Anziani umiliati e minacciati: la casa di riposo degli orrori - Live Sicilia

Anziani umiliati e minacciati: la casa di riposo degli orrori

Ecco cosa hanno scoperto i carabinieri ad Aci Sant'Antonio

ACI SANT’ANTONIO – Gli investigatori l’hanno definita la casa di riposo degli orrori. Dall’indagine che ha riguardato l’assistenza e la cura degli ospiti della “Villa San Camillo”  di Aci Sant’Antonio emergono racconti da brividi.

Le foto da brivido

Anziani nudi lasciati sul pavimento insieme ai loro escrementi, altri incastrati tra le sbarre del letto, piaghe non curate e peggiorate, sono solo alcune scene che i carabinieri hanno visionato. La parte più inquietante dell’inchiesta è che queste immagini sono state estrapolate dal cellulare, sequestrato a luglio 2019, a Giovanna Giuseppina Coco, dipendente della struttura.

I militari hanno trovato nel suo telefonino le fotografie, scattate all’interno della casa di riposo nel periodo compreso tra marzo e giugno 2019, che immortalano i maltrattamenti ai danni dei nonnini indifesi. 

I nomi degli indagati

Un’inchiesta coordinata dalla Procura di Catania che ha fatto scattare la misura del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale, per la durata di mesi 12, nei confronti dell’amministratore Giovanni Pietro Marchese, di 60 anni, e la misura del divieto temporaneo di esercitare la professione all’interno di case di riposo e strutture di assistenza per anziani, per la durata di mesi 9, nei confronti delle tre dipendenti, Giovanna Giuseppina Coco, di 37 anni, Rosaria Marianna Vasta e Alessandra Di Mauro , entrambe di 41 anni. 

I carabinieri hanno eseguito i provvedimenti del gip.

Intervista al capitano Stefania Riscolo, comandante dei Carabinieri di Acireale.

Le intercettazioni

Alla documentazione fotografica nel falcone dell’inchiesta si aggiungono anche le intercettazioni che fanno accapponare la pelle.

Schifoso, sporco, più schifo di te non ce n’è, non mi rompere la ……….”, così si sarebbe rivolto uno degli indagati a uno degli anziani ospiti. “Che schifo di persona, che schifo, educazione zero, ora la lascio sulla sedia tutto sporco di pipì, come i porci”, questo l’insulto che avrebbe subito un nonnino di 100 anniche poi per punizione sarebbe costretto a mettersi a letto da solo.

E poi le umiliazioni: “È un ignorante, maleducato, facchino ed uno schifo di persona”. Gli indagati avrebbero minacciato un’anziana di legarla, lasciarla piena di feci e di non lavarla. Il pianto della povera donna ha riempito le orecchie di chi era deputato ad ascoltare le intercettazioni. .  

L’inchiesta nella casa degli orrori

Gli accertamenti avviati dopo il sequestro dei cellulari hanno documentato la totale inerzia dell’amministratore che non avrebbe vigilato sul personale. L’omissione avrebbe consentito alle dipendenti indagate di maltrattare gli anziani, che oltre ad essere minacciati, insultati e umiliati non sarebbero nemmeno stati curati e assistiti a dovere.

Infatti i militari hanno verificato che non sarebbero state garantite nemmeno le condizioni igienico-sanitarie di base. Nella casa di riposo, i carabinieri hanno avvistato dei topi e alcuni anziani avrebbero contratto la scabbia.

Nel corso di un’ispezione inoltre i militari di Aci Sant’Antonio con i colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro hanno trovato un ospite letteralmente intrappolato nel proprio letto con sedie e divano a fargli da barriera. Inoltre alcune operatrici, risultate percettori del reddito di cittadinanza, risultavano lavorare in nero.

I militari le hanno infatti denunciate a piede libero. 

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