Quello che Palamara non ha detto.... - Live Sicilia

Quello che Palamara non ha detto….

Un Paese giusto e democratico non può ancora tollerare una magistratura fatta di "appartenenze" e miserabili oligarchie contrapposte.

C’è un verso di una poesia di Alda Merini che recita semplicemente: “Mi piace chi sceglie con cura le parole da non dire…”. Ascoltando l’intervista che “Le Iene” hanno fatto all’ex magistrato Luca Palamara ho pensato a quella frase. O, meglio, pensavo al suo contrario. Cercavo di comprendere come mai quest’uomo, ormai trascinato nella polvere dai suoi stessi metodi e dai suoi stessi compari, non cercasse dentro di sé – finalmente – le parole da dire al mondo perché la Verità fosse conosciuta e conclamata.

Dicesse – finalmente – che un Paese giusto e democratico non può ancora tollerare una magistratura fatta di “appartenenze” e miserabili oligarchie contrapposte. Affermasse – davanti al Popolo Italiano, nel cui nome la Giustizia è dichiarata – che una magistratura lottizzata (con Lotti o senza Lotti…) mai potrà manifestarsi affidabile.

Dichiarasse – senza infingimenti – che quanto consumato, ad oggi, ai danni dei cittadini, è più di un delitto: è un inescusabile, ciclopico errore. Invece l’ho udito dire e non dire, alludere e sottintendere in un linguaggio di silenzi ammiccanti che qui in Sicilia conosciamo bene. Alcune frasi del Palamara voglio, però, evidenziarle perché restino scolpite in chi leggerà questo articolo:

“Gli accordi li fanno i magistrati… Prevalgono dentro la magistratura delle logiche correntizie, le logiche correnti… c’è una cordata che vuole prevalere sull’altra per affermare un potere interno… questo è quello che avviene in magistratura…”. E, ciliegina sulla torta devastatoria dell’onore magistratuale quest’ultima: “Il nostro sistema funzionava così: era previsto anche il ringraziamento successivo…”

Non voglio impegnare oltre il vostro sguardo su questo orrore pornografico. Ma un finale devo pure porlo su questo articolo. Qualcuno ha detto che nessuno può pensare al di là delle parole che possiede. Mai frase fu più vera.

Leggere l’ittico Palamara nella frase “Non pensavo che qualcuno potesse inocularmi il trojan” dà ragione di questa teoretica e tragica verità…

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