Covid e scuola, tutto cambia da un istituto all'altro VIDEO - Live Sicilia

Covid e scuola, tutto cambia da un istituto all’altro VIDEO

Palermo. Il problema dei tempi dei tamponi e la difficoltà nel proseguire l'attività didattica.

A poche settimane dall’inizio delle lezioni, le scuole palermitane sono nel caos. In molti istituti mancano ancora spazi e banchi monoposto, mentre gli orari ridotti mettono in difficoltà i genitori. Ma a rendere incerto il futuro della scuola è il sistema dei tracciamenti che non funziona come dovrebbe e costringe i dirigenti scolastici a mandare i ragazzi a casa per evitare la diffusione del virus.

“La nostra prima segnalazione è del 4 ottobre – racconta la dirigente del Galileo Galilei – ma siamo riusciti a parlare al telefono con l’Azienda sanitaria provinciale solo dopo dieci giorni”. E così, a causa di tre contagi, i 1700 studenti del liceo scientifico devono seguire le lezioni a distanza. 

Ma non è solo il ritardo nei test a fare inceppare la macchina del tracciamento, come ci spiega Aldo Di Bianchi, referente Covid per la succursale del liceo Galilei: “Abbiamo dei registri sui quali annotiamo tutti i movimenti dei ragazzi a scuola ma l’Asp non ha mai richiesto alcunché”.

Anche la scuola elementare De Gasperi ha deciso di attivare la didattica a distanza per un caso di contagio. Tutti a casa con una circolare ma ai genitori dei compagni di scuola, per giorni, non viene comunicato nulla di ufficiale dall’Asp. “Dopo una settimana di auto isolamento abbiamo deciso di fare un tampone. Privatamente. Per fortuna siamo tutti negativi”, racconta Alessia. L’Asp, raccontano, si è poi fatta viva dopo tredici giorni. “Abbiamo deciso di rimanere in isolamento per responsabilità personale. Noi lo abbiamo fatto ma c’è gente che mi chiede il perché”. 

Situazione analoga ma approccio diverso per una scuola paritaria del capoluogo, dove i genitori di un alunno sono risultati positivi al Coronavirus. Secondo i protocolli nazionali, la classe dovrebbe andare in quarantena in caso di positività del tampone del bambino. Che però non verrà eseguito prima della fine di ottobre, ovvero a fine quarantena. “E quindi noi mandiamo i nostri figli a scuola senza sapere se il loro compagno è positivo o meno”, racconta preoccupata Marilena, madre di uno dei 25 bambini della classe. “Questa situazione nel giro di poche settimane porterà a quello che tutti temiamo, ovvero la chiusura delle scuole. Una chiusura che sarà dovuta alla mancata organizzazione”.

La possibile contromossa? L’uso dei tamponi rapidi nelle scuole. Da notizie di stampa di oggi si apprende che dalla settimana prossima si comincerà con le prime scuole palermitane.


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