Tornano i buoni pasto, a Palermo per oltre 3 mila famiglie - Live Sicilia

Tornano i buoni pasto, a Palermo per oltre 3 mila famiglie

Calo di quasi 10 mila beneficiari, a fine mese l'accredito sulle tessere sanitarie
L'EMERGENZA COVID
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PALERMO – Tornano i buoni pasto per l’emergenza Covid. Il comune di Palermo ha infatti concluso la gara per l’assegnazione del servizio finanziato, stavolta, con 13 milioni di euro dalla Regione siciliana e che consentirà, già da fine novembre, di erogare i contributi che saranno caricati sulle tessere sanitarie dei beneficiari.

Ma rispetto alla prima fase, a colpire è il numero di famiglie coinvolte che passa da 13 mila ad appena 3.600: un taglio dovuto ai paletti fissati dalla Regione che ha individuato criteri molto più stringenti. Si va da 300 euro per i single a 800 euro per le famiglie più numerose. “L’impegno del Comune è e sarà continuo perché nessuno resti solo e nessuno che si trova in condizioni di necessità sia lasciato senza assistenza – dice il sindaco Leoluca Orlando – Anche in vista di un possibile nuovo blocco di attività lavorative e produttive, gli uffici si stanno attrezzando per garantire aiuto a tutti”.

I buoni pasto non sono certo una novità. Durante il primo lockdown, la Protezione civile nazionale ha infatti stanziato per Palermo cinque milioni di euro che hanno consentito di assistere 13 mila famiglie: grazie a procedure veloci e semplificate, la prima fase è stata attivata nel giro di poche settimane. Stavolta invece si tratta di fondi regionali che hanno dovuto seguire il normale iter delle gare d’appalto, con tempi che si sono allungati fino a novembre. La ditta però è sempre la stessa, ossia la Day che è stata anche l’unica partecipante.

Per l’assessore Giuseppe Mattina, i cui uffici hanno seguito la procedura, affiancati da quello del webmaster per la parte tecnica, “anche se è ovvio che in questo momento non vi è una situazione di emergenza come quella vissuta durante il lockdown con centinaia di famiglie che da un giorno all’altro hanno visto interrompersi le proprie entrate, i criteri adottati si sono rivelati troppo stringenti, con il rischio che famiglie che si trovano davvero in situazione di bisogno vengano escluse”.

A chi spetta il buono pasto

Entro novembre partiranno le procedure di ricarica delle tessere sanitarie degli aventi diritto che, come detto, sono solo 3.600. Ogni nucleo familiare avrà a disposizione un voucher dal “valore massimo unitario”, ossia 300 euro per i single, 400 euro per le coppie, 600 per le famiglie di tre persone, 700 per quelle di quattro e 800 per cinque o più. Ma attenzione perché queste cifre rappresentano un “valore massimo unitario”: in pratica, alla somma vanno sottratti gli altri possibili introiti. Se una coppia già ha un introito di 150 euro, il voucher sarà solo di 250, ossia della parte mancante per raggiungere il valore massimo unitario di 400. I beneficiari saranno avvisati tramite sms.

Le domande

I criteri stavolta sono stati più stringenti: i beneficiari infatti non possono percepire redditi da lavoro, ricevere altre forme di sostegno pubblico o sostegno dallo Stato, ammortizzatori sociali compresi (a esclusione solo della disabilità). Inoltre gli interessati hanno dovuto eseguire la procedura di domanda ogni mese, col risultato che in molti non l’hanno fatto nei mesi di luglio e agosto, ma a influire sul basso numero può essere stata anche la ripresa di molte attività commerciali, così come l’introduzione del reddito di emergenza. In particolare le domande sono state 3.680 a giugno, 886 a luglio, 967 a luglio e 1982 a settembre (per ottobre la domanda si può ancora presentare).

Come spendere i buoni

Le somme potranno essere spese per alimenti, farmaci, prodotti per l’igiene, generi di prima necessità in generale ma anche bollette e affitti; la tessera sanitaria funzionerà come un bancomat negli esercizi commerciali convenzionati o nei punti Sisal per le utenze. L’erogazione avverrà solo dopo i controlli da parte degli uffici e saranno 3.510 per giungo, 815 per luglio, 827 per agosto e 1015 per settembre. Solo per giugno si prevede una spesa di 700 mila euro. Gli arretrati non saranno pagati in unica soluzione, ma con più ricariche; per il pagamento degli affitti, bisognerà presentare apposita istanza al Comune che effettuerà il bonifico direttamente al proprietario.

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