Coronavirus, coro di critiche per la Sicilia dichiarata zona arancione - Live Sicilia

Coronavirus, coro di critiche per la Sicilia dichiarata zona arancione

Proteste per le nuove restrizioni
LE REAZIONI
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PALERMO – Coronavirus, un coro di critiche e proteste per la Sicilia dichiarata zona arancione. E le opposizioni attaccano il governo regionale. “Perché la Sicilia è stata degradata a zona arancione? L’andamento della curva epidemiologica ci pone al tredicesimo posto, cioè il virus in Sicilia circola molto di meno rispetto a dodici regioni come ad esempio il Lazio, la Campania e la Liguria (inserite invece nella zona gialla). Ovviamente questa è la conferma che il sistema sanitario siciliano e’ strutturalmente al collasso perché in questi sei mesi poco o nulla si è fatto per incrementare i posti letto nei reparti Covid e nella terapia intensiva, nonostante i soldi messi a disposizione del governo Conte”. Lo dice in una nota il sindaco di Messina Cateno De Luca che aggiunge: “Avevo già lanciato l’allarme una settimana fa. Ci hanno risposto con chiacchiere, proclami e scaricabarile. Purtroppo, da venerdì migliaia di imprenditori non potranno alzare la saracinesca”. “Chiedo ufficialmente – conclude De Luca – le immediate dimissioni dell’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza e le scuse immediate ai siciliani da parte dell’inconcludente presidente Nello Musumeci. Per colpa della politica siciliana ora arriverà un’ulteriore mazzata alla Sicilia e ai Siciliani.

“Se la Sicilia è zona arancione non è certo per un capriccio del governo nazionale, Musumeci collabori anziché sparare a vuoto – dicono i parlamentari nazionali M5s Roberta Alaimo, Valentina D’Orso e Adriano Varrica -. È dal 30 aprile che Musumeci conosce quali sono le soglie limite dei vari indicatori che classificano i livelli di rischio e comportano la necessaria adozione di misure sempre più restrittive – aggiungono – È da più di sei mesi che la regione è tenuta a fornire un flusso continuo di informazioni al governo nazionale relative all’andamento di quei 21 indicatori. Quindi sia ben chiaro che le decisioni del governo nazionale sono prese sulla base di informazioni fornite dalla Regione. Ci stupisce che Musumeci cada dal pero come se non conoscesse un meccanismo messo in campo dal 30 aprile – proseguono – come se non fosse coinvolto in prima persona nell’attività di monitoraggio, come se non spettasse a lui adoperarsi con una seria programmazione per contenere i parametri entro le soglie limite ed evitare in particolare il prematuro collasso del sistema sanitario. Eviti di scaricare la responsabilità sul governo nazionale ed abbia piuttosto l’onestà intellettuale di ammettere ai cittadini le mancanze sue e del suo assessore alla sanità”.

“C’è molto rammarico nei cittadini siciliani, che sono delusi dall’inserimento dell’isola nella zona arancione e con la previsione, quindi, di una serie di limitazioni. Comprendo il loro punto di vista, capisco le loro preoccupazioni per le proprie attività lavorative, ma non accetto le polemiche del Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, che ha definito assurda questa scelta del Governo nazionale – afferma la deputata catanese Maria Laura Paxia, del Movimento 5 stelle -. Assurda, invece – aggiunge la parlamentare del M5s – è la gestione di questi ultimi mesi da parte proprio del Governatore Musumeci e del suo assessore alla Sanità, Ruggero Razza, che non hanno fatto in modo di incrementare i posti in terapia intensiva e non hanno utilizzato gli importanti finanziamenti provenienti da Roma previsti allo scopo di potenziare il sistema sanitario delle regioni italiane. La Sicilia e i siciliani – conclude Paxia – non meritano di essere governati da questi politici che, nel momento in cui vengono fuori le responsabilità che evidenziano la loro inadeguatezza, attaccano gli altri usando slogan privi di contenuto”.

“Siamo zona arancione per responsabilità del governatore Musumeci e dell’Assessore Razza che in questi mesi non sono riusciti ad organizzare un sistema sanitario efficiente e all’altezza della seconda ondata di Covid 19. Abbiamo perso mesi preziosi – afferma il deputato di Italia Viva all’Ars, Luca Sammartino -. Meno posti in terapia intensiva, nessun tracciamento – aggiunge – non c’è stato alcun potenziamento dell’assistenza domiciliare, proclami di Covid-free, ricerca di colpevoli in un vergognoso scaricabarile. E’ un Governo inadeguato. Inutile nascondere le proprie mancanze attaccando il Governo nazionale, la smetta lui di fare furbizie e si metta a lavoro per garantire un sistema sanitario all’altezza. Ora la zona arancione – prosegue il deputato Iv – comporterà anche una crisi economica, con la perdita di numerosi posti di lavoro, la chiusura delle aziende. Per colpa dell’incapacità di questo Governo la Sicilia rischia il disastro e siamo tutti consapevoli che non possiamo permettercelo. Musumeci e Razza non perdano tempo e invece di fare proclami sui posti letto, li attivino. Adesso – conclude Sammartino – dipende dalla serietà che verrà messa in campo dal Governo per far dichiarare la Sicilia ‘zona gialla’”.

“I sacrifici dei siciliani meritavano maggiore rispetto e considerazione. Attendiamo di conoscere i parametri per l’attribuzione delle zone. Ma è chiaro che questo ultimo Dpcm è uno schiaffo alla nostra terra. I criteri, quali che siano, fanno strame dei dati che emergono da ogni analisi – dice Saverio Romano, leader di Cantiere popolare -“.

“Ci sono centinaia di migliaia di siciliani bloccati sull’isola, centri commerciali chiusi nei giorni di maggiori incassi, artigiani che non sanno quando potranno tornare al lavoro, bar e ristoranti costretti nuovamente a fermarsi dopo aver speso migliaia di euro per sanificare gli ambienti e rispettare le disposizioni. La situazione drammatica in cui si trova oggi la Sicilia è figlia della superficialità con la quale Musumeci e il suo assessore alla Salute hanno gestito l’emergenza sanitaria in questi mesi e che ora deve essere fronteggiata con responsabilità e concretezza per revocare la zona arancione”. Lo dice Francesco Scoma di Italia Viva, membro dell’ufficio di presidenza della Camera dei deputati. “Serve un cronoprogramma serio per passare immediatamente al livello inferiore di restrizioni che deve innanzitutto partire da una corretta trasmissione dei dati sanitari dell’isola al ministero della Salute e dall’attivazione immediata di posti letto – aggiunge – Chi governa la Sicilia ci dica se è in grado di intervenire rapidamente per far ripartire l’economia dell’isola, nel frattempo sarebbe auspicabile se il ministro della Salute disponesse un ispezione per verificare se la Regione stia usando correttamente tutti gli strumenti che dispone per contrastare l’epidemia nonché per accertare se ci sono responsabilità nei ritardi nella gestione dell’emergenza. Se non si interviene subito rischiamo una polveriera sociale ed economica. Ognuno faccia la sua parte con senso di responsabilità e leale collaborazione per arrivare a un downgrade rapido delle restrizioni”.

“Le decisioni assunte dal governo nell’ultimo Dpcm e la relativa suddivisione del Paese in tre aree, con differenziate limitazioni, lascia forte il dubbio, percepito anche dai cittadini, che le scelte siano state assunte più in via politica che sulla base di criteri oggettivi. Non si comprende, infatti, perché la Sicilia e la Campania, abbiano colori diversi, arancione la prima e gialla la seconda, che pur presenta numeri ben più allarmanti dal punto di vista della diffusione del virus e della sofferenza degli ospedali. Sappiamo, altresì, che i siciliani sapranno affrontare con senso di responsabilità le scelte pur penalizzanti e restrittive delle libertà personali per affrontare la pandemia e limitare i contagi, ma è indispensabile che il governo spieghi con la massima trasparenza e in Parlamento i criteri di scelta per essere certi che siano ispirati alla massima equità e scientificità, prescindendo da ogni questione o pressione politica”. Lo dichiara in una nota Stefania Prestigiacomo, deputata di Forza Italia.

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