Ravanusa, ridotto in fin di vita del pestaggio: scattano tre arresti

Ridotto in fin di vita del pestaggio: ora scattano tre arresti

La vittima, ricoverata all’ospedale di Agrigento, ha perso i sensi, riportando l’infrazione di ossa nasali e un versamento pleurico.

RAVANUSA (AGRIGENTO)– Tre ordinanze di custodia cautelare in carcere per un violento pestaggio ai danni di un 29enne ridotto in fin di vita mentre si recava in un supermercato di Ravanusa, piccolo centro dell’agrigentino. I carabinieri della Compagnia di Licata, insieme ai militari della stazione di Ravanusa, hanno arrestato all’alba tre persone, tutte originarie della Romania: si tratta di Petru Ciprian Ursu, 40 anni,  Mihaela Gabriela Buluc, 44 anni, e Ioan Mindirigiu, 42 anni. L’accusa per tutti gli indagati è quella di lesioni personali aggravate in concorso. L’ordinanza di custodia cautelare è firmata dal gip del Tribunale di Agrigento, Alessandra Vella.

Una ‘spedizione punitiva’

La vicenda risale allo scorso 15 ottobre quando andò in scena una vera e propria spedizione punitiva nei confronti di un connazionale 29enne, colpito ripetutamente al volto con inaudita violenza con calci, pugni e anche l’utilizzo di un bastone. La vittima, ancora oggi ricoverata all’ospedale di Agrigento, ha perso quasi subito i sensi riportando l’infrazione di ossa nasali e un versamento pleurico. Da qui anche la contestazione dell’aggravante per aver cagionato una malattia che ha messo in pericolo di vita la persona offesa. Il 29enne, infatti, fu dapprima trasportato all’ospedale di Canicattì ma le sue condizioni si aggravarono rapidamente a tal punto che i sanitari disposero l’immediato trasferimento presso il “San Giovanni di Dio” di Agrigento. 

La vittima e gli aggressori

Le indagini subiscono un’accelerata proprio grazie alle dichiarazioni della giovane vittima che indica gli aggressori e racconta agli inquirenti gli attimi di quell’insensato pestaggio che non sembra aver alcun movente. I primi riscontri avvengono già nelle ore successive quando i carabinieri bussano alla porta di uno degli indagati, ancora con le mani intrise di sangue. A sostegno dell’impianto accusatorio anche la testimonianza di alcune persone presenti al momento dell’aggressione. “Vi è il pericolo concreto – scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare – che gli indagati in libertà commettano ancora gravi delitti. Tale conclusione – si legge nel provvedimento –  è supportata dalla pericolosità sociale e dalla condotta sproporzionata e crudele che dimostra totale assenza di autocontrollo”.

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