Il rovescio del diritto (ovvero di settantadue cause in un giorno) - Live Sicilia

Il rovescio del diritto (ovvero di settantadue cause in un giorno)

E' facile sparare sul pianista ben sapendo che suona uno spartito stonato che altri ha concepito per lui.

Il grande tennista Boris Becker è colui che ha concepito l’aforisma della Giustizia italiana ancora oggi insuperato. “Se non puoi applicare il Diritto, ti resta pur sempre il rovescio”. Basta avere la coscienza che stai applicando solo il rovescio del Diritto…

A questa idea, da fondo campo tennistico, penso ogni mattina andando al lavoro. Lo so, in questo momento della vita del Paese non è opportuno fare ironia. Ma è anche vero che il vecchio Sigmund assumeva che “l’umorismo è il risparmio nell’economia dei sentimenti”. E così, quando hai finito le lacrime ciò che ti resta, per sopravvivere, è il sorriso. Domani andrò in udienza con settantadue processi. Avete letto bene: SETTANTADUE. Non è mia intenzione indurvi a pietà o cercare la facile commiserazione empatica. Quello che cerco di condividere con voi lo scoprirete nelle poche e semplici parole che seguiranno. Secondo un agevole calcolo algebrico, ad ogni processo dovrei dedicare non più di cinque minuti dell’udienza. La chiamerei la Giustizia dei cinque minuti se questa appellazione non apparisse a me stesso irriverente. Adesso, tanti si chiederanno perché accade questo e se questo non sia qualcosa di inaccettabile. Molti pontificheranno sul fatto che sarà pure colpa del giudice se ha fissato un tale peso di ruolo. Magari fosse così, il problema sarebbe già risolto. In realtà – gentili lettori e cittadini di questa Repubblica – il tema tocca qualcosa che dovrebbe interessarvi da vicino. Non si può pensare di destinare alla Giustizia la micragnosa somma dell’1,1 percentuale del prodotto interno. Questo significa condannarla al non funzionamento. Con un esempio semplice vi chiarirò il concetto. Non ho mai visto, nel corso della mia vita professionale (sono oramai 35 lunghi anni), l’ufficiale giudiziario dell’udienza. Una figura importantissima perché aiuta il giudice a far disciplina degli ingressi in aula (imputati, testi, avvocati, orari etc. etc.). Immaginate quanto sia necessario questo istituto nei giorni attuali per dare ausilio all’applicazione delle regole anti Covid-19. Ed invece, immaginate un giudice che deve gridare i nomi degli interessati e verificarne le identità per cominciare il processo. Spero abbiate agevolmente compreso…

Questo è solo un piccolo esempio, ma ne ho nella mente altri mille. 
E’ facile sparare sul pianista ben sapendo che suona uno spartito stonato che altri ha concepito per lui…

Già immagino le critiche che pioveranno su queste parole. Non le temo. Temo di più l’oramai diffusa indifferenza.

Però, una domanda finale devo lasciarla ai vostri pensieri: “E’ possibile che la disfunzionalità della Giustizia sia funzionale alla sopravvivenza del Paese?”

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