Il Covid e la "movida giudiziaria" - Live Sicilia

Il Covid e la “movida giudiziaria”

Il luogo preposto alla amministrazione della Giustizia che non fa “giustizia della pandemia”.
LA PAROLA ALLA DIFESA
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E così, alla fine, il nuovo “focolaio del virus” rischia di annidarsi nel Tribunale, il luogo preposto alla amministrazione della Giustizia che non fa “giustizia della pandemia”. Sembra un paradosso, ma è così!

Speravamo che l’esperienza vissuta nei mesi in cui la paralisi di ogni attività ha travolto il nostro Paese servisse da lezione, ma non è stato così e, anzi, i nuovi (ma antichi) luoghi di assembramento sono diventati quelli nei quali, giornalmente, Giudici, Avvocati, Cancellieri, imputati e testimoni, si affollano magari tutti con mascherina e dopo la rilevazione della temperatura.

Però, giorno dopo giorno, Giudici, Avvocati, Cancellieri, imputati e testimoni marcano visita e si allunga in maniera preoccupante la lista dei “positivi”.
Speravamo, ma ci siamo illusi, perché anche l’ultimo D.L. con il quale si tenta di evitare l’assembramento degli Avvocati nelle cancellerie parte claudicante; ci siamo illusi, sì, che ognuno di noi Avvocati potesse, dal proprio Studio, richiedere, trasmettere o consultare gli atti processuali (ma non tutti, perché per alcuni continua ad essere obbligatorio il deposito cartaceo e in presenza) con un semplice “click”, consultando il tanto agognato “portale” reclamizzato nel Decreto ma, ad oggi (2 Novembre) il Ministero della Giustizia ha sì trasmesso il manuale Utente del portale deposito atti penali, ma la tanto agognata “icona accedi” non compare e fino a quando non comparirà la “movida giudiziaria” non avrà termine.
Speravamo, dicevo, ma non è così nemmeno per la trattazione delle udienze.

In questo caso si procede in ordine sparso: procedimenti fissati (ciascuno) ad orari prestabiliti e comunicati, almeno un giorno prima, tramite il sito istituzionale del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, altri per i quali l’elenco dei procedimenti viene affisso fuori dall’Aula la stessa mattina della trattazione, altri fissati per “fascia oraria” e, in questi casi, gli sbigottiti Avvocati, imputati e testimoni si affollano fuori dall’Aula, in corridoi che, a volte, assomigliano a quelli di casa, per conquistare il privilegio di leggere il presumibile orario di inizio della trattazione del procedimento che lo riguarda ma, in questo caso, sorpresa delle sorprese, scopre che per ogni fascia oraria (solitamente la distinzione è oraria o per frazione di ora) è prevista la trattazione di almeno 10 procedimenti e allora, sempre che il tempo venga rispettato, il conto è semplice perché, sempre in quel corridoio, davanti l’Aula, stazioneranno almeno 10/20 persone che, se stazionassero davanti ad un bar, provocherebbero la chiusura dell’esercizio ed una salata ammenda nei confronti del titolare.

Ma il Tribunale è zona franca! La movida è tollerata! La Giustizia per i comuni mortali non si occupa della diffusione del Virus.
E non solo!

Esistono Tribunali dove il numero delle persone (Giudici, Pubblico Ministero, Avvocati, Cancelliere, imputati) che possono occupare l’Aula durante la trattazione del procedimento è ridotto (ad esempio Tribunale di Termini Imerese e, immagino, tanti altri lungo lo Stivale), in questo caso, se tale numero viene superato, anche per un singolo procedimento, questo viene inesorabilmente rinviato e, talvolta, come è capitato a chi scrive, ad una data nella quale sarà possibile reperire altro locale, fuori dal Tribunale, idoneo, finalmente, a trattare il procedimento e fare Giustizia per i comuni mortali e forse (si spera), anche, per il “virus”.

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