Presentata la mozione di censura a Razza: tutte le accuse delle opposizioni - Live Sicilia

Presentata la mozione di censura a Razza: tutte le accuse delle opposizioni

Pd, 5 Stelle e Cento Passi: "L'assessore sia rimosso". Italia viva non firma. Le contestazioni punto per punto.

L’attuale situazione della diffusione della pandemia da Covid-19 in Sicilia come “drammatico risultato che discende direttamente dalla inadeguatezza delle iniziative messe in campo dalle autorità regionali preposte alla prevenzione e alla gestione della pandemia”. Così l’opposizione dell’Ars, non Italia viva che non firma (e liquida l’iniziativa come “operazione di facciata” pur contestando Musumeci), mette nero su bianco l’atto d’accusa al governo Musumeci e in particolare all’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, a cui rivolge una mozione ci censura che ne chiede l’allontanamento dalla giunta.

Tre paginette per riassumere quello che non è andato nella gestione della pandemia dal punto di vista sanitario, in una ricostruzione che ovviamente assolve il governo nazionale giallorosso come se quest’ultimo non avesse avuto responsabilità nell’attuale disastro che vede anche molte altre regioni versare in condizioni non dissimili dalla Sicilia. Ma tant’è.

La mozione di Pd, 5 Stelle e Cento passi, primo firmatario il capogruppo del Giuseppe Lupo, accusa l’assessore regionale alla Salute di non avere “operato per impedire che la Sicilia, da regione solo sfiorata durante la prima ondata, sia diventata regione nella quale il virus circola ormai in modo incontrollato”.

Parametri noti alla Regione

Le opposizioni ricordano che “la collocazione della Sicilia nello scenario di elevata gravità è il frutto dell’applicazione di parametri oggettivi individuati dall’Istituto Superiore di Sanità e posti a base del monitoraggio periodico dei dati epidemiologici; la loro adozione risale al mese di aprile essendo contenuta nel Decreto del Ministro della Salute 30 aprile 2020; tali parametri – ricordano i firmatari della mozione -sono conosciuti dalle Regioni da sei mesi circa ed è, pertanto, privo di ogni giustificazione il finto stupore dell’Assessore Razza e del Presidente Musumeci sulla individuazione della Sicilia quale zona arancione”. Insomma, il governo regionale non può cadere dal pero, obiettano Pd e grillini.

I punti deboli

Successivamente, la mozione ricostruisce i punti deboli che hano colorato di arancione la Sicilia (colore che per la verità sembra ora avviarsi a diventare quello dominante sulla cartina dell’Italia): “Nel monitoraggio effettuato nella settimana compresa fra il 19 e il 25 ottobre, l’ISS opera un confronto fra i dati riscontrati e 4 differenti scenari, ricavandone, per la Sicilia, molteplici segnali di criticità che la collocano in una fascia di rischio alto quanto a probabilità di escalation nel tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e in area medica oltre i limiti di guardia del 30% e del 40%, aumento di trasmissione del virus non efficacemente gestibile nemmeno con misure locali, RT stabilmente tra l’1,25% e l’1,5%; a tali dati deve aggiungersi che il monitoraggio dell’ISS rileva ritardi e incompletezza nella trasmissione dei dati di sorveglianza, carenza di risorse umane, impossibilità di effettuare le indagini epidemiologiche in maniera completa per spezzare la catena dei contagi; l’analisi effettuata dall’ISS è pertanto impietosa e fotografa una situazione grave ed ingestibile, direttamente causata dalla mancata adozione di tutte le misure di prevenzione e gestione che avrebbero dovuto essere implementate nei mesi nei quali la Sicilia era in vantaggio rispetto alla diffusione della pandemia”.

Il tempo sprecato

Già, ma quali misure di prevenzione? I firmatari riassumono il grande libro delle cose non fatte in quei mesi in cui il virus aveva allentato la morsa. Sorvolando sul fatto che la tensione in quel periodo sembrò calare e parecchio anche tra i “loro” ministri. Dopo il “vantaggio” della scarsa diffusione del virus in primavera in Sicilia, “tale vantaggio ha cominciato ad assottigliarsi fin dal mese di agosto con l’espansione dei flussi turistici nell’isola dai quali era logico prevedere che derivassero nuovi cluster che evidentemente non sono stati adeguatamente isolati e che hanno portato nelle famiglie e nelle scuole al dilagare del contagio: emerge, pertanto, che non ci si è mossi nell’ottica della prevenzione, con un attento studio delle dinamiche della curva epidemica, ma si è rimasti a guardare il succedersi degli eventi, nella vana speranza di essere graziati da una seconda ondata ampiamente prevista e non curando l’adozione dei  provvedimenti utili ad osservare i citati e ben noti parametri dettati dallo Stato”.

Il trasporto pubblico

Non solo i focolai non bloccati sul nascere. Le opposizioni rammentano a Musumeci una misura che fu contestatissima dal Pd: “Nella stessa ottica tesa a minimizzare la recrudescenza della pandemia, rientra l’improvvida decisione adottata dal Presidente della Regione, e non avversata dall’Assessore, con l’Ordinanza contingibile ed urgente n. 26 del 2 luglio 2020 di consentire l’occupazione del 100% dei posti a sedere e dei posti in piedi su tutti i mezzi di trasporto regionale (autobus, tram, treni, navi, taxi), in deroga all’obbligo di distanziamento tra le persone di almeno un metro fissato dal DPCM dell’11 giugno 2020”. Ora si è tornati indietro, ma è un po’ tardi.

Il territorio

Per le opposizioni, “quello che oggi emerge con chiarezza è il deficit organizzativo del sistema sanitario regionale, sia per quanto riguarda la medicina territoriale, con la carente attivazione delle USCA secondo il parametro di una ogni 50 mila abitanti, sia con riferimento alla riorganizzazione delle terapie intensive e sub intensive al fine del rafforzamento strutturale della rete ospedaliera: oggi risultano in atto effettivamente attivati meno di 400 posti letto di t.i., a fronte dei 720 necessari in base al parametro che ne prevede 0,14 ogni mille abitanti; non va meglio nell’ambito del tracciamento dei casi, per migliaia di pazienti infatti non si riesce a tracciare la fonte del contagio, mentre aumenta sempre più il numero di positivi  individuati quando già hanno manifestato i sintomi, segno inequivocabile che il virus circola indisturbato col rischio di esplosione di nuovi focolai incontrollati”.

Pochi tamponi

Altro atto d’accusa riguarda il numero dei tamponi, su cui la Sicilia in questi mesi più volte è finita indietro nella classifica nazionale: “D’altra parte è estremamente basso il numero dei tamponi effettuati ogni giorno se confrontati con altre Regioni con popolazione simile: nella giornata del 5 novembre ai 9.497 tamponi processati in Sicilia (4,9 milioni di residenti), si oppongono i 20.332 dell’Emilia Romagna (4,4 milioni di residenti) o i 30.283 del Lazio (5,8 milioni di residenti)”.

La reazione del governo regionale

Pd, grillini e Fava contestano all’assessore di avere “ritenuto di dovere confutare i dati emersi dal monitoraggio effettuato dall’ISS negando il livello di rischio cui è esposta la salute nel territorio regionale, imputando al Governo nazionale la volontà politica di penalizzare la regione ed alimentando uno scontro istituzionale sterile già sperimentato nel nord Italia con esiti nefasti”. Da qui la censura nei confronti dell’assessore. Attorno al quale prevedibilmente la maggioranza farà scudo in Aula (si sono già fatti sentire stasera i coordinatori provinciali di Diventerà Bellissima), magari rinfacciando a propria volta agli avversari politici ritardi e omissioni della loro parte nella Capitale.


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