Scuole di lingue fuori da ristori: "Dimenticati siamo al collasso"

Scuole di lingue fuori da ristori: “Dimenticati, siamo al collasso”

Perdite di fatturato fino all'80%.
L'APPELLO
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CATANIA. Luci spente venerdì alle 18 nelle scuole di lingue e nei centri di certificazione linguistica “in segno di disapprovazione nei confronti dell’ultimo Dpcm del Decreto Ristori bis”. Lo annuncia l’Associazione italiana scuole di lingue (Aisli) che, assieme ad altre sigle del settore, ha promosso la protesta. “Assimilate ai centri di formazione che possono operare soltanto con una didattica a distanza non adeguata alla fascia di studenti più giovani che le frequentano – spiega l’Aisli – dimenticate dal Decreto Ristori che non inserisce il codice ateco 85.59.30 a cui appartengono e con perdite di fatturato fino all’80%, le scuole di lingue sono vicine al collasso. Migliaia di studenti sono costretti ad interrompere i corsi di lingua, per i quali le famiglie hanno investito tempo e risorse, perché la didattica a distanza su percorsi non curriculari non è così apprezzata e gli esami di fine corso non possono essere sostenuti online”.

La nota dell’Aisli

“La crisi sanitaria – sottolinea l’Aisli – priva in questo modo i giovani della possibilità di diventare competitivi in un mondo sempre più globalizzato ed i nostri studenti non possono dimostrare la competenza linguistica acquisita poiché le sessioni di esame sono state annullate. Per non parlare dei piccoli studenti cui è tolto il diritto di socializzare e di svilupparsi come individui, nonostante le nostre scuole abbiano aule con pochi studenti e dove è possibile apprendere in sicurezza, più di quanto accada nelle scuole statali dove la didattica in presenza è consentita. Le scuole di lingue – aggiunge l’Aisli – devono adeguarsi ed accettare le restrizioni imposte dai decreti assistendo al tracollo finanziario delle attività e risultando completamente invisibili agli occhi dei legislatori che non tutelano minimamente un settore votato all’educazione, soprattutto dei più giovani.
Le associazioni del comparto comprendono i tempi che stiamo vivendo, ed è per questo che sin da febbraio ci si è adoperati per poter operare in sicurezza. Ma – è l’appello dell’Aisli – ora è urgente l’appello al Governo affinché sostenga il settore”.

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