e appunti. Sarebbe stato lui a rifornire i mezzi pesanti e gli autocompattatori con un’autobotte.

Ai suoi ordini avrebbero risposto gli altri dipendenti Rap e cioè Milazzo, Lopitale, Cocuzza e Ammirata. Si sarebbero alternati nei compiti: a volte avrebbero rubato il carburante riempiendo le taniche, altre volte facevano da vedetta, oppure piazzavano un mezzo pesante per coprire le operazioni illecite.

Raffica di furti

Il carburante veniva trasportato con mezzi privati oppure con i pick up aziendali fino a casa di Milazzo. A volte erano Francesco Inzerillo e il fratello Gaspare, gestori di un distributore in via Leonardo da Vinci, a prelevare il gasolio a Bellolampo e a trasportarlo nella propria attività. Successivamente a loro sarebbe subentrato Schirò. GUARDA IL VIDEO

Gli acquirenti

Oltre agli Inzerillo, tra coloro che avrebbero acquistato la benzina sotto costo, ci sarebbero anche Di Caccamo, Martelli, Grifò, Bologna e Puglisi.
Il carburante trasportato da Inzerillo sarebbe stato custodito da D’Aleo, titolare di un autolavaggio nella zona di corso Calatafimi.
L’anno scorso Calò (fermato su un autocompattatore all’esterno di Bellolampo) con 1.700 euro in contanti e un block notes con cifre e appunti) Schirò, Lullo e Corona furono ritenuti responsabili di un furto di 820 litri di carburante. Ora è emerso che non si trattò di un caso isolato. (Leggi: “Uno spaccato desolante”).


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