NICOLOSI (CT) – Un sistema semplice e quasi perfetto. La Guardia di finanza ha incastrato un ex dipendente comunale che aveva architettato un meccanismo per “fare soldi” con i mandati di pagamento del Comune. Ecco i particolari.
Le indagini
Le fiamme gialle della compagnia di Paternò hanno esaminato 6 anni di movimenti bancari. Tutto è partito da una denuncia dei vertici comunali, dopo una verifica interna. In totale, il dipendente si è appropriato di 61mila euro. Non si tratta di una cifra rilevante, ma quello che ha attirato le attenzioni degli investigatori è il metodo.
Il trucchetto
Gli inquirenti parlano di un “illecito sistema, tanto semplice quanto efficace, messo in atto dall’indagato”. Il comune di Nicolosi, fino allo scorso dicembre, emetteva i mandati di pagamento, ma il servizio di tesoreria lo gestiva un istituto bancario. La banca, dopo il mandato della ragioneria, emetteva un secondo mandato a favore di Poste Italiane.
Il “furbetto”
Il dipendente comunale prelevava in contanti la somma corrispondente al mandato di pagamento e ne versava solo una parte alle Poste, tenendo per sé la differenza.
Prima di depositare i bollettini, però, li taroccava.
Le verifiche
Attraverso la comparazione tra i fondi erogati dal servizio di tesoreria e quelli effettivamente versati, è emersa la differenza di 61mila euro.
Per questo è scattata l’accusa di peculato e la procura guidata da Carmelo Zuccaro ha disposto il sequestro preventivo “finalizzato alla confisca di somme”. Così sono scattati i sigilli al furbetto, che nel frattempo è andato in pensione.