"Il killer sbarcato a Lampedusa", la conferma: giunto con altri migranti - Live Sicilia

“Il killer sbarcato a Lampedusa”, la conferma: giunto con altri migranti

Il sindaco di Lampedusa, Totò Martello: "L'attentato in Francia è un attentato all'Europa"
L'ALLERTA
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PARIGI – Brahim A., il killer di Nizza, “è un tunisino arrivato da pochissimo tempo da Lampedusa”: lo ha twittato il deputato della regione di Nizza, Eric Ciotti, affermando di aver appena chiesto ad Emmanuel Macron, in una riunione sul luogo dell’attentato, di “sospendere qualsiasi flusso migratorio e qualsiasi procedura di asilo, in particolare alla frontiera italiana”.

Nel giro di poche ore è arrivata la conferma: l’uomo che ha colpito nella chiesa di Nizza è sbarcato a Lampedusa assieme ad altri migranti. La precisazione sulle modalità con cui il tunisino è entrato in Europa arriva da fonti degli apparati di sicurezza secondo le quali nell’isola c’è stata la prima registrazione dell’uomo. Sono in corso tutti gli accertamenti per ricostruire i vari spostamenti del tunisino, in stretto contatto con le autorità francesi. Non è la prima volta che un tunisino sbarcato in Italia si è poi reso protagonista di atti di terrorismo in Europa: a febbraio del 2011, con Silvio Berlusconi premier e Roberto Maroni ministro dell’Interno, sempre a Lampedusa arrivò – assieme a migliaia di tunisini – Anis Amri, l’autore della strage al mercatino di Natale di Berlino nel 2016. Al momento dello sbarco Amri si dichiarò minorenne e fu trasferito in un centro per minorenni in Sicilia.

Il sindaco di Nizza: “Urlava ‘Allah Akbar”

L’autore dell’attacco si chiama ‘Brahim’ e ha parlato in arabo alla polizia che lo ha neutralizzato. In ospedale ha detto di aver agito da solo. “L’autore dell’attentato, mentre veniva medicato dopo essere stato ferito dalla polizia, continuava a gridare senza interruzione Allah Akbar”: lo ha riferito il sindaco di Nizza, Christian Estrosi, per il quale “non c’è alcun dubbio sulla natura dell’attacco”.

Chi sono le vittime

Le vittime dell’attentato sono due donne e un uomo, secondo quanto confermano fonti della polizia a BFM-TV. Le due persone morte all’interno della cattedrale sono state “sgozzate” o “decapitate”, secondo le diverse fonti. Una terza vittima, una donna, si è rifugiata in un bar vicino alla chiesa, dove è morta poco dopo per le conseguenze delle ferite, riferisce la radio France Info. “Dite ai miei figli che li amo”: queste le ultime parole prima di spirare della donna morta nel bar. La donna è stata colpita gravemente alla gola dall’aggressore, che non è riuscito a decapitarla.

Macron e l’unità di crisi

Il presidente francese, Emmanuel Macron, si è recato presso l’unità di crisi aperta al ministero dell’Interno di Parigi, in Place Beauvau. La Francia riattiva lo stato d’emergenza attentati: è quanto scrive il sito internet di radio Europe 1. Il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin ha inoltre inviato un telegramma ai prefetti. Oggetto: “Rafforzamento della sorveglianza dei luoghi di culto dopo l’attacco all’arma bianca a Nizza”.

Allerta antiterrorismo

Il primo ministro francese, Jean Castex, ha annunciato davanti ai deputati in Assemblée Nationale, che sarà varato subito il piano “Vigipirate” di allerta antiterrorismo in tutto il paese al suo “massimo livello”, quello denominato “attentato imminente”. Castex, riferendo sull’attentato di Nizza dopo aver sospeso la seduta sull’instaurazione del lockdown per recarsi alla cellula di crisi al ministero dell’Interno, ha detto che “la risposta della Francia sarà ferma, implacabile e immediata”.

Il sindaco di Lampedusa: “Un attentato all’Europa”

“L’attentato di Nizza è un attentato all’Europa. Le notizie di stampa sul percorso fatto dall’attentatore prima di arrivare in Francia confermano che l’intero meccanismo di gestione dei flussi migratori ha bisogno di regole condivise a livello comunitario, ed evidentemente di controlli più approfonditi. L’attentatore sarebbe passato dal Centro di accoglienza di Lampedusa, ed è bene ribadire che l’Amministrazione comunale dell’isola non ha nessun ruolo nella gestione del Centro”. Lo dice il sindaco di Lampedusa Totò Martello.

“Le autorità competenti stanno verificando i passaggi, in ogni caso si tratta di una vicenda che deve portare le Istituzioni italiane e Comunitarie a riflettere profondamente su quello che è accaduto, e sulla necessità di affrontare in un modo diverso la gestione dei flussi migratori. L’ho ripetuto più volte, e continuo a dirlo: non si può scaricare sui territori di frontiera tutto il peso dell’accoglienza”, ha proseguito il sindaco Martello. “Allo stesso tempo – ha detto ancora – è sbagliato dare fiato a generalizzazioni sui ‘migranti’ o sull’ ‘Islam’: chi ha compiuto le atrocità a Nizza è un terrorista probabilmente ispirato ad un ‘islamismo fascista’ che è espressione di un estremismo che non può e non deve essere associato all’intera comunità islamica”. Il sindaco conclude: “Lampedusa non può essere accusata di nulla, sarebbe un grave e pericoloso errore raccontare questa vicenda con semplificazioni che rischiano di spazzare via l’impegno e i sacrifici della nostra comunità sul fronte umanitario”.

“Sbarcato il 20 settembre”

Il killer di Nizza Brahim Aoussaoui sarebbe giunto a Lampedusa lo scorso 20 settembre quando si verificò un boom di sbarchi: venti barconi carichi di migranti arrivarono sull’isola. Venne portato all’hotspot di contrada Imbriacola dove è stato circa 24 ore, il tempo d’essere sottoposto a tampone anti-Covid e di vedersi notificare l’esito. Il giorno dopo il tunisino venne imbarcato – assieme a tanti altri connazionali – sulla nave quarantena Rhapsody che fece rotta verso Bari. Conclusa la sorveglianza sanitaria, dopo un nuovo esito negativo del tampone, il giovane è stato sbarcato. Il suo nominativo è finito nell’interminabile elenco di coloro – accade per tutti i migranti – che appena sbarcano in Italia vengono iscritti nel registro degli indagati per immigrazione clandestina. Brahim Aoussaoui risulta infatti essere indagato dalla procura di Agrigento. Dopo la tragedia di Nizza, tutte le autorità investigative agrigentine si sono messe a lavoro per ricostruire le tappe fatte dal giovane tunisino.

Il decreto di respingimento

Nei confronti di Brahim Aoussaoui era stato emesso un decreto di respingimento del prefetto di Bari accompagnato da un ordine del questore ad abbandonare l’Italia entro sette giorni e nei suoi confronti non era stato disposto il trasferimento in uno dei Centri per i rimpatri poiché non c’erano segnalazioni. Il tunisino, secondo quanto si apprende da fonti qualificate, è arrivato in Italia nei giorni in cui sono sbarcate altre centinaia di suoi connazionali a Lampedusa. Dopo il periodo di quarantena a bordo della nave, Aoussaoui è stato fotosegnalato e identificato assieme agli altri tunisini. All’esito delle procedure identificative, non sono emersi precedenti tentativi di ingresso in Italia, precedenti penali o segnalazioni da parte dell’intelligence e delle autorità tunisine e dunque per il 21enne è scattato il decreto di respingimento e non il trasferimento nei Centri per i rimpatri, come invece è accaduto per diversi suoi connazionali. (ANSA

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