DPCM, "il conto lo paga Conte": imprenditori in piazza Duomo - Live Sicilia

DPCM, “il conto lo paga Conte”: imprenditori in piazza Duomo

Ecco i particolari: primo appuntamento alle 22.00 sotto la Prefettura, poi alle 23.00 raduno in piazza Duomo.
SALE LA TENSIONE A CATANIA
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2 min di lettura

CATANIA – La rabbia circolava già da alcuni giorni, la protesta è montata sui social e si è trasformata in appuntamento. “Ore 22.00 sotto la Prefettura”. Ecco i particolari

L’appuntamento

Il volantino è anonimo, ma su facebook ha ricevuto migliaia di condivisioni. Si tratta di una manifestazione spontanea, non autorizzata, sotto la Prefettura, per protestare contro le nuove misure del DPCM.

Ad aderire ci sono imprenditori del settore turistico, della ristorazione e, si prevede, numerosi cittadini.

Il corteo

Previsto anche un secondo appuntamento, che potrebbe trasformarsi in corteo. Appuntamento alle 23.00 in piazza Duomo. Questo orario era stato previsto per fare coincidere il raduno con la chiusura delle attività di ristorazione.

Ecco cosa prevede il nuovo Dpcm

Il Dpcm conferma la chiusura dei ristoranti alle ore 18, aperti la domenica – Stop a cinema, teatri, casinò, sale scommesse- Stop a palestre, piscine, centri benessere e centri termali. Sospese anche le feste dopo i matrimoni. Sono queste alcune delle misure principali del nuovo Dpcm restrittivo firmato da Conte nella notte dopo l’ultima riunione con i capi delegazione. Il governo, quindi conferma gli orari di chiusura di ristoranti e bar “cancellando”, dall’ultima bozza, la chiusura domenicale. LEGGI I PARTICOLARI

Boom di contagi

Il virus fa sempre più paura. Catania ha fatto registrare 276 nuovi casi di positività al Covid-19. Numeri che portano la provincia etnea al primo posto della classifica per numero di contagi in sole 24 ore. Leggi l’approfondimento di Laura Distefano

Interviene la Cifa

Interviene Gaetano Benincasa, segretario della Confederazione italiana delle federazioni autonome (Cifa).

“Sulla salute dei cittadini non si discute -dice Benincasa – ma la tutela di essa deve essere accompagnata da misure che non devono mortificare il diritto al lavoro”.

“Servono – conclude il segretario della Cifa – ristori economici altrimenti si decreta la morte della piccola e media impresa e la disoccupazione per decine di migliaia di lavoratori”.

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