La lotta contro il Covid e gli screening: "Così l'alta tecnologia ci aiuta" - Live Sicilia

La lotta contro il Covid e gli screening: “Così l’alta tecnologia ci aiuta”

I tamponi e la strumentazione che arriva dagli Stati Uniti. Il dottor Lucchese spiega come funzionano

TRAPANI – La parola d’ordine è “velocità e affidabilità”. La battaglia contro il Sars-Cov 2, comunemente noto come Covid-19, si vincerà certamente con un più efficace screening della popolazione andando a circoscrivere, possibilmente sul nascere cioè appena lo si individua, un possibile focolaio di contagio. Un po’ come avviene in Cina dove i positivi al virus vengono immediatamente individuati ed isolati in modo tale da evitare il propagarsi del contagio. Velocità, dunque, ed affidabilità. Oggi possibili grazie ai cosiddetti tamponi molecolari che, però, necessitano di strumentazioni all’avanguardia. Ma quando parliamo di “implementazione della tecnologia sulla processazione dei tamponi molecolari”, esattamente di che parliamo? Risponde il dottor Mariano Lucchese, direttore del Dipartimento dei Servizi e delle Scienze Radiologiche dell’ASP 9 di Trapani in servizio presso il Covid Hospital di Trapani.

“Intanto facciamo una premessa. L’unico test attualmente utile per la diagnosi (alta sensibilità e specificità pari al 95% per entrambe) è, di fatto, il test molecolare con metodo Real Time PCR per SARS-CoV-2 indicato dall’OMS. Tale test utilizza sonde specifiche per tratti dei geni RdRP, E ed N, dell’Acido RiboNucleico (RNA) di SARS-CoV-2. Attualmente noi disponiamo di una strumentazione manuale, situata presso il laboratorio dell’ospedale di Marsala, che consiste in una serie di apparecchiature che svolgono una fase di preparazione del campione, estrazione dell’RNA virale (che è il materiale che raccogliamo con il tampone rino-faringeo e oro-faringeo) e un’amplificazione di questo stesso materiale. Normalmente, come succede per ora, questo avviene manualmente con impiego di tempo elevato degli operatori. E questa lentezza, come si può benissimo comprendere, incide sull’efficacia del contrasto alla diffusione del virus. Ecco perchè abbiamo acquisito una strumentazione completamente automatica che prepara i reagenti già a bordo. Si tratta del Panther Fusion della Ditta Hologic, uno strumento ad alta tecnologia che abbiamo fatto arrivare dagli Stati Uniti.

“Come sarà di aiuto il Panther Fusion, dottor Lucchese? “La preparazione dell’operatore, per quanto riguarda il campione, consisterà semplicemente nel mettere a bordo in random access il tampone in un campionatore. A quel punto tutte le varie fase di preparazione, cioè l’abbinamento di reagenti con il campione, l’estrazione dell’RNA virale dal campione e l’amplificazione di questo materiale genetico, avverrà in maniera automatica. Tutto ciò comporta notevole risparmio di energie, di tempo e soprattutto una maggiore previsione. La caratteristica di questo strumento è che riesce fare tutto in un’unica apparecchiatura. Lo abbiamo preso dagli Stati Uniti e, mi creda, la difficoltà è stata proprio quella di accaparrarsi questa strumentazione poiché dagli Stati Uniti, essendo in piena pandemia, erano restii a privarsene”.

Quindi ce ne sono poche in Italia, di queste apparecchiature? “Il primo strumento di questa serie è all’Istituto Spallanzani di Roma e ce ne sono altri a Genova e a Catania di recente introduzione. Siamo quindi orgogliosi di essere fra i pochi ospedali che dispongono di questo strumento poiché ci permetterà di processare fino a 500 campioni in otto ore con livello di qualità eccezionale, cento per cento dell’individuazione dell’RNA. A questa strumentazione va implementato un macchinario semiautomatico che funge da preparatore ed estrattore contemporaneamente. L’operatore deve soltanto prender la piastra e spostarla nell’amplificatore… si renderà conto da solo di quanto tempo e fatica si risparmiano in questa maniera”. Quelli di Trapani e Marsala, quindi, sembrano ospedali al passo coi tempi, insomma, per quanto riguarda la lotta al Sars-Cov 2.

“I presidi ospedalieri che si occupano di Covid, Trapani e Marsala, sono sempre stati un fiore all’occhiello, siamo molto avanzati tecnologicamente: disponiamo di due moduli da 4 test ciascuno (in grado di processare fino a otto test contemporaneamente) presso il P.O.di Trapani, ai quali si aggiunge un altro modulo da 4 presso il P.O.di Marsala. Questo è un sistema di completamento automatico monotest per l’esecuzione di tamponi in tempi rapidissimi. Normalmente ci vogliono tre ore, tre ore e mezzo per avere il risultato del tampone e noi, oggi, siamo in grado di processare un campione in 45 minuti. Affidabilità massima. Questo ci consente, tutt’ora, di fare diagnosi differenziali molto velocemente per i sospetti casi Covid arrivati in pronto soccorso: in meno di un’ora individuiamo se il paziente è Covid negativo o positivo e quindi permettiamo di distinguere il percorso ospedaliero con risparmio di costi e di affaticamento del personale”. Dottore Lucchese, ne usciremo da questa pandemia? “Ne sono certo. Abbiamo i mezzi per combattere questa pandemia e riusciremo a sconfiggerla. Con i molecolari diagnostici e lo screening con i tamponi rapidi per la ricerca degli antigeni potremo interrompere la propagazione della malattia, in attesa dei vaccini veri e propri. Stiamo comunque attenti al mantenimento delle misure di prevenzione”.


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