Morì dopo il ricovero per una colica: 4 medici rinviati a giudizio - Live Sicilia

Morì dopo il ricovero per una colica: 4 medici rinviati a giudizio

La donna aveva 70 anni: la famiglia chiede giustizia

PALERMO – Il gup del Tribunale di Palermo, Piergiorgio Morosini, ha disposto il rinvio a giudizio di quattro medici del Policlinico. Si tratta del responsabile dell’unità operativa di Endoscopia digestiva, Francesco D’Arpa, del direttore della Chirurgia generale d’urgenza, Gaspare Gulotta e dei medici Salvatore Napoli e Giuseppe Profita, accusati di omicidio colposo per la morte di Rosaria Venutelli, deceduta nell’ospedale del capoluogo il 12 dicembre 2017.

Aveva 70 anni

La donna aveva 70 anni e da allora i familiari chiedono giustizia. E’ stato proprio un esposto presentato dalle sorelle e dai figli della donna, gli avvocati Alessandro e Francesco Dagnino, a far partire l’inchiesta: i familiari, rappresentati dall’avvocato Angelo Mangione, vogliono la verità su ciò che è accaduto alla 70enne, che era stata ricoverata il 30 novembre di tre anni fa per una colecistite acuta. Il gup ha così accolto la richiesta del pm Daniele Sansone: secondo l’accusa i medici non avrebbero somministrato alla paziente un’adeguata terapia antibiotica e non avrebbero neanche eseguito l’intervento di rimozione della colecisti che avrebbe potuto salvarla.

‘L’antibiotico sospeso’

“La morte di Rosaria Venutelli avvenne per imprudenza consistita in particolare nel non aver predisposto, durante il ricovero alla luce dei dati clinici e di laboratorio indicativi di progressiva evoluzione verso uno stato settico con coinvolgimento multiorgano, nuova ed adeguata terapia antibiotica”, aveva precisato il pm nella sua richiesta. Alla donna venne infatti sospeso l’antibiotico in seguito ad una allergia che in fase di anamnesi, al suo arrivo in ospedale, sarebbe già stata evidenziata.

L’avvocato Angelo Mangione

La richiesta di risarcimento

“Ecco perché tale intervento – spiega l’avvocato Mangione – deve sempre essere anticipato e accompagnato da adeguata terapia antibiotica protettiva: essa mira a contenere il rischio endemico di infezione. Ma così non è avvenuto nel caso della signora Venutelli: la terapia antibiotica era stata sospesa il 2 dicembre per sospetta allergia al ciproxin e al deltacortene e non è stata più ripresa, se non troppo tardi ossia la notte del 9 dicembre, quando la colangite acuta non solo si era instaurata ma era ormai divenuta di grado “severo” e aveva innescato la letale sepsi multiorgano”. L’udienza preliminare è stata fissata per il 3 marzo 2021, ma nel frattempo la famiglia ha anche formulato la richiesta di risarcimento danni per un milione e mezzo di euro in sede civile, con l’avvocato Ermanno Zancla.

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