Gli uomini senza onore del racket Cresta sulla colletta per un morto

Il pizzo e il disonore della mafia: cresta sulla colletta per un morto

Liberarsi dal pizzo è possibile. Lo dimostrano il blitz dei carabinieri nel rione Borgo Vecchio
MAFIA, PALERMO
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PALERMO – Liberarsi dal pizzo è possibile. Lo dimostrano le ultime indagini. Nel rione Borgo Vecchio diversi imprenditori e commercianti si sono ribellati in massa. Anche loro avevano paura, perché è impossibile non averne. Eppure ce l’hanno fatta.

Il blitz dei carabinieri, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, muove nuove e necessarie leve per rendere matura la convinzione che un altro mondo è possibile.

Innanzitutto c’è la risposta dello Stato che si manifesta nel gesto dal profondo valore simbolico del generale Arturo Guarino. Il comandante provinciale dei carabinieri di Palermo si è fisicamente tolto il cappello per ringraziare chi si è fidato dell’Arma e ha denunciato gli uomini del racket GUARDA IL VIDEO.

C’è un episodio che più di altri consegna alla cronaca lo squallore di Cosa Nostra. Per tutti, anche per i presunti mafiosi, vale il principio di non colpevolezza. Specie quando, come per l’operazione di ieri, si è in presenza di un decreto di fermo che deve ancora passare al vaglio del giudice per le indagini preliminari. Certe frasi, però, non si possono cancellare. Stanno lì e vanno lette.

Vincenzo Vullo e Giovanni Zimmardi fanno parte dell’elenco dei venti fermati. Sarebbero due esattori del racket. Due anni fa un autobus travolse e uccise un uomo a Palermo, viveva al Borgo Vecchio. Anche quella fu vista come un’occasione di guadagno.

La morte violenta di qualcuno andava sfruttata per fare soldi. Come? Organizzando una colletta tra titolari e gestori delle attività commerciali della zona da devolvere ai familiari della vittima: “Ci facciamo tutti i negozi, tutti… prendiamo qualche cinque-seimila euro… gli diamo duemila euro per il fatto”. Insomma, volevano fare la cresta sul dolore degli altri trattenendo la maggiore parte dei soldi raccolti.

Sono questi gli uomini del pizzo della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio, mandamento di Porta Nuova. Gli stessi che se ne andavano in giro, da soli o in compagnia, a fare i sopralluoghi: “Questo pagava”: “Questo non pagava”; “Questo è uno sbirro”; “Qua ci siamo stati, da quest’altro di dobbiamo andare”.

Mappavano il territorio e facevano i nomi di tanti altri commercianti. Nomi citati con chiarezza negli atti giudiziari e che presto saranno convocati dai carabinieri.

È lecito immaginare che alle parole siano seguiti i fatti e che molti abbiano poi ricevuto la visita degli emissari dei boss. Ora si spera siano loro a passare dalle parole ai fatti, seguendo l’esempio di chi ha denunciato gli esattori del pizzo. Come Giuseppe Piraino che ha incastrato con una telecamera il suo aguzzino. GUARDA IL VIDEO

Quando avverrà, ne siamo certi, un generale che rappresenta lo Stato si toglierà ancora una volta il cappello in segno di riconoscenza.


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