La strage e il compleanno che non ci sarà: "Mio figlio è morto da eroe" - Live Sicilia

La strage e il compleanno che non ci sarà: “Mio figlio è morto da eroe”

Giuseppe Giordano ricorda Federico nel giorno in cui avrebbe spento 17 candeline. "Io e mia figlia subiamo la vera condanna"

PALERMO – “Papà, ho in braccio la bambina, è qui con me”. Federico tentò fino all’ultimo di mettere in salvo la sorellina Rachele che aveva soltanto un anno, ma alla fine la furia dell’acqua travolse entrambi, non lasciandogli scampo insieme ad altre sette persone. Aveva 15 anni quando l’alluvione seminò morte e distruzione a Casteldaccia, dove la famiglia Giordano si ritrovava coi parenti durante le festività. Era il ponte di Ognissanti, una serata stravolse la vita di Giuseppe Giordano, un papà che oggi ricorda con estremo dolore un figlio che non c’è più. “Oggi Federico avrebbe spento 17 candeline – dice – ed è una giornata particolarmente difficile per me e Asia”. Giordano dal giorno della tragedia è rimasto da solo con la figlia ancora adolescente.

“E la nostra vita non è più stata la stessa – racconta -. Oggi siamo stati al cimitero, a salutare il nostro Federico, mia moglie e la bambina. Tutti nostri affetti più cari sono lì, portati via dalle nostre braccia da quella terribile notte che ha distrutto le nostre esistenze. Vogliamo ricordare Federico con la sua gioia, le sue passioni, la sua allegria”. Un dolore che si fa sempre più forte, proprio mentre arrivano cinque archiviazioni nel processo in cui rimangono imputati per omicidio colposo l’attuale sindaco, la responsabile della protezione civile comunale, e il proprietario dell’immobile.

Secondo il Gip di Termini Imerese, infatti, la morte di nove persone nella villetta abusiva investita dal fango e dall’acqua del fiume Milicia, non è riconducibile all’abusivismo edilizio: la responsabilità riguarda le politiche di protezione civile del comune di Casteldaccia. Per questo sono stati definitivamente archiviati la moglie del proprietario della villetta e cointestataria dell’immobile e tutti i dipendenti comunali e funzionari che negli anni si sono avvicendati all’ufficio abusivismo edilizio del comune di Casteldaccia e l’ex sindaco. “La vera condanna la subiamo io e mia figlia ogni giorno – dice Giordano -. La viviamo sulla nostra pelle perché costretti ad accettare una realtà in cui le persone che amavamo non sono con noi. Quella notte ci ha purtroppo tolto tutto, ma non i ricordi. Quelli belli per fortuna rimangono e ci aiutano ad andare avanti”.


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