La guerra di Musumeci sui Regionali e i distinguo nel centrodestra

Musumeci in guerra sui Regionali|Nel centrodestra c’è chi si smarca

A 24 ore dall'ultima uscita sui dipendenti pubblici quattro deputati della coalizione di governo prendono le distanze dal governatore. Cracolici: "Non lo seguono più neanche i suoi"

PALERMO – Il nuovo attacco del governatore Musumeci ai dipendenti regionali (“il 70% di loro è inutile”, ha esclamato ieri il presidente della Regione a un evento de ‘Il Sole 24 Ore’) provoca diversi distinguo nel suo stesso campo del centrodestra. Dopo le reazioni dei sindacati della funzione pubblica (ma è stato lo stesso governatore a dirsi “in guerra” con loro per cambiare le cose alla regione) e delle opposizioni all’Ars, infatti, oggi è il giorno delle prese di posizione sul fronte interno.

Lo Curto: “Non fare di tutta l’erba un fascio”


Ad aprire le danze in mattinata è Eleonora Lo Curto, capogruppo Udc all’Ars, a mettere a verbale che “sui dipendenti regionali e l’efficienza della macchina amministrativa non serve fare di tutta l’erba un fascio”. Lo Curto non nasconde qualche fastidio per l’ennesima uscita di Musumeci contro i dipendenti pubblici: “Non amo molto le generalizzazioni – evidenzia -, atteso che tra i dipendenti regionali c’è tanta gente che svolge il proprio lavoro con grande impegno e dedizione”. Nel J’accuse del governatore c’era anche una dura critica al passato della Regione, vista come ‘stipendificio’ più che come un ente nato per risolvere i problemi: “Se è vero, da un lato, che tante assunzioni nel passato sono state il frutto di una politica clientelare, dall’altro lato è vero che oggi, soprattutto tra le fasce inferiori, A e B, c’è tanto personale che svolge mansioni superiori senza un ben che minimo riconoscimento economico, pur essendo, in tanti casi, anche in possesso di laurea”, ricorda Lo Curto.

“Serve un passo più deciso del governo”

Secondo la deputata marsalese, inoltre, “l’unica verità” ascoltata in queste ore è quella dell’età media dei regionali attorno ai 57 anni, “conseguenza – dice – del blocco del turn over e della lunga sospensione delle stagioni concorsuali”. La difesa dei dipendenti pubblici ‘A’ e ‘B’ da parte della capogruppo Udc a Palazzo dei Normanni, però, non finisce qui: “In tempi di Covid questo personale ha mantenuto il front office con gli utenti, mentre in tanti delle fasce superiori sono stati posti in smart working”. Da qui la sottolineatura a Palazzo d’Orleans: “Credo che sui Regionali occorra un passo più deciso del governo e del Parlamento per far ripartire i concorsi e dare la possibilità a tanti giovani ben formati di lavorare per pubblica amministrazione della Sicilia”.

Triplice attacco al governatore

Ben più pesante, in verità, l’uscita pomeridiana di altri tre parlamentari regionali che sostengono l’esecutivo Musumeci: Marianna Caronia, Luisa Lantieri e Carmelo Pullara. “L’ennesimo attacco del presidente Musumeci ai dipendenti regionali è comprensibile, se non fosse che viene dal presidente della Regione”, sottolineano i tre, che poi aggiungono: “Vi è certamente un deficit grave di alfabetizzazione digitale fra i dipendenti, come in tutta la pubblica amministrazione, che ha radici lontane nell’organizzazione degli uffici, nell’assenza di una seria politica di aggiornamento e formazione, nel fatto che il personale sia nella grande maggioranza appartenente alla fascia di popolazione meno avvezza all’uso del digitale. Ma il ruolo della politica – ricordano – è quello di trovare rimedio ai problemi e non additare, per altro con toni poco consoni al ruolo istituzionale”.

“Serve una riqualificazione…”

Per Pullara si tratta della seconda critica all’indirizzo di Musumeci nel giro di 24 ore. Al deputato agrigentino, infatti, ieri non era andato giù l’endorsement fatto poche ore prima dal governatore in favore di Franco Micciché al ballottaggio di Agrigento, dove Pullara è a sostegno del sindaco uscente Lillo Firetto. I tre deputati del centrodestra si rivolgono quindi al presidente della Regione: “Faccia un necessario sforzo per immaginare cosa serve per ridurre il gap culturale e professionale che ha attaccato con tanta veemenza, colga l’occasione per utilizzare le imposizioni di ricorso allo smarworking per avviare una massiccia formazione e riqualificazione del personale utilizzando risorse interne ed esterne della Regione e valorizzando proprio quella parte della struttura e del personale regionale più avanti nelle competenze digitali”. Per Caronia, Lantieri e Pullara “se ciò non avvenisse, l’attacco di ieri rischia di apparire e restare un’accusa fine a se stessa di cui difficilmente si comprende l’utilità se non quella di un populismo di bassa lega”.

Le voci interne al centrodestra non passano inosservate dalle parti del Partito democratico, dove un parlamentare di lungo corso come Antonello Cracolici funge da amplificatore dei mal di pancia nel campo avverso: “Musumeci accumula figuracce una dietro l’altra e per tentare di nascondere i suoi fallimenti s’inventa un nemico al giorno da gettare in pasto all’opinione pubblica – sottolinea -. Questa situazione ormai è evidente a tutti, anche fra i suoi sostenitori più stretti c’è chi inizia a manifestare imbarazzo ed insofferenza per la sua inadeguatezza”. E ancora: “Sono sempre di più quelli che, nella maggioranza, non vogliono essere associati ai suoi fallimenti ed iniziano a smarcarsi da lui, Musumeci è ogni giorno più solo ma invece di ammettere i suoi errori se la prende con chiunque tranne che con se stesso, cioè il vero responsabile di una Sicilia allo sbando”.

Cgil all’attacco

E in serata arriva anche la nota durissima della Cgil: “Non è più tollerabile assistere ad una sorta di crociata contro i dipendenti regionali per raccattare qualche consenso o per altre inconfessabili ragioni – dicono Cgil Sicilia e Fp Cgil -. Il lavoro pubblico è e deve restare un valore che va difeso fino in fondo, per garantire servizi all’altezza dei bisogni dei cittadini e delle imprese”. “La misura è colma – affermano il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, e il segretario generale di Fp Cgil Sicilia, Gaetano Agliozzo – appena qualche mese fa Musumeci aveva definito l’80% dei dipendenti grattapancia, adesso un’altra deplorevole uscita. Di fronte a questo irrispettoso atteggiamento metteremo in atto tutte le iniziative possibili per difendere tutti i lavoratori regionali da attacchi ingenerosi e strumentali”. E ancora: “Stavolta il presidente, forte della sua autorevole posizione(forse sarebbe il caso di bollarla come autoritaria) ha il dovere di tirare fuori le carte e le fonti per dimostrare la fondatezza delle sue esternazioni”.


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