Investito, schiacciato e pestato: un fermo per tentato omicidio - Live Sicilia

Investito, schiacciato e pestato: un fermo per tentato omicidio

I carabinieri hanno chiuso il cerchio dopo lo strano incidente avvenuto in via Leucatia lunedì pomeriggio.

CATANIA – Un incidente, avvenuto lo scorso lunedì pomeriggio, si è immediatamente trasformato in un giallo. Un uomo è stato arrotato da un auto in via Leucatia. Il conducente lo ha schiacciato contro il muro fino a bloccarlo e poi – dopo essere sceso dall’auto – lo ha pestato. Un azione punitiva in piena regola, avvenuta in una strada dove vi sono diversi esercizi commerciali dotati di sistemi di videosorveglianza.

Le indagini dei carabinieri

Le indagini, condotte dai carabinieri, hanno portato immediatamente a individuare l’autore dell’ignobile gesto. Ma arrivati a casa di Fabio Laganà, 46enne, i militari non lo hanno trovato. Sentendo però il fiato sul collo dei militari, il sospettato ha deciso di presentarsi – insieme al suo legale di fiducia – dai carabinieri per costituirsi.

Fabio Laganà

La confessione

Una volta interrogato dal magistrato della Procura, titolare dell’inchiesta, ha confessato tutto. A quel punto, su delega del pm, i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Piazza Dante hanno eseguito il fermo nei confronti di Fabio Lagunà accusato di tentato omicidio.

L’incidente e il pestaggio

Il pomeriggio del 2 novembre, l’angolo tra le vie Leucatia e San Gregorio (a pochi passi da piazza Viceré) si è trasformato in un teatro di violenza. Laganà, alla guida di una Ford Focus, ha investita Pietro Costanzo, 54enne, schiacciandolo contro un muretto basso e poi lo ha colpito con calci e pugni.

Il sopralluogo dei carabinieri

Le telecamere

I carabinieri hanno raccolto diverse testimonianze e hanno analizzato le immagini delle varie telecamere. E da quei filmati sono risaliti alla Ford Focus, di proprietà della madre dell’indagato. Inoltre i video hanno permesso di rilevare la fisionomia dell’aggressore compatibile con Laganà. Il movente del raid punitivo sarebbe collegato a una diatriba privata. Futili motivi hanno provocato una violenza feroce.

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